Alghe marine, proteine del latte ed eucalipto ora si indossano

Pantaloni e top «Back Label» sono realizzati con fibre naturali uniche, come una seconda pelle

Margherita Tizzi

Amy e Filippo si sono conosciuti 10 anni fa a Bangkok. Per strada, per caso. Entrambi coinvolti nel mondo della moda, iniziano a parlare della giungla del settore tessile e di come, allora, si ponesse pochissima, se non alcuna, attenzione alle fibre organiche. «Perché non sviluppiamo un progetto che applichi ai tessuti gli stessi bio-principi della cosmetica e del cibo?, mi propose subito Amy - ricorda Filippo -. In questo modo potremmo vestire sano e proteggere la pelle, l'organo più esteso del corpo umano». Passano pochi mesi e Filippo Perricone, bergamasco, sposa Amy, americana nativa Cherokee, cresciuta tra Berlino e Tokyo; tornano in Italia e, nel 2013, danno vita alla loro seconda storia d'amore: Back Label.

«Back perché, dopo che Amy e il suo team hanno studiato gli ingredienti più raffinati e nutrienti della natura, è stato necessario tornare all'artigianatalità e all'alta manifattura italiana per realizzare tessuti preziosi e capi inimitabili, per lei e per lui». La collezione Leisure Wear (per il tempo libero, ndr), senza stampe e senza tempo, dalla linearità giapponese e dall'eleganza italiana, è, infatti, creata con fibre naturali uniche: il cotone organico, ipoallergenico e privo di pesticidi e residui nocivi (certificato GOTSTM), e la fibra della proteina del latte, che deriva dalla caseina, che assorbe l'umidità, rendendola adatta al contatto con la pelle nuda. «Poi siamo passati a una cellulosa di alga marina (antibatterica), di bambù e seta (termoregolante e antibatterica), e di eucalipto, una fibra arricchita con microcapsule di vitamina E, dalle proprietà nutritive. Non manca il cotone Sea Island della zona caraibica, considerato il più fine, delicato e bello al mondo - continua Perricone -.

Insomma, prima cerchiamo gli ingredienti, poi nascono top e pantaloni, del colore del filato naturale (no tintura) e dalla lavorazione tipica italiana, che durano per sempre e salvaguardano l'ambiente. È un modo di pensare e lavorare cosmetico». Back Label conta anche un abbigliamento Resort, composto da cashmere Cariaggi e Jaipur e cotoni giapponesi, e uno sportivo, realizzato con performance cotton, il miglior cotone egiziano naturale, traspirante e super leggero. «Nemmeno per questi capi utilizziamo fibre chimiche come il poliestere, che congloba il calore e, dopo numerosi lavaggi, non profuma di pulito. E tutti contengono al massimo il 20% di fibra elastica di nylon, ma inserita in trama, per non entrare a contatto con la pelle. La linea yoga ha addirittura solo il 2% di fibra elastica», conclude Amy.

Il merito di questi successi, ci tengono a precisare i due fondatori, è anche delle 5 sarte del laboratorio certificato Gots - Icea Organic, a due passi dall'Accademia Carrara di Bergamo, e di tutto il team Back Label, composto per l'86% da donne con età media di 28 anni. I loro prodotti sono disponibili online e all'interno di spa di hotel di lusso, tra cui Villa d'Este Como, The Dolder Grand Zurigo, Bad Ragaz, Rocco Forte Hotels, alcuni Four Seasons (compreso Milano), Aman e Six Senses Resorts.

Non resta che indossare queste fibre «seconda pelle», fresche e lussuose, che non fanno male. E aspettare la prossima novità firmata Back Label: «Non siamo riusciti ancora a lavorare il filato che deriva dalla buccia d'arancia. Stiamo cercando produttori. È la nostra sfida futura».

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