Padre Andrew Adeniyi Abayomi, viceparroco della Chiesa cattolica di San Francesco Saverio ad Owo, nello Stato nigeriano dell’Ondo, ha impresso nella memoria ogni istante della mattanza che si è consumata la mattina della domenica di Pentecoste, subito dopo la celebrazione della messa. È il 5 giugno del 2022, la chiesa è gremita di fedeli. Non lo sanno, ma tra di loro sono nascosti alcuni dei carnefici. Hanno pregato assieme a loro, consapevoli che di lì a pochi minuti avrebbero fatto strage di innocenti. Quando sono iniziate le esplosioni chi ha potuto è corso verso padre Andrew gridandogli di pregare. E pregandolo a sua volta di metterli in salvo.
"Li ho protetti come una chioccia protegge i suoi pulcini e ho detto loro di non preoccuparsi, perché Dio avrebbe fatto qualcosa", racconta il sacerdote. Al termine dell’agguato il pavimento era disseminato di cadaveri. Oltre 40 i morti. "È stato un attacco ben pianificato e gli agenti di polizia presenti nelle vicinanze non sono intervenuti in nostro soccorso nonostante sia durato almeno 20 minuti". "Il mondo – è l’amara considerazione - ha voltato le spalle alla Nigeria. Si sta compiendo un genocidio, ma a nessuno importa". E non c’è solo la Nigeria stretta nella morsa dell’odio anti-cristiano.
L’ottava edizione dello studio "Perseguitati più che mai" di Aiuto alla Chiesa che Soffre, che prende in esame il biennio 2020-2022 e anticipa la nuova edizione del Rapporto sulla Libertà Religiosa, che verrà presentato il prossimo 20 aprile, sottolinea come le violazioni dei diritti umani contro i cristiani siano in netto peggioramento. Il trend negativo era stato già evidenziato negli anni scorsi: il Pew Research Center nel 2019 definiva i cristiani il gruppo più perseguitato al mondo. I Paesi in cui si registravano questo tipo di violazioni sono passati da 145 nel 2018 a 153 nell’anno successivo e la World Watch List 2022 della Ong Porte Aperte, parlava di "cambiamenti di portata epocale nel panorama delle persecuzioni" ai danni dei cristiani.
Nonostante ciò in alcuni Paesi violenza e terrore contro chi è colpevole soltanto di professare la fede in Cristo sono diventate routine. In Nigeria, ad esempio, in un anno e mezzo, tra il gennaio 2021 e il giugno 2022, sono stati uccisi oltre 7.600 cristiani. Numeri impressionanti, che ormai vengono associati alla parola "genocidio". L’obiettivo dei gruppi jihadisti che stanno guadagnando terreno in tutta l’Africa, secondo il reverendo Samson Ayokunle, presidente dell’Associazione Cristiana della Nigeria, è quello di "cancellare il Cristianesimo".
Ci sono le stragi, come quella di Owo, le esecuzioni di Boko Haram, e gli omicidi brutali, come quello di Deborah Samuel, studentessa cristiana di 25 anni prima lapidata e poi arsa viva per aver inoltrato messaggi "blasfemi" su WhatsApp. E poi l’esodo di almeno 800mila persone in fuga dagli assalti dei terroristi dello Stato Islamico. I Paesi in cui il livello di persecuzione è più alto sono almeno 24. Nel 75 per cento di questi, "l'oppressione o la persecuzione dei cristiani è addirittura aumentata", spiega il direttore di Acs Italia, Alessandro Monteduro.
In Africa la situazione è particolarmente peggiorata anche in Mali, dove i gruppi estremisti controllano le aree centrali del Paese, in Sudan, in Eritrea ed Etiopia, dove l’odio religioso si mescola a quello etnico, e in Mozambico, dove gli attacchi di al Shabab hanno provocato la morte di almeno 4mila persone. In Asia sono i regimi autoritari a perseguitare i cristiani. In Corea del Nord "fede e pratiche religiose sono ordinariamente e sistematicamente represse". La Cina continua a perseguitare e controllare i cristiani che non accettano la linea ufficiale del Partito Comunista. Nel maggio del 2022 la polizia di sicurezza nazionale di Pechino ha arrestato il cardinale Joseph Zen con l’accusa di collusione con forze straniere. Il porporato, poi rilasciato su cauzione, si è sempre dichiarato non colpevole.
Alla base delle persecuzioni ci sono anche i nazionalismi religiosi. In India, ad esempio, sempre tra gennaio 2021 e giugno 2022, sono stati registrati 710 episodi di violenza anti-cristiana. In Pakistan, ma anche in Egitto, sono molte le giovani donne cristiane che vengono rapite, stuprate e poi obbligate a convertirsi. Ad essere messa in pericolo è pure la sopravvivenza di alcune delle comunità cristiane più antiche del mondo. Nel Medio Oriente che ha sperimentato l’occupazione jihadista la presenza di questo gruppo religioso è sempre più rarefatta. In Siria, i cristiani sono crollati dal 10% della popolazione a meno del 2%, passando da 1,5 milioni del periodo precedente la guerra ai circa 300mila di oggi. Anche in Iraq la comunità cristiana si è dimezzata. I cristiani fuggono anche dall’Afghanistan controllato dai talebani.
Il problema, viene sottolineato nel report della fondazione pontificia, è anche l’indifferenza con cui spesso viene affrontata la questione, nonostante i governi stiano iniziando a riconoscere
l’importanza della libertà religiosa. È proprio l’Occidente, infatti, si legge nel dossier "a negare che i cristiani rimangano il gruppo maggiormente perseguitato". E questo in nome del "politicamente corretto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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