- Vorrei tanto sapere a quale santo si vota Goffredo Bettini che ogni due per tre riesce a ottenere una paginata a lui dedicata sul Corriere della Sera, nonostante i suoi consigli al Pd ai tempi dell'innamoramento per Conte non è che abbiano portato a grandi risultati. Epperò lui è lì, piace alla gente che piace, ancora interessato ad un campo largo che nei fatti non esiste. Ma guai a fargli notare che le sue previsioni si sono rivelate errate.
- Ursula von der Leyen lancia l’allarme sull’invasione di auto cinesi nel mercato italiano. Soprattutto elettriche. Per carità: è vero che i sussidi cinesi e il basso costo del lavoro permettono di avere auto a prezzi quasi imbattibili, ma il problema è anche un altro: prima della moda elettrica, il know how sui motori era occidentale; sulle auto a batteria, invece, il coltello dalla parte del manico ce l’hanno loro. Domanda: chi era a capo della Commissione Europea che ha approvato l’addio all'endotermico entro nel 2035? Esatto, la stessa Ursula che oggi grida al pericolo cinese. Non è un tantino ipocrita?
- Ha ragione Eugenia Roccella a dire che “il lavoro più socialmente utile che ci sia” è “fare un figlio”. L’importante è mettere nelle condizioni le donne di non dover scegliere tra prole e lavoro, prima che sia troppo tardi: con una natalità così bassa il Paese non può durare a lungo.
- Quindi fatemi capire: l’Usigrai, sindacato “di sinistra” che protesta contro il governo, sarebbe lindo, pinto e rispettabile; mentre l’Unirai, sindacato “di destra” che non vuole scioperare, sarebbe al servizio del potere “per pilotare le news”. Ci vedo un tantino di razzismo sindacale, cara Repubblica. Quello che proprio non riescono a concepire è che qualcuno non la pensi come loro. Se sei un giornalista non ci sono alternative: o sei di sinistra, o sei schiavo. Tertium non datur. E se fai il sindacalista: o sei “rosso” o ti accusano di essere un “cavallo di Troia” del potere. Tragico, ma tipicamente italiano.
- Dov’era l’Usigrai quando FdI, unico partito di opposizione, veniva esclusa da ogni ruolo in Viale Mazzini?
- Leggo l’intervista al presidente della Fnsi, sindacato dei giornalisti, e mi ricordo perché vorrei tanto poter uscire anche dall’ordine dei giornalisti oltre a non aver alcun rapporto coi sindacati di categoria.
- Che goduria vedere il tg1 e il tg2 dell'ora di pranzo andare in onda. Che bello quando gli scioperi ideologici fanno flop.
- Non è piacevole l’idea che Netanyahu metta a tacere Al Jazeera in Israele. Però torniamo a ricordare che l’Unione Europea ha fatto lo stesso con le reti televisive russe all’indomani dell’invasione in Ucraina. Insomma: non possiamo fare la morale a nessuno.
- L’idolo della chat antifachic di Giannini è senza dubbio Dario Vergassola, comico, cantautore e suo malgrado infilato in questa “riunione di condominio” lanciata dall’ex direttore della Stampa. Una verità su tutte nella sua intervista di oggi: “Lo stalkeraggio del ‘si dichiara antifascista?’ inizia a stufarmi. (…) Alla gente bisogna parlare di sanità, poi anche di scuola, lavoro e ambiente. L’antifascismo, per ora, non è un problema”. Colpiti e affondati.
- Volete tagliare una siepe? Dovete dichiararvi antifascisti, compilando un apposito modulo e inviandolo alle competenti autorità comunali. Sembra uno scherzo, ma non lo è. Succede a Cernusco sul Naviglio, ridente cittadina alle porte di Milano, dagli ottimi servizi generali ma vittima di un paradosso che è insieme politico e burocratico. La storia è questa: la precedente giunta, guidata però dallo stesso sindaco, di sinistra, per rispondere ad un periodo turbolento dove in paese si moltiplicavano le iniziative di CasaPound decise di imporre il certificato di antifascismo. Da qui l’obbligo per chiunque intenda affittare una sala o occupare il suolo pubblico di fare professione di fede antifà. L’irrazionale norma, peraltro attiva in diverse zone d’Italia, ha prodotto dopo qualche anno i suoi effetti perversi: un cittadino doveva potare una pianta perché pericolosa per i passanti e ha dovuto dichiarare che “l’iniziativa rispetta i valori sanciti dalla Costituzione” (c’è sempre il rischio che la motosega sia anticostituzionale, no?”), di “ripudiare il fascismo e il nazismo” (si sa: l’Italia è piena di boscaioli neonazi) e “di non professare e non fare propaganda di ideologia neofasciste o neonaziste” (non sia mai che sfrondando la siepe ti parta il saluto romano).
Il punto è che concluso il fervore ideologico che ha prodotto la legge, resta l’aggravio per il cittadino. Ci manca solo che chiedano al povero giardiniere di intonare Bella Ciao mentre lavora. Hasta la siepe, siempre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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