Vengono le lacrime agli occhi ad ascoltare quelle parole, le sue parole, su una malattia che oggi gli ha tolto la vita. È morto giovanissimo Matteo Mastromauro. Il giornalista del Tg5 aveva solo 42 anni: oggi, dopo una lunga malattia, ha chiuso gli occhi. Eppure riecheggia ancora il suo dolore raccontato in un video di sei minuti che allora aveva fatto il giro della rete e che oggi lascia senza fiato (guarda il video). Perché Mastromauro ha voluto raccontare il mistero di una vita che l'uomo non può controllare, una vita che ti fa stare davanti al plotone di esecuzione senza insegnarti a difenderti.
Dai primissimi sintomi, tra il marzo e l'aprile del 2008, agli accertamenti, la spola da un ospedale all'altro e la pignoleria di capire quel qualcosa che non va, che lo spinge a "scolarsi sei o sette bottiglie di acqua naturale". Il primo pensiero: il diabete. Curva glicemica ed esami del sangue danno responso negativo. tanto che la primaria ci scherza sopra: "Se io avessi gli esami che ha lei sarei felice". Le assicurazioni, però, non mettono in pace Mastromauro che decide di tentare un nuovo consulto. Un altro day hospital e altri esami. Il responso è: diabete insipido. Non solo. Una risonanza dell'encefalo ne spiega anche le cause: addensamenti polmonari sospetti nella parte destra. Dopo un'altra serie di esami la sentenza definitiva: adenocarcinoma a grandi cellule sulla parte del polmone destro. Tumore. "Io che non ho mai amato i numero - racconta Mastromauro nel video - ho ancora scolpite nella mente e nell'anima quelle cifre che hanno segnato e cambiato per sempre la mia esistenza: 15 7 2008".
"La sensazione è quella di essere legato davanti al plotone di esecuzione che deve eseguire la mia condanna - continua il video pubblicato su YouTube - il dolore mio e di mia moglie talmente grande da impazzire. Barbara scoppia in lacrime, mentre io, peggio di un pugile suonato, credo di essere in un maledetto incubo da cui presto mi sarei risvegliato". Ed è in quel momento che il desiderio esplode nella sua umana impotenza: nella mente del giornalista passa tutta la vita che ha davanti, le aspirazioni, la famiglia e i figli che ha sempre desiderato. "Uno stato terribile - spiega Mastromauro - quello del condannato a morte". Iniziano le cure all'Istituto dei Tumori di Milano, quello che il giornalista ribattezzerà Grand Hotel Venezian. Con i dottori, che diventeranno veri e propri angeli custodi, Mastromauro combatterà fino all'ultimo affrontando una terapia d'urto per sconfiggere il cancro: "Quella oncologica è una partita per la vita, una delle poche che non ammette pareggi: o si vince o si perde, in palio c'è la vita".
Un racconto implacabile, quello del giornalista milanese che aveva mosso i primi passi al Foglio e che era poi approdato a Mediaset dove era diventato caporedattore al Tg5 occupandosi di politica e cronaca.
"Se ne va una grande persona", ha commentato Paolo Bonaiuti. Il cordoglio è generale. Il dolore chiede silenzio e preghiera. Restano le parole di Mastromauro, parole che fanno compagnia a tutte quelle persone che hanno compattuto con lui o che come lui combattono ogni giorno- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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