Tipico del mar Rosso e dell'Oceano Pacifico, il Pesce leone (o Pesce scorpione orientale) sta invandendo sempre di più il mar Mediterraneo, come molte altre specie hanno fatto in questi ultimi anni. Ormai le segnalazioni sono costanti: sono sempre di più le specie non autoctone che si stanno insediando nel nostro mare e sul nostro territorio, mettendo a serio rischio l'ecosistema.
Il Pesce leone nel Mediterraneo
Lo Pterois volitans, meglio noto come Pesce leone, è un pesce d'acqua salata comune del mar Rosso, ma anche dell'Oceano Pacifico. Lo si trova in Australia, in Giappone e in Polinesia. Non si tratta dunque di un soggetto appartenente al nostro mare, eppure capita sempre più spesso di incontrarlo. Secondo recenti ricerche effettuate da un team dell'università di Wageningen (Paesi Bassi), il Pesce leone sarebbe giunto nel Mediterraneo passando dal canale di Suez.
Come si legge nella ricerca pubblicata sulla rivista NeoBiota, l'invasione di questa specie è stata silenziosa ma va avanti da anni. L'arrivo dei primi esemplari risale infatti ad almeno a 10 anni fa, quando sono stati registrati i primi avvistamenti nel Mediterraneo orientale. Da lì, lo Pterois volitans si è spostato, arrivando a occupare aree più fredde, contrariamente a quello che avrebbe dovuto essere il suo habitat.
Le ripercussioni sull'ecosistema
Il Pesce leone è un predatore molto vorace, dunque può influire sul nostro ecosistema marino. Si ciba infatti di piccoli pesci e molluschi, e ciò potrebbe portare a conseguenze per la biodiversità del mar Mediterraneo. In futuro potremmo dunque veder sparire delle specie autoctone e questo andrebbe ad influire sulla pesca nostrana, provocando problemi economici.
La tossina
Non solo. Lo Pterois volitans dispone di una tossina che può causare avvelenamenti di vario grado.
Si va dal comune eritema alla comparsa di vesciche nei pressi della puntura, fino alla necrosi (morte del tessuto). Rari i sintomi che comprendono nausea, vomito, dolori, paralisi, difficoltà respiratorie, edema e ischemia del miocardio. Sebbene siano molto pochi, sono stati comunque documentati casi di morte.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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