- Sarebbe arrivata l’ora di vivere il 25 aprile in maniera più laica: la fine della guerra, la liberazione dal nazismo, amen. Smettiamola ogni volta col cercare chissà quale dichiarazione da parte di chi volente o nolente conserva, nelle radici profonde, un raccordo col Movimento Sociale Italiano.
- Per definizione, lo dico all’Anpi e ai sodali, per essere democratici non è necessario essere antifascisti. Tant’è, per dire, che in mezzo mondo la democrazia è tale anche se chi la pratica non ha conosciuto l’esperienza del fascismo e poi il suo opposto. Che dite, chiudiamo questa storia oppure dobbiamo dichiararci pure anti-imperialisti visto che ai tempi dei romani abbiamo sottomesso decine e decine di popoli?
- Ci siamo: tra non molto inizierà la controffensiva ucraina. Kiev chiede munizioni, molte di più rispetto a quelle arrivate fino ad adesso, per sostenere l’avanzata. Ormai non ci resta che fornirle e attendere sulla sponda del fiume. Oltre un anno fa c’è chi lo diceva: guerra chiama guerra. E ora siamo al punto in cui, abbandonata ogni idea di un accordo diplomatico con la Russia, o la va o la spacca: se l’Ucraina sfonda, dovremo capire come gestire l’orso russo ferito (e Putin); se Kiev non avanza, allora forse il prossimo inverno sarà quello buono per sedersi intorno a un tavolo. Inutile fare previsioni: chi vivrà, nel vero senso della parola, vedrà.
- Renato Zero su Elly Schlein e l'utero in affitto: "Chi è? Ah, certo. Si fa molta confusione con le parole. Non mi sembra ci sia urgenza di queste cose. Ci sono tanti bambini da adottare. Bisognerebbe snellire le pratiche per poterlo fare". Fine della questione. Renato ci spiega bene perché sulla maternità surrogata Schlein è stata costretta a fare marcia indietro a causa delle tensioni interne: perché una cosa è la libertà, quella che Zero ha sempre praticato, un'altra è affittare uteri per produrre bambini in serie. Coi diritti non c'entra nulla.
- Luigi Di Maio ha tutta la mia ammirazione. Sono sincero. Si è candidato alle parlamentarie da perfetto sconosciuto, ha preso una manciata di voti e si è ritrovato dalla sera alla mattina vicepremier. Poi ha guidato la sua canoa verso il “Pd di Bibbiano”, poi verso Mario Draghi, infine ha tentato la carta del partitino personale (pessima idea). Quando tutto sembrava perduto, Luigi ha tirato fuori dal cappello questo posticino da inviato Ue nel Golfo che gli garantirà per una ventina di mesi stipendio e soprattutto uno standing. Eterogenesi dei fini: il ragazzetto “vaffaday” entrato in Parlamento per ribaltarlo come un calzino, finisce con l’indossare il doppiopetto dei burocrati. Una giravolta così, neppure Tabacci.
- Ragioniamo per ipotesi: secondo voi, se Di Maio non avesse guidato l’operazione “responsabili” per Mario Draghi, di fatto suicidandosi politicamente, sarebbe riuscito davvero ad ottenere da Josep Borrell l’ambito posticino da inviato Ue? Chiedo per un amico…
- Gianfranco Fini torna a parlare e lo fa in occasione del 25 aprile. Chiede alla Meloni di dichiararsi “antifascista”. Ma l’errore, caro Fini, sta tutto nella definizione di “antifascismo”: se parliamo della lettura che ne danno l’Anpi e il Pd, i quali trasformano tutto ciò che non è di sinistra in fascismo e ancora oggi pensano che ci siano dei fascisti al governo, allora caro Gianfranco nessuno di noi può dichiararsi tale. Per dire: che c’entra col 25 aprile la critica di Lucia Annunziata al decreto Cutro sull’immigrazione? Perché sarebbe "fascista" chiudere le frontiere, quando la stessa identica cosa fa Joe Biden negli Usa?
- "Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno". "Le Ong sono taxi del mare". "Questa Europa tra tre mesi è finita". "Se si dovesse arrivare al referendum, che però io considero una 'extrema ratio', è chiaro che io voterei per l'uscita dell'Italia dall'Euro, perché significherebbe che l'Europa non ci ha ascoltato". "Certe cose vanno prese di petto e non rimandate. Ci avevano detto che non si potevano fare, ma noi l'Europa la cambiamo". Quello che Di Maio non dice che è ha cambiato idea su un sacco di cose: doveva ribaltare il modo di fare politica e invece la politica ha ribaltato lui. Nato incendiario, morirà burocrate europeo.
- Repubblica dice che Pd e FdI sono
divisi “solo da 7 punti” nei sondaggi. “Solo”? Guardate che sette punti sono una enormità. Sono esattamente la distanza tra i due partiti alle politiche di qualche mese fa. E allora parlammo di debacle del Partito Democratico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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