Marcell Jacobs, ora serve l’orgoglio di mettere a tacere per sempre i critici

Il campione olimpico ha deluso nelle batterie e sembra decisamente sfavorito nel confronto coi talenti Thompson e Lyles. Jacobs a Tokyo fu in grado di stravolgere i pronostici: riuscirà a ripetere l'impresa?

Marcell Jacobs, ora serve l’orgoglio di mettere a tacere per sempre i critici
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Marcell Jacobs ha una montagna da scalare: confermarsi uomo più veloce al mondo alle Olimpiadi è riuscito solo a campionissimi come Carl Lewis ed Usain Bolt. Al momento l’atleta lombardo ammette senza problemi di non aver corso al meglio. A Tokyo la progressione tra i turni aveva condotto al primo oro nei 100 metri per l’Italia ma non tutti sono convinti che sia possibile ripetersi. Marcell è sempre circondato da un certo scetticismo, come se fosse un’anomalia che molti sarebbero ben lieti di mettersi alle spalle. Svanito il cannibale Bolt, la gara più veloce al mondo è aperta ad ogni risultato, anche alla conferma del campione italo-americano. Per riuscirci, però, serviranno due corse perfette, concentrate in 20 secondi che valgono una carriera.

Un cammino lungo tre anni

Fin da quando ha stupito il mondo vincendo l’oro a Tokyo, Jacobs ha una data cerchiata sul calendario: domenica 4 agosto, ore 20.05, semifinale dei 100 metri piani. Dopo la difficile transizione dal lungo alla velocità pura, Jacobs ha cambiato tutto, trasferendosi in Florida per lavorare con il tecnico Rana Reider ed il suo gruppo di campionissimi, ben lieto di tornare a fare vita da atleta. Non tutto ha funzionato al meglio: tanti infortuni, due vittorie agli Europei che non hanno però messo a tacere chi continua a considerarlo un miracolato. Il suo allenatore si dice certo che possa ripetere l’impresa di Tokyo, che la velocità mostrata in allenamento sia più che sufficiente. Molti aspettano Marcell al varco, convinti che stavolta il campione italo-americano sul palcoscenico più importante farà una pessima figura.

Jacobs batteria Parigi 2024

La prima batteria è di un decimo più lenta del 9.95 che fece sollevare qualche sopracciglio a Tokyo, un tredicesimo tempo di qualificazione che è sembrato macchinoso, forzato. Jacobs ha ammesso di aver corso con il freno a mano tirato ma si concede una sufficienza scarsa per questa prima uscita: sia lui che il compagno di stanza Chituru Ali non girano bene di mattina ma per ripetersi toccherà fare come a Tokyo, dove in semifinale il tempo si abbassò di ben undici centesimi di secondo. Considerato i tempi dei rivali, stavolta bisognerà limare ben due decimi per riuscire a superare una semifinale in ottava corsia contro Simbine, Bednarek e Tobogo, tutti atleti che quest’anno sono andati più veloci di Marcell. Sottovalutare la capacità di Jacobs trasfigurarsi sui palcoscenici importanti è un azzardo: il rischio di fare una figura barbina è molto elevato.

Tanti rivali, mille possibilità

A chi è già pronto a scommettere sulla figuraccia prossima ventura ci permettiamo di ricordare che Marcell Jacobs arrivò alla finalissima di Tokyo dai ripescaggi, partendo in corsia esterna e circondato da zero aspettative. Il parterre dei rivali sembra più competitivo qui a Parigi, con cinque velocisti sotto i 10 secondi già dalle batterie ma fare pronostici in queste semifinali è quasi impossibile. I due più veloci, gli americani Kerley e Bednarek, sono agli antipodi del favoritissimo Noah Lyles: perfetti loro, troppo brutto per essere vero l’altro, nonostante le unghie colorate e le scarpette firmate da uno stilista di grido. Letsile Tobogo, talento 21enne dell’ex Rhodesia, ha le iniziali della mamma morta a maggio sulle dita e potrebbe essere la sorpresa di queste Olimpiadi.

Thompson batteria Parigi 2024

Le superpotenze della velocità sono tornate al top: la Giamaica vede il duello tra Thompson e Seville per il titolo di erede di Bolt mentre i britannici possono contare sull’esperto Hughes ma anche il giovane Louie Hinchliffe che fa contenta la mamma filippina ed umilia Lyles in batteria. Lo strapagato velocista, quello al quale Team Usa chiede a gran voce di riprendersi la corona della velocità 20 anni dopo l’oro di Gatlin ad Atene, ha sbagliato quasi tutto, sprecando troppe energie e facendo riemergere gli incubi di Tokyo, quel bronzo nei 200 metri che lo mandò in crisi.

Al momento Kishane Thompson, reduce dal clamoroso 9.77 fatto ai trials giamaicani, sembra il favorito ma ripetersi davanti alle Olimpiadi non è semplice per nessuno.

D’altro canto, lo Stade de France ha già riservato tante sorprese nella velocità, incluso il tempone di Julien Alfred, giovane di Santa Lucia che le è valso un oro assolutamente inaspettato. La speranza di tutti è che stasera la sorpresa sia la conferma dell’uomo più veloce al mondo, una vittoria capace di mettere a tacere una volta per tutte i critici. Che vinca il migliore.

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