L’installazione di Candice Lin, vincitrice del Premio Arnaldo Pomodoro, al GAM

Nella Galleria d’Arte Moderna di Milano “Personal Protective Demon”, l’opera progettata per lo spazio dall’artista statunitense, fino a domenica 18 giugno

L’installazione di Candice Lin, vincitrice del Premio Arnaldo Pomodoro, al GAM

La Galleria d’Arte Moderna, GAM, fiore all’occhiello del Comune di Milano, in collaborazione con la Fondazione Arnaldo Pomodoro, offre nei propri spazi dedicati al contemporaneo e all’interno del percorso di visita del museo, fino a domenica 18 giugno 2023, la visione dell’installazione “Personal Protective Demon” della scultrice Candice Lin, vincitrice della VI edizione del Premio Arnaldo Pomodoro per la Scultura.

La mostra è a cura di Federico Giani, curatore della Fondazione Arnaldo Pomodoro. grazie alla collaborazione dell’Area Musei Arte Moderna e Contemporanea del Comune di Milano, che condivide le finalità del premio fin dal 2019; Media partnership di IGP Decaux.

Questa installazione è stata pensata dall’artista appositamente per lo spazio museale, lo scalone che collega primo e secondo piano, opera dell’architetto razionalista Ignazio Gardella; collocazione che maggiormente evidenzia la ricerca di Lin sulla storia dell’umanità e dei marginati, degli oggetti decontestualizzati che ritrovano nuova vita, per un nuovo racconto scultoreo. Un monolite di finto marmo, che richiama gli interni del GAM, una sorta di totem, una scultura di un demone di forma fallica con vagine e peni, ispirate alle nostre sculture apotropaiche medievali, in parte coperto da un leggero tessuto di seta color indaco con decorazione della stessa artista che si solleva all’azione di ventilatori nascosti, svelando tutta la sua mostruosità.


La Fondazione Arnaldo Pomodoro è impegnata da 25 anni a promuovere la cultura, la creatività e l’operato dei giovani artisti, affiancando la con­ser­va­zio­ne, va­lo­riz­za­zio­ne e pro­mo­zio­ne del­l’o­pe­ra del suo fon­da­to­re, come l’attuale mostra che si tiene al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma, organizzata dalla Fondazioene e FENDI. Il prestigioso Premio della Scultura, giunto alla sesta edizione, nel mese di aprile è stato assegnato a Candice Lin dal Comitato di Selezione di esperti internazionali, Sebastiano Barassi, Fondazione Henry Moore; Anna Maria Montaldo, già direttrice Area Polo Arte Moderna e Contemporanea Milano; Pavel Pyś, curatore Walker Art Center Minneapolis; Christian Rattemeyer già direttore SculptureCenter New York; dal Comitato scientifico della Fondazione Arnaldo Pomodoro, Lorenzo Respi, direttore produzione Fmav–Fondazione Modena Arti Visive e Andrea Viliani, direttore Museo delle Civiltà, Roma.

Una scelta operata tra i partecipanti dai 25 ai 45 anni, per individuare artisti che con la loro personalissima ricerca possono definire il ruolo della scultura contemporanea, tra passato, presente e futuro. Scrive il Comitato: “Le opere di Lin sono il frutto di una ricerca che spesso guarda a realtà marginali o dimenticate e che si ispirano a figure quali George Psalmanazar, Jeanne Baré, o Lynn Margulis, la cui vita e il cui lavoro fanno vacillare le nostre idee sui temi di razza e genere. Nei suoi lavori, Lin riflette spesso su come i materiali – e quindi anche gli oggetti e la scultura – possano raccontare storie sociali: materiali ricchi di storia, come il tè o la porcellana, indagati nelle loro connotazioni socioculturali e analizzati all’interno di dinamiche storiche controverse. Tuttavia, le installazioni di Lin non sono mai didattiche, bensì speculative, caratterizzate da sfumature che confondono il confine tra finzione e verità. La sua ricerca incessante circa il significato e lo status di questi materiali e oggetti li trasfigura agli occhi dell’osservatore, fino a raggiungere un’armonia peculiare e poetica tra forma scultorea e indagine storica e socioculturale”.

Nella centralissima Via Palestro, addossata ai bellissimi giardini, appare la Villa Reale, di architettura neoclassica, progettata dall’architetto austriaco Leopoldo Pollack, collaboratore del Piermarini, tra il 1790 e il 1796, come residenza del conte Lodovico Barbiano di Belgiojoso; nel 1804 il vicepresidente della Repubblica Italiana Melzi d’Eril la acquista dagli eredi per farne dono a Napoleone. Dopo l’Unità la Villa viene assegnata alla Corona d’Italia e nel 1920 lo Stato la cede al Comune di Milano, si trasforma l’edificio storico in sede della Galleria d’Arte Moderna della città, inaugurata nel 1921, diventando parte delle Civiche Raccolte d’arte del Comune.

Due piani per un patrimonio di circa quattromila opere, di Appiani, Canova, Hayez, Faruffini, Mosè Bianchi, Induno, Piccio, Grubicy, Longoni, fino ai dipinti di soggetto sociale di Morbelli, Sottocornola e Nomellini, ma anche Carrà, De Pisis, Modigliani, Morandi, Sironi, Van Gogh, Medardo Rosso, Cézanne, Segantini, Picasso, Gauguin, Renoir, Vuillard, Rouault, Dufy; importanti le Collezioni, quella dell'Ottocento dello scultore Pompeo Marchesi, la Vismara di Giuseppe Vismara, che raccoglie opere di pittura e scultura del Novecento italiano, la Collezione Grassi, con capolavori di pittura italiana e straniera dal XIV al XX secolo, le donazioni delle famiglie Treves, Ponti e molte altre.

Candice Lin è nata a Concord, Massachusetts, nel 1979, attualmente vive e lavora a Los Angeles. In circa dieci anni di lavoro e di ricerca ha raggiunto una personalissima espressione, con radici nella scultura tradizionale ma anche uso di tecniche e materiali innovativi che mettono in evidenza la ricchezza del racconto. Presente all’ultima Biennale di Venezia con dipinti, disegni e metamorfiche sculture ceramiche ispirate a divinità orientali, da cui fiorivano piccole piante grasse.

Negli ultimi anni ha realizzato installazioni scultoree anche con materiali da lei considerati effimeri; utilizzerà i fondi del Premio per continuare la produzione di lavori che mettono insieme le tecniche tessili a legni dalle forme astratte.

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