Con l’Abu Dhabi Golf Championship il «girovago» Tour europeo ha visto andare in scena il primo atto - dei tre - che vedono come teatro gli Emirati Arabi. Il torneo, quest’anno alla sua quarta edizione, ha siglato il ritorno alla vittoria del trentunenne Paul Casey che proprio ad Abu Dhabi colse il suo ultimo successo nel 2007. Paul Casey, pur senza vittorie, è sicuramente maturato golfisticamente in questi due anni che gli hanno visto conquistare almeno una quindicina di «top ten» e la terza convocazione per la Ryder Cup. Cresciuto anche questo torneo, che quest’anno, oltre a mettere in palio due milioni di euro, ha visto ai nastri di partenza - grazie sicuramente anche alla munificenza degli emiri - il miglior lotto di giocatori approdati finora ad Abu Dhabi, con in testa Padraig Harrington - vincitore di tre majors negli ultimi due anni -, Sergio Garcia, numero due al mondo, e Trevor Immelman, campione in carica del Masters degli Stati Uniti.
Quattro giorni di bel golf sul percorso del Nationl, anche se nella prima giornata una forte grandinata (nel deserto!) ha fatto sospendere per due ore il gioco ritardandone poi la tabella di marcia che è tornata regolare solo al termine del terzo giro. Paul Casey è stato incollato ai momentanei leader sin delle prime battute, ed al termine delle prime 36 buche figurava al terzo posto, distaccato di un colpo dall’australiano Richard Green e dall’inglese Graeme Storm. Poi l’affondo nel terzo round, quando Paul, con un giro impeccabile, ha segnato un 63 che lo ha proiettato al vertice della classifica con ben 6 colpi di vantaggio sul giovane tedesco Martin Kaymer, vincitore dell’edizione 2008, seguito a ruota da Storm, il connazionale Wall, gli svedesi Edfords ed Hanson ed il sudafricano Oosthuizen.
Ormai per Casey sembrava cosa fatta e confermata quando il vantaggio di 6 colpi rimaneva invariato a sole otto buche dal termine. Ma il golf è imprevedibile e l’inglese nel finale perdeva il tocco sul green, lasciando che Oosthuizen rimontasse e, con un giro in 64 colpi, si portasse momentaneamente al comando tra i giocatori giunti prima di Casey al traguardo. Anche Kaymer andava all’attacco, chiudendo con un eagle all’ultima buca e lasciando Casey con l’obbligo di chiudere in par la 72ª buca per evitare lo spareggio a tre. Nervi saldi e maturità acquisita salvavano il leader da una poco onorevole sconfitta: due putts sull’ultimo green gli davano il successo anche se di stretta misura, e con questo il suo nono successo sul tour e i 245mila euro della prima moneta.
Ottima la prova del nostro Francesco Molinari, unico italiano ammesso al torneo, che, dopo essere stato nella parte alta della classifica per le prime due giornate, ha avuto un leggero calo nel terzo giro, riprendersi poi alla grande nell’ultima giornata, chiudendo in 66 colpi, che lo ha visto risalire dal 18° al 10° posto. Secondo «top ten» in due tornei del torinese, dopo la piazza d’onore nell’Open di Hong Kong e ora figura all’11° posto nell’ordine di merito europeo e al 77° nel ranking mondiale.
Questa settimana il tour si sposta in Qatar (diretta su Sky Sport 3 da giovedì ore 10), con una griglia di partenza ancora più coinvolgente di quella vista ad Abu Dhabi.
Sul Tour americano quinta vittoria di Zach Johnson, vincitore del Masters nel 2007, nel Sony Open disputatosi sul percorso del Waialae C.C. Di Honolulu. Il trentunenne statunitense ha superato di due colpi due giocatori di gran levatura quali il connazionale David Toms e l’australiano Adam Scott, che questa settimana difenderà il titolo nel Qatar Masters. A Johnson la vittoria ha fruttato 972mila dollari. In ombra Geoff Ogilvy (32°), vincitore la settimana precedente, e il campione sudafricano Els, solo 39°.
Per chiudere una buona notizia per il golf azzurro arriva da Emanuele Canonica che nel suo stile tutto «genio e sregolatezza» ha tentato l’avventura del Tour asiatico, andando in Thailandia per conquistare una delle 40 «carte» disponibili tramite la qualifying school.
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