Roma - La gioia per l’oro conquistato nei 200 metri stile libero da Federica Pellegrini ha riscattato la delusione patita nella sua specialità, i 400 metri. Ma non ha evitato che anche la nuotatrice miranese si unisse alle proteste degli olimpionici che si battono per la defiscalizzazione dei premi in denaro corrisposti dal Coni agli atleti medagliati.
«È giusto detassare i premi per le medaglie azzurre, anche perché noi non siamo come i calciatori, e certo non guadagniamo miliardi», ha dichiarato Pellegrini ribadendo i concetti già espressi pubblicamente dalla schermitrice Valentina Vezzali e dall’argento del tiro a volo Giovanni Pellielo. La conquista del gradino più alto del podio, infatti, corrisponde a una gratifica di 140mila euro elargita dal comitato olimpico nazionale. Buona parte di quel gruzzolo, però, è destinata a volare via in quanto, sommandosi ai redditi già percepiti dagli atleti, è sottoposta agli scaglioni Irpef più elevati (41 e 43%). Ma Federica Pellegrini è convinta della validità delle proprie richieste. «Almeno per le Olimpiadi - ha aggiunto - sarebbe giusto ridurre le tasse».
La politica, chiamata direttamente in causa, è propensa a concedere uno «sconto» ma non tutti i parlamentari sono dell’opinione che la detassazione totale sia la strada giusta. A partire dall’ex viceministro dell’Economia del governo Prodi, Vincenzo Visco, padre della riforma che ha inasprito il prelievo sui redditi più elevati. Quei premi, ha chiosato, «sono un aumento della capacità contributiva e vanno tassati» e poi «nello spirito olimpico l’importante è partecipare, non certo guadagnarci». Sebbene fuori dal Parlamento, Visco non ha voluto smentire la sua fama cercando facili consensi.
Anche nel Pdl, però, c’è chi la pensa allo stesso modo. «Non lo vedo come un discorso facile da spiegare agli altri cittadini», afferma il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte. «Quando l’onorevole Luciano Rossi ha presentato la proposta di legge per la defiscalizzazione delle gratifiche - aggiunge - ho assicurato che la commissione esaminerà la materia, ma personalmente sono contrario a una franchigia totale su quei premi».
Secondo Conte, infatti, «è possibile pensare a una tassazione predeterminata su questi “redditi diversi” in modo da dare un segnale di attenzione agli atleti e al valore che viene riconosciuto alle medaglie». Tutt’al più, conclude, «si potrebbe pensare ad aumentare i finanziamenti alle federazioni sportive minori che regolarmente si fanno onore alle Olimpiadi e poi non dimentichiamo che molti atleti fanno parte di gruppi sportivi della Polizia, della Finanza o di altri corpi e percepiscono un regolare stipendio: questo è già un intervento dello Stato».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Stefano Saglia, presidente della commissione Lavoro di Montecitorio. «Non si possono fare norme ad hoc, altrimenti dovremmo intervenire anche sullo sport dilettantistico. Bisognerebbe valutare e non lasciarsi trascinare dall’entusiasmo», ha dichiarato. Possibilista il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli. «Gli atleti hanno ragione - ha commentato - perché hanno dato lustro al Paese. Le Olimpiadi sono un evento eccezionale e si potrebbe studiare un provvedimento che defiscalizzi solo questi premi». Tasse zero anche ai calciatori milionari in caso di medaglia? «Se vincessero, ne avrebbero diritto».
Favorevole alla detassazione pure il portavoce di Fi, Daniele Capezzone. «Ogni volta che si cancella anche solo uno zero di tasse, si fa una cosa giusta. Nel caso dei nostri atleti, ancora di più», ha rilevato.
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