"L'immigrazione...", "Non c'è tempo". E la Venier stoppa il comizio di Dargen D'Amico

A Domenica In il cantante risponde alle domande dei giornalisti e si lancia in un discorso pro-accoglienza. La conduttrice lo interrompe: "Non abbiamo tempo...". Polemiche sui social

"L'immigrazione...", "Non c'è tempo". E la Venier stoppa il comizio di Dargen D'Amico
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Più che un'Onda alta, quella del Sanremo politico è un'onda lunga. All'indomani della kermesse canora condotta da Amadeus, gli echi degli appelli pacifisti e pro-immigrazione lanciati dall'Ariston sono arrivati anche a Domenica In. Durante la trasmissione pomeridiana, eccezionalmente in onda dalla Città dei Fiori, ieri il cantante Dargen D'Amico ha risposto alle domande dei giornalisti lanciandosi in un discorsone in favore dell'accoglienza. Ma la conduttrice Mara Venier lo ha fermato in modo sbrigativo: "Non abbiamo tempo...". L'episodio ha prontamente fatto discutere.

Il discorso pro-accoglienza di Dargen D'Amico

Sui social, dove lo spezzone televisivo è stato subito rilanciato, qualcuno ha addirittura gridato alla censura. In realtà, quella della Venier era parsa come una mossa quasi obbligata, vista la piega "politica" che stava assumendo il dialogo sul palco. Rispondendo alle domande dei giornalisti, infatti, Dargen D'Amico aveva attaccato il disco pro-accoglienza. "In Italia c'è sempre stata la regola dell’ospitalità e dell’accoglienza, una volta le porte delle case erano aperte (...) Questo è il nostro bagaglio genetico ideale, giusto? Nel momento in cui ascolto discorsi che si dimenticano del valore istintivo della protezione dei cuiccioli, noto che c’è qualcosa che non funziona nell’istinto umano perché se non si proteggono i bambini niente funzionerà".

L'intervento della Venier

E ancora: "Non si parla mai del fatto che la bilancia dell’immigrazione economica è in positivo: quello che gli immigrati immettono nelle nostre casse per pagare le nostre pensioni è più di quello che spendiamo per l’accoglienza. Queste sarebbero statistiche che ogni tanto andrebbero raccontate...". Così, la puntata sanremese di Domenica In si stava trasformando in un dibattito. Mentre il cantante pronunciava quelle parole, la conduttrice Mara Venier è intervenuta per fermarlo: "Va bene però qui è una festa, ci vorrebbe troppo tempo per affrontare determinate tematiche. Noi qui stiamo parlando di musica".

"È colpa mia, scusate...", ha chiosato Dargen. E la Venier: "Non è colpa tua, siccome è molto difficile in tre parole dire tutto questo. Ci vorrebbe molto più tempo perché sono tematiche importanti, sono domande a cui bisogna rispondere in maniera dettagliata. Il tempo non ce l'abbiamo, dobbiamo far cantare gli altri. Scusatemi”. A quel punto, D'Amico ha salutato tutti e lasciato il palco: "Arrivederci, se non dovessimo rivederci...". Lo scambio di battute è presto diventato un caso, con decine di reazioni sui social. E la Venier si è ritrovata accusata di aver "zittito" il cantante. In realtà quest'ultimo aveva già avuto modo di esporre il proprio pensiero, sia durante il Festival sia a Domenica In. Scomodare il concetto di censura è a dir poco improprio.

Il comunicato dell'Ad Rai

Ma a buttarla in politica non sono stati solo alcuni utenti del social. Pd, tornando a tuonare contro la presunta "tele-Meloni" (invenzione peraltro smentita dai fatti), ha ribadito che "la libertà di espressione degli artisti è sacrosanta e va rispettata" e ha chiesto le dimissioni dell'Ad Rai Roberto Sergio, che ieri aveva espresso solidarietà "al popolo di Israele e alle comunità ebraiche". A fare notizia era stato infatti anche un comunicato del top manager Rai letto in direta da Mara Venier. "Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta", recitava il messaggio del vertice di Viale Mazzini.

Incredibili a dirsi, pure le espressioni di solidarietà nei confronti di Israele (dopo che nessuno aveva ricordato il massacro compiuto dai terroristi peraltro proprio in un festival musicale) sono diventate motivo di scrontro. "La Rai è ormai diventata il megafono del governo di Giorgia Meloni e i suoi vertici sono inevitabilmente schierati con esso", ha lamentato il deputato dem e segretario Pd della toscana Emiliano Fossi. E il deputato Pd Alessandro Zan ha parlato di "pagina nera della Rai". Diversamente, per il ministro degli Esteri Antonio Tajani, "i messaggi devono essere sempre equidistanti. È mancato nella prima giornata un messaggio a tutela degli ostaggi.

Ieri pomeriggio c'è stato un intervento da parte di Mara Venier che ha letto una dichiarazione di Sergio, che ha riequilibrato la situazione. Il primo giorno sembrava una scelta soltanto di una parte, la seconda è stata più equilibrata, ha portato equilibrio in una posizione che pendeva soltanto da una parte”.

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