"È l'ultimo bimbo nato". Un filmato racconta l'Italia senza figli del 2050

Un cortometraggio rappresenta lo scenario distopico di un'Italia in cui è rimasto solo un neonato. Il racconto inquieta e fa riflettere, soprattutto per le sue implicazioni sociali. "Mancano politiche efficaci per le famiglie..."

"È l'ultimo bimbo nato". Un filmato racconta l'Italia senza figli del 2050

"Adamo è un bambino speciale, è l'ultimo bambino nato in Italia". Un neonato vagisce nella culla e attorno a lui c'è il deserto. Solo una schiera di lettucci vuoti, avvolti nel silenzio più assordante. È da brividi lo scenario rappresentato in un cortometraggio realizzato da Plasmon per sensibilizzare sul tema - urgentissimo - dell'inverno demografico nel nostro Paese. Il filmato, realizzato con la regia Beppe Tafarulo, racconta una realtà distopica nella quale un bimbo è costretto a crescere da solo, in assenza di coetanei. "Dopo di lui nel nostro Paese non è nato più nessuno", spiegano infatti mamma e papà (accidenti, che affronto alla retorica arcobaleno) mentre osservano il loro piccolo con gli occhi velati di malinconia.

Adamo, il cortometraggio sulla denatalità in Italia

Siamo nell'immaginaria Italia del 2050, data piuttosto significativa. Nell'anno in cui la politica auspica di completare la transizione ecologica, la nostra società si ritrova senza la sua unica energia vitale: quella dell'infanzia. Il cortometraggio è a tratti struggente, per quanto in grado di ricreare uno scenario non troppo difficile da immaginare (e pure questo è un problema). Il piccolo Adamo - nome evocativo - cresce senza amici, gioca solo con i genitori e non conosce la gioia di frequentare la scuola con altri bambini. Nel cortometraggio Plasmon la narrazione lascia spazio alle riflessioni, affidate alla voce di Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia all'università Cattolica di Milano.

"Mancano politiche efficaci"

"Se mancano politiche efficaci nei confronti delle famiglie, se mancano misure strutturali per la paternità e la maternità, se mancano i servizi per l'infanzia e gli asili nido, è chiaro che il destino rischia di essere poi quello che si è realizzato", afferma il docente, inserendo un ragionamento assolutamente veritiero nella finzione scenica dello spot. E infatti il problema della denatalità non può non fare i conti con la politica e con quell'atteggiamento che spesso (soprattutto in area progressista) ritiene questi temi secondari o troppo identitari per essere posti al centro di azioni condivise. Anzi, oggi la famiglia stessa è messa in discussione, relativizzata, svalutata.

Perché in Italia non si fanno più figli: i dati

Peraltro, secondo uno studio commissionato proprio da Plasmo, nel 69,2% dei casi le motivazioni di chi decide non non mettere su famiglia sono legate ai costi del mantenimento. E poi alla paura di dover perdere il lavoro o comunque di avere conseguenze professionali negative (60,2%). La questione dei servizi è invece sentita come dirimente dal 55,1% di chi sceglie di non avere figli. Meno rilevanti, invece, la sfera personale (40,9%) e quella legata alla salute (36,4%). L'analisi indica poi che non sono solo gli italiani senza figli a volerne. Tra chi è già genitore (il 57,4%), almeno un terzo (34,3%) desidera altri bambini. Ma non li fa.

La proposta di legge

L'azienda che ha commissionato il cortometraggio ha proposto di raccogliere istanze dal mondo del lavoro e di analizzarle in occasione della prossima edizione degli Stati Generali della Natalità (in programma a maggio), per poi condividerle con la sfera pubblica. L’obiettivo è arrivare a una proposta di legge che intervenga sugli incentivi alla natalità.

Nel video distopico alcune sequenze fanno riflettere: si vede un asilo vuoto con i disegni dei bambini custoditi come lontani ricordi e una sala parto inutilizzata, con gli strumenti medicali e i lettini coperti da un cellophane impolverato. Uno scenario spaventoso, più che di fantasia.

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