Guy Bourdin a Milano, la mostra agli Armani/Silos. Tra storytelling e fotografia

Giorgio Armani omaggia il fotografo francese con una retrospettiva, 100 scatti dalla forte narrazione ed erotismo, capacità evocativa e libertà espressiva, fino al 19 novembre

Guy Bourdin a Milano, la mostra agli Armani/Silos. Tra storytelling e fotografia

Negli spazi di Armani/Silos di Milano, il centro della cultura fotografica contemporanea, nelle sale al piano terra, è visitabile la mostra “Guy Bourdin. Storyteller”, la retrospettiva dedicata al grande fotografo di moda francese tra i più celebri e interessanti del Novecento, innovatore della fotografia di moda e pubblicitaria, dalla forte narrazione ed erotismo, capacità evocativa e libertà espressiva; prorogata fino al 19 novembre 2023, da mercoledì a domenica, dalle 11 alle 19, ultimo accesso alle 18.

Cento fotografie selezionate da Giorgio Armani in collaborazione con gli eredi, riuniti in The Guy Bourdin Estate, che afferma: “Una mostra dedicata a Guy Bourdin che approfondisce, attraverso la lente del fotografo, il sorprendente impatto della sua visione come storyteller. Il suo obiettivo non era quello di scioccare, ma piuttosto di incoraggiare gli spettatori a interagire con le immagini, a porsi domande, a giocare.”

Un omaggio all’opera di Bourdin, al suo rapporto con il cinema, la pittura, il Surrealismo, che hanno influenzato notevolmente il suo stile. Le foto non sono ordinate in senso cronologico, le sale vibrano alla purezza delle tonalità dei rossi, dei verdi, dei viola, degli ocra e dei blu, ma anche alle forme e alle composizioni, nei colori saturi in contrapposizione; un linguaggio fotografico provocatorio, sempre controcorrente, gli oggetti di moda vengono inseriti nello spazio dove la figura femminile e anche pezzi di manichini come figure, dominano e creano mistero, sensualità, shock. La scena è privata dagli inutili dettagli, la luce artificiale e naturale sapientemente distribuita, i punti di vista abilmente studiati.

La mostra si apre con un grande schermo che lascia vedere nelle diverse scene il fotografo all’opera, la sua visione come storyteller, la capacità di creare storie, interi racconti gialli o noir in uno scatto; da qui si aprono le sezioni, una di queste è dedicata all’amore di Bourdin per il cinema, fotografie e campagne pubblicitarie che sono dichiaratamente legate ad Alfred Hitchcock e al tema della “trama misteriosa”, con vere e proprie scene del crimine o inseguimenti della polizia; ma anche campagne per Charles Jourdan, come Caught in the Act, dove la gamba di una donna in calze rosse e slingback verdi dal tacco quadrato ferma la mano di un uomo che è per terra in una via del centro con vicino una pistola, fa da sfondo il cartellone di un cinema con la proiezione del film “Caught in the act”. L’attenzione al dettaglio, la scenografia, l’armonia cromatica e dissacratoria, il trucco “glossy” delle modelle, ci stupisce e ci affascina, come nell’immagine del 1977 scelta per presentare la retrospettiva, l’abito nero si pone in contrasto con il rosso del copricapo, evidenziando il triangolo della schiena e il rettangolo del collo, uno schema geometrico dal forte impatto narrativo. La forte espressività dei contrasti si fa ancora più forte e intensa nella sala dedicata alle ventuno fotografie in bianco e nero.

Ha dichiarato Armani: “Questa mostra conferma la mia volontà di fare di Armani/Silos un centro di cultura fotografica contemporanea". E ancora “A prima vista, Guy Bourdin non è un autore a me vicino: il suo era un linguaggio netto, grafico, forte. Nella sua opera quel che si percepisce subito, in superficie, è la provocazione, ma quello che mi colpisce, e che ho voluto mettere in risalto, sono piuttosto la sua libertà creativa, la sua capacità narrativa e il suo grande amore per il cinema. Bourdin non seguiva la corrente e non scendeva a compromessi: un tratto nel quale mi riconosco io stesso, credo non ci sia un altro modo per lasciare un segno nell'immaginario collettivo”.

Bourdin (pseudonimo di Guy Louis Banarès) è nato nel 1928 a Parigi, dove è scomparso nel 1991. A dieci anni dalla sua morte, nel 2001, venne edito il volume Exhibit A, voluto dal figlio Samuel, che contiene tutte le migliori realizzazioni del padre. Bourdin inizia la carriera come pittore, passa alla fotografia nei primi anni Cinquanta da autodidatta sviluppando uno stile personale, influenzato dalla pittura nell’uso dei colori e delle composizioni, dai linguaggi di artisti come Edward Hopper con il suo realismo dalle luci fredde, un silenzio assordante e immagini dalla solitudine e inquietante metafisica, come Buñuel e il pittore, fotografo e regista Man Ray, conosciuto nel 1951 e diventato amico, che lo guida al movimento d’avanguardia del Surrealismo. Altra ispirazione è il cinema, come Stanley Kubrick, il riferimento al maestro della suspence Alfred Hitchcock e al suo modo di comunicare ansia e angoscia utilizzando lentezza e rapidità che cattura e stimola il subconscio dello spettatore.

Risale al 1952 la sua prima esposizione fotografica presso La Galerie 29, all’interno del piccolo catalogo sulla mostra un’introduzione di Man Ray. Nel 1955 inizia la collaborazione con la rivista Vogue Paris che dura fino agli anni Ottanta, con importanti servizi fotografici e campagne pubblicitarie, in seguito collabora per quindici anni con Charles Jourdan realizzando famose pubblicità, anche per Calvin Klein, Pentax, Bloomingdale’s, Harper’s Bazaar, Chanel, Issey Miyake, Versace, Emanuel Ungaro, e molti altri ancora. La sua prima mostra retospettiva si è tenuta presso il Victoria & Albert Museum a Londra nel 2003, poi allestita anche presso il National gallery of Victoria di Melbourne, ed il Jeu de Paume di Parigi.

Giorgio Armani ha aperto Armani/Silos nel 2015 per i suoi quarant’anni di carriera; ha ristrutturato un magazzino degli anni Cinquanta dove venivano conservate le granaglie di una grande industria, da qui il nome di Silos. Uno spazio espositivo permanente di circa 4.500 metri quadrati su quattro livelli, diventato punto di riferimento della città di Milano con le sue proposte culturali ed espositive; tre piani dedicati alla storia dell’alta moda, oltre 400 abiti e 200 accessori, dal 1980 a oggi, delle collezioni Giorgio Armani, dagli abiti indossati da star del cinema, alla magia dei colori, dei non colore e delle forme.

Oltre all’archivio digitale con bozzetti di abiti, sfilate, video e campagne pubblicitarie, una sala cinema utilizzata periodicamente per proiezioni, rassegne ed eventi; al piano terra ospita mostre temporanee dedicate a moda, fotografia, architettura e design, un book shop e una sosta caffè anche nello spazio all’aperto; all’ultimo piano, l’archivio con un sistema di catalogazione sviluppato appositamente per Armani/Silos, si può consultare gratuitamente.

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