"Geolier un impresentabile". Il duro sfogo del padre di Giogiò

Durissimo sfogo del padre di Giovanbattista Cutolo, il musicista ucciso a colpi di pistola e ricordato all'Ariston, dopo l'onorificenza a Geolier dal sindaco di Napoli. "Certi simboli fortificano la malavita"

"Geolier un impresentabile". Il duro sfogo del padre di Giogiò
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La celebrazione del rapper Geolier, che a Napoli in mattinata aveva ricevuto un'onorificenza dal sindaco Gaetano Manfredi, non è piaciuta affatto al regista teatrale Franco Cutolo, padre di Giovanbattista, il giovane musicista ucciso da un minorenne con tre colpi di pistola nell'agosto scorso. "Fuitevenne", ha scritto su Facebook il papà di Giogiò, citando la famosa esortazione di Eduardo De Filippo. Poi l'uomo ha aggiunto altre considerazioni critiche nei confronti del sindaco partenopeo, assieme a un eloquente scatto che raffigura Geolier con un mitra dorato tra le mani, in un fermo immagine del videoclip della sua canzone "Narcos".

"Sindaco Manfredi Grazie, lei è un grande", ha scritto Franco Cutolo in tono polemico, sottolineando quella sua reazione con una faccina disgustata. Poi lo sfogo ben più esplicito affidato all'Agi. "Geolier è un ragazzo fortunato perché si è trovato spinto da un ingranaggio mediatico e pubblicitario che, a prescindere dal Festival di Sanremo, gli ha fatto intercettare il mood dei ragazzi. Ma ciò non giustifica la sua impresentabilità, la sua mancanza di cultura e di preparazione. Lo dico da artista che ha sempre rappresentato nel proprio teatro le minoranze, che ha dato spazio alla cultura popolare e alle culture subalterne ma qui, però, troviamo solo la cultura dell'efferatezza", ha dichiarato il regista e padre di Giogiò all'agenzia di stampa.

"Ho saputo che Geolier è uno dei miti dell'assassino di mio figlio e non mi sorprende", ha sostenuto ancora l'uomo, anche se va precisato che Geolier andò ai funerali di Giovanbattista e lanciò un appello ai ragazzi per condannare l'omicidio, auspicando un cambio di mentalità tra i giovani. "Ma è retorica, quel che conta è ciò che lui rappresenta: nel look, nel modo di parlare, nel modello che offre ai ragazzi della strada", ha però lamentato il regista Cutolo. E ancora: "Smettiamola, per favore, con il campanilismo becero per cui poiché è napoletano noi napoletani dobbiamo auspicare che vinca Sanremo un impresentabile". Parole inequivocabili e dure allo stesso tempo, non solo nei confronti dell'artista ma anche verso chi lo aveva sostenuto durante il Festival.

"Questo campanilismo, questa autoconsolazione è la rovina di Napoli. Certi simboli fortificano la malavita e se la malavita si fortifica saranno uccisi altri Giogò che tanto potrebbero dare alla nostra città", ha proseguito il padre di Giogiò. Poi la critica al sindaco Manfredi per la sua scelta: "Mi dispiace che la politica sia diventata un business di numeri, che il sindaco si presti a questo solo perché contano i numeri dei follower, degli streaming e dei download. I milioni. Non la qualità. Contano i numeri". E ancora, il regista ha rimarcato: "Non parlo per classismo né disprezzo le periferie. Semplicemente, mi vergogno che si omaggi questo tipo di rappresentazione. E non solo perché sono il padre di Giogiò. Lo dico da napoletano e da artista".

Una posizione altrettanto critica nei confroni delle celebrazioni per Geolier l'ha assunta la madre di Giovambattista Cutolo, Daniela Di Maggio, che proprio durante il Festival di Sanremo era stata ospite all'Ariston per ricordare in modo commosso e intenso il proprio figlio. "Non si può fare una cosa del genere. Così passa un messaggio sbagliato", ha lamentato la donna al Corriere del Mezzogiorno, riferendosi alla consegna da parte del sindaco di Napoli di una targa personalizzata a Geolier al Maschio Angioino. "Ho difeso certo e difenderò Geolier, che sta cambiando il suo modo di scrivere e fare musica. Che ha detto anche che dalla morte di Giogiò i ragazzi hanno capito tante cose, che avere un'arma non è la soluzione, che i ragazzi dei quartieri devono cambiare. Bene, era quello l'obiettivo.

Ma premiare solo chi nel passato imbracciava il kalashnikov d'oro, cioè Geolier, escludendo una vittima, Giogiò, è incoerente, sbagliato. Mi chiedo: tu sindaco di Napoli che messaggio vuoi dare alla città? Sono indignata", ha concluso la signora Di Maggio.

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