Sara Del Fabbro, il presente ed il futuro (al femminile) del galoppo

Continua il viaggio nel galoppo del Belpaese e dopo il fantino più promettente abbiamo incontrato la fantina più promettente. Senza scaletta ed accordi Sara Del Fabbro ha accettato e davanti ad un cocktail rigorosamente analcolico ha raccontato se stessa

Sara ed Allison
Sara ed Allison

Non era il nostro primo incontro ma il carattere freddo della bergamasca è stato percepito. Poi alla distanza è venuta fuori la sua simpatia e la fuoriclasse. Sara Del Fabbro compirà 24 anni il prossimo 20 luglio e in una professione decisamente al maschile si è fatta largo a suon di vittorie, non tantissime per la verità ma sicuramente entrate nella storia del galoppo italiano. Infatti, è l’unica fantina che può vantare un poker nella pista più selettiva d’Europa ovvero Milano. E nel suo palmares anche due triplette in Toscana, la prima epica a Firenze, la seconda nell’ultima domenica di giugno a Livorno.

Un’intervista a tutto tondo, la Sara pubblica ma anche quella privata, perché oltre ad essere una fantina è soprattutto una giovane donna.

Quando ha capito di essere una fantina?

"Ero piccola e l’attrazione per il cavallo mi ha guidato, volevo fare questo e grazie ai miei genitori sono una ragazza realizzata. Papà e mamma avevano scommesso che sarei tornata a casa dopo un mese, mi sarei diplomata e poi mi sarei iscritta all’università. Non è andata così, loro hanno perso la scommessa ed io sono stata in Inghilterra quattro anni e mezzo, là ho preso la patente ed ho imparato che la professione di fantino è qualcosa di unico, mai e poi mai potrei rinchiudermi dietro ad una scrivania. L’Inghilterra è un mondo fantastico dove tutto è strutturato affinché il purosangue sia l’animale prediletto. Rispetto alla mia famiglia, posso solo dirle che sono i miei primi supporter. Papà, mamma, mia sorella e mio fratello appena possono, mi seguono con passione e questo aiuta moltissimo, specialmente nei momenti un po’ così… quelli che lasciano un po’ di scoramento perché le assicuro che li viviamo anche noi".

Adesso è nel team di Stefano Botti, nel quartier generale di Cenaia (Pisa), cosa pensa della sua attuale sistemazione?

"In Italia non credo ci sia un posto migliore, posso garantire che assomiglia molto a quanto c’è in Inghilterra. Stefano è Stefano ed io non potrei essere più contenta. La mia ultima vittoria con Allison, nell’Handicap Principale a Varese, ha ricompensato di tutto il lavoro svolto. Allison me la sono coccolata, l’ho montata ogni mattino, ho legato molto con lei e ci siamo ripagate. Vincere per un soffio, nel vero senso della parola, ha un valore inestimabile, e poi come lei mi scrisse in un messaggino, vincere aiuta a vincere. Specialmente quando le monte non sono tantissime e le vittorie non è poi così facile farle".

Sara a Cenaia
Sulle piste di allenamento a Cenaia

La vittoria con Allison può essere paragonata al poker di Milano?

"Direi di no, a Milano arrivavo da un grave infortunio, ero in debito con la fortuna, qua è stato il lavoro, l’impegno ed il sacrificio, due gioie diverse che ugualmente gratificano e rimangono indelebili nel cuore e nella memoria".

Mentre stiamo parlando, a Milano stanno correndo, essere qui con me, certo non è gratificante…

"Onestamente ha ragione, senza nulla togliere alla sua professionalità, io sono nata per correre e per vincere, almeno nelle intenzioni e stare a sedere, ancorché possa essere piacevole e rilassante, non fa per me!".

Bene, è arrivato il momento di conoscere Sara fuori dalle tattiche di corsa e le giubbe colorate delle scuderie, correre è il suo obiettivo ma quando non corre e non fa interviste, cosa fa?

"Ad onor del vero, il momento che più amo, è quando aspetto l’onda giusta. Amo il mare, il suo fragore, l’onda da cavalcare, una sensazione che si capisce solo se si prova, glielo consiglio! Amo la natura, amo surfare tanto che alla mia canina ho dato il nome di una notissima marca di tavole da surf, poi amo giocare con lei, un boxer di due anni di una simpatia unica. Quando il mare è calmo, ahimè, vado a fare shopping come ogni ragazza che si rispetti, amo le scarpe con i tacchi, mi piace vestir bene, vado anche in palestra ma questo è più un dovere verso la professione…".

Sara ed il Surf
Aspettando l'onda

Anch’io amo il mare, ma non il surf, in equilibrio so stare solo sulla bicicletta… Perché sorride?

"Non ci crederà, non mi piace andare in bici e ho paura delle moto… Sì, posso correre a 70 km all’ora su un cavallo ma le due ruote non mi appassionano! Non è l’unica paura che ho, ho paura anche di volare e pensi che ho persone a me vicine che possiedono il brevetto di pilota!".

Il lato segreto di una fuoriclasse che adesso non lo è più, ma allora come fa a correre insieme a tutti gli altri…

"È semplice, in corsa non si pensa, si è concentrati e si fa quello che si deve fare! La concentrazione è la nostra arma, uno, due, tre minuti ad alta intensità che ci consente di far fare al cavallo quello che si vuole. Un’arte? No, una professione, lei sarà bravo a scrivere, io/noi a galoppare. Ad ognuno il suo! Eppoi vorrei ringraziare tutti gli artieri per il loro lavoro oscuro, perché se un purosangue galoppa e galoppa bene, molto è merito di queste persone dietro le quinte! Dico ciò perché anch’io mi alzo alle cinque del mattino e so quanto sia faticoso".

Dalle sue parole si evince un carattere di ferro, niente vizi, niente colpi di testa. Possibile che non ci siano punti deboli?

"Un atleta per mantenere un alto livello di performance deve necessariamente adottare un regime di vita sana, controllata ed un'alimentazione corretta e se per ogni sport il peso forma è indispensabile, per i fantini lo è ancor di più. Io credo molto nel mio lavoro, in quello che faccio. Se per una giovane qualsiasi possono sembrare rinunce, per me non lo sono".

Come è il rapporto con i colleghi?

"Ascoltando e confrontandomi posso dire che è come in ogni posto di lavoro, c’è con chi leghi di più e con chi leghi meno, poi essendo donna, quando non sono in sella faccio il tifo per Sara e Valeria che per chi non conoscesse il nostro sport corrispondono a Stampatti e Toccolini, due ottime fantine, se le vorrà intervistare, volentieri le fornirò i numeri di cellulare".

Un ottimo assist, ed il rapporto con il cellulare, visto come ha risposto al sottoscritto è decisamente interessante saperlo!

"Non è uno strumento che mi affascina, non ne sono dipendente. L’uso è strettamente legato alla telefonata, sono social il giusto e poi mi serve per orientarmi, google maps mi ha salvato spesso. Il momento più gettonato è quando sono in viaggio tra un ippodromo e l’altro, mi fa passare il tempo, ovviamente e rigorosamente con il bluetooth in vivavoce".

Gira l'Italia in un lungo in largo e si sposta prevalentemente in auto, ci sono molti fantini che non amano guidare…

"Amo guidare, amo le auto, il mio sogno è comprarmi una Mustang Shelby, adoro le auto d’epoca. Presto me la regalerò, almeno me lo auguro".

Anch’io glielo auguro, avere un desiderio e realizzarlo è il sale della vita. Un’ultima curiosità, qual è il suo cavallo preferito, perché ogni fantino ne ha uno…

"Sparkling Breeze, il biondo. Lo adoro, con lui ho vinto quattro volte, tre volte a Livorno ed una volta a Pisa. È un cavallo eccezionale, di una bontà unica. Il nostro affiatamento lo invidiano in molti…ovviamente sto scherzando".

Sara, ancorché molto giovane ha dimostrato di essere sul pezzo, è tecnicamente molto preparata, ha vinto in tutti gli ippodromi in cui ha gareggiato, ha una bella presenza ed una dialettica garbata e accattivante, adesso le manca solo di vincere qualche corsa importante per accendere definitivamente la sua stella nel firmamento del galoppo. Le persone come lei fanno bene alla filiera e all’Italia.

Grazie Sara per il tempo concessomi, poi quando vorrà, mi invii i numeri delle sue colleghe… Un ultimo auspicio, spero che il suo agente riesca a procurarle una monta per il Criterium Varesino del prossimo 29 luglio, perché adesso è arrivato il momento di vincere sul serio, tanto la fatica è la stessa che si corra a vendere o una pattern.

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