Accuse di plagio, Galimberti verso il Guinness dei primati

È molto difficile, oramai, seguire l’ascesa inarrestabile del Professore verso il Guinness dei primati, nella categoria, ovviamente, «copia, incolla & vinci (se non ti beccano)». Sarà la terza volta? La quarta? Siamo al punto che qualcuno, prima o poi, dedicherà una tesi di laurea alla ricostruzione di questa vicenda sempre più vasta, sempre più feuilleton. Ad ogni modo, ecco la notizia: Umberto Galimberti è stato beccato ancora una volta in flagrante fotocopia.
Sul quotidiano on line Lettera43 si poteva leggere ieri un’interessante quanto preoccupante comparazione di brani da Orme del sacro di Galimberti e da Sei malattie dello spirito contemporaneo di Costantin Noica, filosofo rumeno molto ammirato da Cioran. «Tutto è partito - ci racconta Bruno Giurato, collaboratore della testata - da un articolo arrivato al nostro direttore Paolo Madron da un professore della Texas Tech University, Costica Bradatan. Quasi non ci volevamo credere. Ho controllato che il professore esistesse davvero, poi sono andato alla Braidense e ho verificato alla sillaba che la denuncia di Bradatan fosse fondata. Ahimé, lo era». Difficile dubitarne, col senno del prima. Alla fin fine è emerso che numerosi paragrafati sono stati prelevati surrettiziamente dal testo di Noica per approdare quasi alla lettera tra le pagine di Galimberti. Noica: «Anche il cielo è malato. Gli antichi credevano nell’incorruttibilità degli astri e delle sfere celesti (così come credevano nell’incorruttibilità divina)». Galimberti: «Anche il cielo è malato. Gli antichi credevano nell’incorruttibilità delle sfere celesti, così come credevano nell’incorruttibilità divina». E via così, col solo variare di qualche corsivo, qualche parentesi o qualche segno di punteggiatura.
I precedenti di Galimberti non lasciano ben sperare nemmeno per il futuro. Il Giornale aveva già denunciato nel 2008 scopiazzamenti da Il piacere e il male di Giulia Sissa verso L’ospite inquietante, e poi da Heidegger. I sentieri dell’essere di Guido Zingari verso Invito al pensiero di Heidegger, più altre fotocopiature su cui si è pronunciato il tribunale di Roma o su cui gli avvocati delle controparti - copiatore, copiato - hanno raggiunto in extremis un patteggiamento. «Sarò molto più attento in futuro» aveva promesso Galimberti al Giornale tre anni fa, ma il passato pare perseguitarlo. Rimane che con alcuni titoli (comprensivi di brani altrui non dichiarati) ha potuto vincere il concorso universitario per Ca’ Foscari, nonché procurarsi una discreta fama di pensatore del nostro tempo.

C’è di che meditare. Karl-Thedor zu Guttenber, ministro della Difesa tedesco, ha dato le dimissioni per aver copiato la sua tesi di dottorato. Umberto Galimberti, ministro della Fotocopia Accademica, è invece ancora a piede libero.

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