Molte persone scelgono di avere un cane come compagno di vita e parte della famiglia. Bisogna però fare attenzione al comportamento di questi animali, perché se ci troviamo in un appartamento, o in una zona con case vicine, c'è il rischio di disturbare la quiete di altre persone e di incappare in situazioni abbastanza spiacevoli per tutti.
Disturbi continui, o un atteggiamento particolarmente aggressivo da parte del nostro amico a quattro zampe, potrebbe addirittura portare a una denuncia, come dimostra un caso giudiziario recentemente analizzato dalla Corte di Cassazione.
Lo stalking condominiale
Il cane è una delle cause per cui si verificano i più accesi scontri fra condomini. Guaiti e latrati continui, specialmente nelle ore del giorno destinate al riposo, o addirittura durante la notte, vengono difficilmente tollerati dai vicini di casa. Non solo. Fra le lamentele più frequenti ci sono gli odori sgradevoli, o un atteggiamento aggressivo da parte dell'animale. Quando queste situazioni si prolungano nel tempo e non si risolvono con un semplice dialogo con il proprietario del cane, ecco che la parte offesa decide di rivolgersi alle autorità.
Per quanto riguarda l'aggressività di certi cani, al momento in Regione Lombardia si sta discutendo in merito a una proposta di legge che obblighi i proprietari di cani potenzialmente pericolosi ad avere un "patentino". I problemi legati a questi animali, però, non si limitano solo a questo. Pensiamo, ad esempio, ai latrati continui, ad ogni ora del giorno e della notte, o alla scarsa igiene. A quanto pare, a seconda della gravità della situazione, si può addirittura arrivare a una denuncia per stalking condominiale.
Esprimendosi su un caso avvenuto a Firenze, la Cassazione ha dato ragione alle vittime, riconoscendo gli atti persecutori. A quanto pare un uomo era solito lasciare i suoi tre labrador in giardino, e questi abbaiavano sia di giorno che di notte, disturbando i vicini. Il livello di stress e tensione è salito a tal punto da costringere le vittime a cambiare casa. Si è trattato, secondo i giudici, di veri e propri atti persecutori. Al proprietario dei cani è stata attribuita piena responsabilità penale, con tanto di condanna a un risarcimento danni e alla reclusione.
Un importante precedente
Il caso di Firenze costituisce un precedente molto importante, che potrebbe essere citato in altri episodi simili. I proprietari poco attenti rischiano di essere condannati per stalking condominiale. Secondo l'art. 612 bis del c.p.
chi causa "perdurante e grave stato di ansia o paure della vittima, fondato timore per la propria incolumità o per quella di persona legata affettivamente, costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita" può essere punibile per legge.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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