Un'edicola che chiude è una ferita alla società

Tra il 2020 e il 2024 sono state 2700 le edicole chiuse in tutta Italia (Report Unioncamere), soltanto a Milano sono state 129. Sono i numeri di una strage

Un'edicola che chiude è una ferita alla società
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Gentile Direttore Feltri,
quando un'edicola chiude tutto diventa più triste. Si fa triste la strada, il quartiere, la città. È una tristezza che si espande come le onde magnetiche e penetra in ogni cuore coinvolgendo tutta quella parte dell'universo che vive di cultura, di sapere, d'amore e di pace. Un'edicola che chiude ti addolora quasi come quando muore un poeta, quando vedi un albero bruciato, un bambino picchiato, un animale maltrattato, una famiglia che si sfascia, un amico che ti inganna, un figlio ingrato, un uomo affamato, un barbone che dorme su un cartone, il cadavere del clandestino che cercava libertà e lavoro in una nuova Patria. Quando un'edicola chiude diventi triste come quando vedi le ingiustizie di quella parte di mondo cattivo che vive soltanto per il dio-denaro, come quando leggi che i vecchi ricoverati in una casa di riposo vengono maltrattati, che quei tali politici hanno rubato, che quei servitori dello Stato hanno tradito il loro giuramento di fedeltà, che c'è una gioventù disperatamente in cerca di lavoro mentre ogni giorno fabbriche e industrie chiudono buttando sulla strada migliaia di lavoratori. Quando un'edicola chiude è come una bella favola che finisce e ti rendi conto che aumenta sempre di più il numero di coloro che non possono più vivere «felici e contenti»!

Raffaele Pisani

Caro Raffaele,
interpreti alla perfezione, sebbene in modo molto più poetico, un mio pensiero, anzi un mio sentire, che condivido spesso, soprattutto con mia moglie Enoe, la quale lamenta la chiusura delle edicole nel nostro quartiere, zona Nord di Milano. Da quando abitiamo qui, soltanto da qualche anno, sono parecchie quelle che hanno sigillato i battenti, così che riuscire ad acquistare i giornali la mattina è divenuta una impresa impossibile. Tra il 2020 e il 2024 sono state 2700 le edicole chiuse in tutta Italia (Report Unioncamere), soltanto a Milano sono state 129. Sono i numeri di una strage, la strage pure dei giornali. E vedi per strada queste carcasse di metallo, questi scatolini vuoti, che un tempo esponevano riviste di ogni tipo e vi si fermavano anziani, adolescenti e bambini, uomini e donne, anche solo per curiosare. Sì, l'edicola era un perno intorno a cui ruotavano la comunità di quartiere, la vita, la socialità. Recarsi in edicola era attività giornaliera. Un rito? Forse, come quello del caffè. Sicuramente una cara abitudine, mettere da parte la quale, ovvero rinunciarci, ha comportato addirittura sofferenza, come la tua lettera testimonia. Si dice che «tanto vale chiudere dato che nessuno più legge i giornali e ci si informa tutti sulla rete», quantunque in modo approssimativo, ma è anche vero che tanta gente, come te, come me, che aveva l'uso di procurarsi i cartacei, allorché l'edicola a due passi da casa è stata dichiarata finita, non ha avuto più l'opportunità di comprare e leggere il proprio quotidiano prediletto. Ci siamo dovuti organizzare in qualche maniera per sopperire a questa mancanza, per risolvere questo disservizio, per riuscire a colmare questo vuoto. Quando scorgo le edicole chiuse, una profonda tristezza mi assale in quanto mi rendo conto che è il tramonto di un'epoca che per me è stata felice, un'epoca in cui si leggeva, ci si informava, si conservavano usi sani e virtuosi, si partecipava, poiché rendersi edotti riguardo ciò che accade nel mondo e nel nostro Paese o nella nostra città è anche e soprattutto rendersi cittadini attivi, esseri civili. Sì, una forma di partecipazione attiva, che diminuisce ogni volta che un'altra edicola ancora, l'ennesima, subisce inerme l'abbassamento definitivo della saracinesca.

Ma le edicole chiuse segnano anche gli albori di una nuova epoca, quella in cui tutto si svolge in un altrove virtuale in cui ci muoviamo come zombi e la gente non si incontra più, ovvero le persone non si pongono più le une davanti alle altre.

Non tocchiamo i giornali e non tocchiamo più altri esseri umani. Tutto viene vissuto con qualche filtro, schermo, protezione.

La cosa un po' mi terrorizza. Dove stiamo andando? Dove arriveremo? Non è questa anche l'abdicazione alla nostra umanità?

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