I punti chiave
L'offensiva riguardante gli incentivi per rottamare e acquistare un'auto nuova e poco inquinante slitta a causa della burocrazia. Questa manovra, che riguarda macchine sia a trazione elettrica sia con motore endotermico, viene posticipata di un altro mese. Quindi, niente più partenza concordata a marzo, ma se ne riparla ad aprile. Il governo voleva far cominciare entro la metà di marzo il piano da 950 milioni di euro, pensato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e l'erogazione dei bonus. Purtroppo le tempistiche per definire e far approvare dal Consiglio dei ministri il decreto, senza il quale è impossibile accedere ai fondi, si sarebbero allungate negli ultimi giorni. Maledetta burocrazia, verrebbe da dire.
Oltre al già citato ministero, concorrono al vaglio anche quello delle Imprese, dell'Economia, delle Infrastrutture e dell'Ambiente che non hanno fatto recapitare i pareri necessari per concludere la stesura del decreto. Questi atti sono attesi nelle prossime ore. Il ritardo è un problema per gli automobilisti, ma anche per le case e i concessionari, che decidono se concedere gli incentivi mese per mese.
Modifiche in corso
Al testo originale sono state pensate delle modifiche come, ad esempio, la scelta di reintrodurre anche un bonus per il retrofit, il kit per la conversione di un mezzo da benzina a elettrico o gpl, con uno stanziamento complessivo di dieci milioni di euro sui 950 totali. Poi, il ministero delle Imprese e del Made in Italy ha scelto di portare a 50 milioni di euro il monte di risorse destinate alle società di noleggio a lungo termine, che non hanno potuto accedere alle rottamazioni avviate negli anni scorsi.
Infine, per quanto riguarda le vetture di segmento A, B e C, con prezzo di listino entro i 35mila euro Iva esclusa, con motorizzazione endotermica e con emissioni tra i 61 e 135 g/km di CO2, il piano metterà a disposizione dai 1.500 a 3mila euro per rottamare mezzi tra gli Euro 0 e gli Euro 4. Tra le ibride e plug-in con emissioni tra i 21 e 60 g/km di CO2 e con una spesa massima di 45mila euro, i bonus oscillano tra i 4mila (senza rottamazione) e gli 8 mila euro. Che salgono nel range tra i 5mila e i 10mila euro per gli automobilisti con un reddito Isee sotto i 30mila euro.
Incentivazioni superiori per i veicoli elettrici con emissioni non superiori ai 20 grammi per chilometro: con un tetto massimo d'acquisto di 35mila euro, il contributo oscilla dai 6mila euro, per chi non ha un mezzo da rotamare, fino a 11mila euro, che salgono fino a 13.750 con un Isee inferiore ai 30mila euro.
Il punto della situazione sugli incentivi
Al cospetto della commissione Attività produttive della Camera, il ministro Adolfo Urso ha dichiarato: "Il piano ha l'obiettivo di indirizzare gli incentivi verso le auto prodotte nel nostro paese. Siamo stati molto chiari con Stellantis, puntiamo a un aumento della produzione già da quest'anno".
Circa il 40 per cento delle risorse complessive andrà a veicoli prodotti negli stabilimenti nazionali, secondo le stime. Per questo motivo, sempre il ministero delle Imprese, vuole fare un primo monitoraggio nel mese di maggio, per verificare le ricadute dei bonus sull'industria italiana dell'automotive. Solamente con i dati alla mano, si sceglierà se modificare o confermare il bonus anche nel 2025, come chiesto per esempio da Stellantis nella speranza di valorizzare l'elettrico. Se non ci sarà un sensibile aumento in termini di mezzi prodotti, il prossimo anno queste risorse andranno a coloro che vogliono investire su tutta la filiera dell'automotive, oppure per la ricerca di un secondo produttore in Italia.
Alla luce della domanda, al Mimit si dà per certo che entro un mese il
plafond di 283 milioni di euro per gli aiuti ai mezzi con motorizzazione tradizionali verrà esaurito. C'è la sensazione che non possano essere utilizzati entro fine anno tutti i fondi sia per le plug-in che per le elettriche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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