L’Europa sta affrontando il tema della transizione energetica puntando alla decarbonizzazione totale, un obiettivo che passa anche per la mobilità elettrica, è vero, ma abbraccia praticamente tutti gli aspetti della società, dal mondo della produzione alle abitazioni, con un filo rosso - o meglio verde - che unisce tutti questi settori, e che si chiama energia.
Per sua conformazione, però, l’Unione Europea delega e lascia ancora oggi molte libertà ai singoli Stati, per questo diventa interessante andare a vedere cosa succede fuori dai confini di un’Italia che resta ancora timida nel puntare sulle auto elettriche.
A prescindere dalla marcia ingranata dai diversi Stati, le tematiche da affrontare sono però comuni e speculari: infrastruttura di ricarica, produzione energetica, supporto ai cittadini con la creazione di incentivi per l’acquisto delle auto elettriche e, possibilmente e per diventare protagonisti attivi, anche la produzione di auto elettriche, sia essa tramite impianti di grandi marchi da creare nel territorio, sia tramite startup locali che possano rinvigorire il mercato.
Fotografia delle auto elettriche in Lituania
Guardando alla situazione della Lituania, il primo tema da affrontare è quello dell’infrastruttura: la rete di ricarica affonda le sue origini nel 2017, anno in cui si è iniziato a lavorare in maniera importante sulle colonnine pubbliche; prima di questa si parla di qualche decina di colonnine pubbliche e la pietra angolare risale al 2014 .Giunti al 2023, i risultati mostrano come ci siano più di 600 stazioni pubbliche nel Paese, colonnine facenti parte di un piano che ha come traguardo le 1.200 stazioni entro il 2025, per poi impennare raggiungendo le 6.000 stazioni nel 2030.
Come insegnavano i latini, i dati vanno però intesi cum grano salis perché l’Italia ha circa 22.000 colonnine nel 2023 (ognuna con più di un punto di ricarica), ma queste servono un territorio da più di 300.000 chilometri quadrati e una popolazione da poco meno di 60 milioni di abitanti che guidavano, a fine 2022, quasi 40 milioni di vetture, di cui 187.000 sono quelle già elettriche.
La Lituania, invece, si estende su poco più di 65.000 chilometri quadrati popolati da 2,8 milioni di abitanti che guidano 683.175 auto registrate, di cui 9.109 sono quelle completamente elettriche.
Per farla breve, i due Paesi sono sì molto diversi, ma hanno avuto dei punti in comune: nel 2021 entrambi hanno avuto 3 auto elettriche ogni 1000 vetture circolanti (dati Eurostat). A fine 2021, infatti, c’erano 118.000 elettriche in circolazione in Italia e 4.800 in Lituania. Poi c’è stata un’accelerata e la Lituania dichiara oggi 9.109 auto elettriche in circolazione, anche se non è chiaro se in questo dato vengono contati anche i quadricicli leggeri.
Come altri Stati, Italia inclusa, la Lituania vuole tenere anche una porticina socchiusa qualora l’idrogeno dovesse riuscire a risolvere le problematiche (legate ai costi di produzione e all’efficienza in produzione) che oggi tengono a freno l’utilizzo di questo vettore energetico: la prima stazione di rifornimento per l’idrogeno è prevista nel 2024 e, entro il 2030, si arriverà ad averne una decina in tutto il territorio.
Un interessante piano di incentivi e sviluppo
Abbiamo chiesto a Aistė Gasiūnienė (Senior Advisor of Future Mobility Policy Group e Ministry of Transport and Communications of the Republic of Lithuania), un commento sui piani presenti e futuri da parte delle istituzioni.
Sono tante le iniziative messe in campo dalla Lituania per sviluppare l'infrastruttura e aiutare l'acquisto di auto elettriche. Innanzitutto sono previsti 5.000€ di compensazione per chi acquista una nuova auto elettrica, affiancati da 2.500€ di rimborso per chi sceglie invece un'auto elettrica usata, rendendo quindi accessibile anche a chi ha un reddito inferiore il mondo EV perché le cifre per un usato (di massimo 4 anni) sono sicuramente più alla portata di tutti.
Parlando di colonnine di ricarica e wallbox, sia pubbliche, sia private, ci sono poi diversi piani già in atto. La rete pubblica (ricarica rapida) sarà potenziata lungo la rete stradale e nei porti, aeroporti e stazioni di servizio. Per i privati sono previsti incentivi del 40% sui costi di acquisto e installazione del punto di ricarico casalingo (la wallbox) in condomini, ville e giardini.
E l'energia? Nel 2020 la Lituania aveva una quota da FER (rinnovabili) del 30% nel consuntivo dei consumi energetici. L'obiettivo è di arrivare al 45% di energia da fonti energetiche rinnovabili nel 2030 e spingersi poi all'80% nel 2050.
Qui ha debuttato una piccola elettrica, la FreZe
Si chiama Leonard Yankelovich l’imprenditore che ha portato in Lituania un modello che potrebbe fare la differenza se si riusciranno ad ottimizzare i costi di produzione. Si chiama Wuling Hongguang Mini EV e il suo nome ci fa già capire la provenienza cinese.
Non è prodotta in Lituania, al momento manca un produttore locale, ma è un’auto economica che punta all’utilizzo prettamente cittadino e integra comunque il contributo dell’azienda locale, la Nikrob, per quelle modifiche necessarie ad ottenere l’omologazione Europea, fatta di regole e requisiti di sicurezza più stringenti rispetto alla Cina.
Disponibile a partire da circa 10.000€, la FreZe Nikrob EV, questo il suo nome, utilizza una piccola batteria da 13,8 kWh per 200 chilometri di autonomia cittadina promessa. Recentemente è sbarcata anche in Italia anche se a prezzi di partenza più alti.
Non si può definire un’auto, è tecnicamente un quadriciclo, ma si inserisce nel segmento popolato da Citroen Ami, Microlino e Fiat Topolino ed è un segmento in ascesa che vuole invertire la tendenza: basta SUV e auto enormi in città congestionate: per i centri urbani è meglio qualcosa di più piccolo e facilmente parcheggiabile. In Lituania ne hanno vendute 1.000 per ora, e sempre più produttori stanno lanciando la loro proposta nel settore dei quadricicli elettrici…- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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