La crociata della preside dem contro il governo per difendere i migranti

Una fascia bianca al braccio contro chi "lascia affogare" i migranti. L'iniziativa partita da La Stampa arriva nelle scuole. A Torino "adesione di massa" nell'istituto di una preside che milita nel Pd

La crociata della preside dem contro il governo per difendere i migranti

Una fascetta bianca al braccio per "ribellarsi". La trovata ideologica è approdata tra i banchi di scuola. E, guarda caso, a sostenerla è stata anche stavolta una dirigente scolastica vicina al Pd. A lanciare l'iniziativa era stata la scrittrice Elena Stancanelli dalle colonne de La Stampa. Dopo la strage dei migranti a Cutro, l'autrice fiorentina aveva chiesto agli studenti di manifestare il loro dissenso contro le autorità italiane. "Scientemente chi rappresenta il Paese ha deciso di lasciare affogare uomini donne e bambini in cerca di rifugio", aveva infatti argomentato, lanciando un'accusa pesantissima. Da lì, la balzana proposta ai ragazzi: presentatevi a scuola con una fascia bianca "per dimostare che questo non è un Paese razzista". Per scrollarvi dalle spalle "il peso morale di uno Stato che agisce con questa brutalità, cattiveria, mancanza di scrupoli".

L'iniziativa contro il governo

Un'iniziativa a nostro avviso strumentale, perché fondata su una serie di assunti del tutto discutibili. Chi ha detto, infatti, che le autorità italiane abbiano "scientemente" lasciato annegare i migranti? E perché mai l'Italia sarebbe razzista? A dimostrare i risvolti politici della proposta, il fatto che a rilanciarla con entusiasmo sui social fosse stato anche il vicesegretario Pd uscente Peppe Provenzano, auspicando che tante scuole aderissero. "È lì (nelle scuole, ndr) che si costruisce un'Italia migliore. E l'Italia è migliore di chi a volte la rappresenta", aveva scritto l'esponente dem. Al contrario, a sollevare perplessità sui toni utilizzati per lanciare la cosa era stato il senatore Fdi Lucio Malan. Pare che l'iniziativa non abbia riscosso particolare interesse, ma - secondo quanto riferisce il quotidiano piemontese - "da Torino a Crotone" ci sono stati alcuni ragazzi che vi hanno aderito. A dimostrarlo, una foto con alcuni studenti muniti di fascetta bianca al braccio.

La preside impegnata col Pd

A Torino - ha spiegato La Stampa - alla scuola media Calvino c'è sata una "adesione di massa". Alla proposta hanno infatti aderito tutte le diciassette classi. In alcune, si legge ancora sul quotidiano, a indossare la fascetta bianca è stata quasi la totalità degli alunni. E non sono mancate le dichiarazioni soddisfatte della preside Lorenza Patriarca: "La fascia è un simbolo per non addormentare le coscienze, per combattere l’indifferenza. Sono proprio i ragazzi a chiederci di non voltarci dall’altra parte". Il dettaglio che a molti non è sfuggito riguarda però il fatto che la preside dell'istituto comprensivo di cui fa parte la scuola media è anche una consigliera comunale torinese del Partito democratico. Sul suo profilo Facebook compare anche un recente selfie con Stefano Bonaccini. Nulla di strano, vista appunto la sua militanza politica.

Sarà certamente un caso, ma anche stavolta un'iniziativa con il sospetto dell'ideologia ha trovato spazio nella scuola di una preside simpatizzante del Pd. Era accaduto anche con la discussa lettera sul fascismo scritta dalla preside del Liceo Da Vinci di Firenze, in passato impegnata proprio nel partito dem. Tutte coincidenze, forse. In ogni caso, l'idea - a dispetto di quanto raccontato dalla Stampa - non è piaciuta a tutti. "Da genitore, prima ancora che da assessore di questo territorio, mi domando se siano state informate le famiglie dei ragazzini minorenni coinvolti in questa campagna mediatica", ha commentato Maurizio Marrone, assessore alla cooperazione internazionale della Regione Piemonte.

La "strumentalizzazione politica" a scuola

E ancora, l'esponente delle istituzioni ha aggiunto: "Ai più giovani converrebbe insegnare che le morti in mare si evitano con una politica seria di prevenzione delle partenze gestite dai trafficanti di esseri umani.

E anche con interventi seri ed efficaci di cooperazione internazionale". Da qui, l'amara riflessione: "Impiegare i bambini in simili coreografie, invece, puzza di strumentalizzazione politica al fine esclusivo di attaccare il governo".

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