"Chi finanzia le Ong?". La domanda di Elon Musk detona su X

Il Ceo di X e Tesla, dai social, si chiede chi ci sia dietro le abbondanti sostanze economiche a disposizione delle Ong dei migranti che sbarcano in Italia

"Chi finanzia le Ong?". La domanda di Elon Musk detona su X
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"Chi finanzia le Ong?". La domanda esplode su X e a porla non è un utente qualunque che si interroga sulle (quasi) infinite capacità economiche delle organizzazioni non governative che recuperano i migranti nel Mediterraneo per portarli in Italia. A esprimerla, rendendola pubblica e facendola arrivare a milioni di utenti in tutto il mondo, è Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo, patron di Tesla e di X, che ha commentato un vecchio video che vede protagonista Giorgia Meloni prima della nomina a Palazzo Chigi. Ma questa è una domanda annosa, sospesa da anni in un limbo di risposte mai davvero date.

Apparentemente, infatti, le Ong sono sostenute dalle donazioni dei privati e dai finanziamenti pubblici che provengono dai propri Paesi di bandiera. Quotidianamente si possono trovare appelli delle stesse sui social in cui usano tutte le tecniche di persuasione per spingere gli utenti a privarsi del proprio denaro per versarlo nel mondo reale. In un ipotetico mondo parallelo in cui non esistessero i social, girerebbero col cappello in mano a chiedere soldi ai passanti o allestirebbero banchetti nelle città per ottenere donazioni, non ottenendo i medesimi risultati. I dettagli delle donazioni non vengono mai resi pubblici, quel che si conosce è l'ammontare complessivo delle donazioni, e forse nemmeno quello. In più di un occasione, per altro, il contatore delle donazioni ha fatto improvvisi balzi in avanti come se qualcuno avesse donato in un sol colpo una cifra enorme. E qui si torna alla domanda di Musk: chi finanzia le Ong?

Al di là dei donatori privati, di cui conoscere l'identità è pressoché impossibile, tanto che in molti pensano che dietro l'anonimato possano nascondersi noti magnati, ci sono anche i donatori pubblici, la cui identità è ben nota. Primo fra tutti il governo tedesco, che su ordine del Bundestag lo scorso anno ha elargito oltre 2 milioni di euro alle organizzazioni governative che operano nel Mediterraneo centrale e che portano i migranti in Italia. Il finanziatore principale, però, potrebbe non essere il governo ma la Chiesa evangelica tedesca, che versa ingenti capitali ogni anno per mantenere funzionanti le navi. A questi si aggiungono anche i Comuni, che però stanno iniziando a ridurre le elargizioni, considerate nocive per i conti pubblici. E poi ci sono i Verdi, tedeschi ma anche di altri Paesi, compresi gli italiani, che non si tirano indietro. E allora, sulla scia della domanda di Musk, ci si chiede: perché la Germania, invece di finanziare le navi che foraggiano l'immigrazione irregolare in Italia, non spendono le stesse cifre per sostenere gli immigrati che hanno in casa? Domanda populista dalla risposta ovvia. Ma la seconda domanda è meno scontata: quali sono gli interessi nel portare gli immigrati in Italia?

Il solito ritornello del porto sicuro più vicino non regge. L'Onu e tutte le organizzazioni considerano la Tunisia un Paese sicuro, quindi un valido porto per lo sbarco dei migranti. Le sue coste sono sensibilmente più vicine rispetto a quelle italiane per sbarcare i sedicenti naufraghi raccolti nel Mediterraneo.

Eppure, le Ong pretendono lo sbarco in Italia e, non paghe, accusano il nostro Paese di mettere in pericolo la vita delle persone. Se la vicenda viene messa in questa prospettiva, chiedendo per quale motivo le Ong debbano sbarcare solamente in Italia gli irregolari, la domanda di Musk assume ulteriore forza: chi finanzia le Ong?

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