Il cambio è uno dei componenti fondamentali delle nostre auto, in particolare di quelle con motore a combustione interna. Sulle vetture, infatti, è necessario un componente che sia capace di trasmettere alle ruote la potenza erogata dal motore. Problema: questi due componenti (motore e ruote) hanno, in genere, due velocità di rotazione diverse tra loro. Inoltre, le ruote devono permettere al veicolo di muoversi (in un normale percorso stradale) a velocità che variano da 0km/h fino a 130km/h, mentre il motore può lavorare soltanto in un range che solitamente va dai 1000 ai 3500/4000 giri al minuto. Ruote e motore, quindi, non possono essere connessi tramite un albero solido, ma è necessario un componente intermedio (il cambio) che ha la responsabilità di variare il rapporto di trasmissione, ovvero il rapporto tra la velocità di rotazione in entrata (quella del motore) e la velocità di rotazione in uscita (quella delle ruote).
Le marce basse hanno un rapporto di trasmissione maggiore di uno (velocità motore maggiore rispetto alla velocità delle ruote). Al crescere della marcia si ha una diminuzione del rapporto di trasmissione, con un valore circa unitario sulla quarta marcia. A parità di potenza erogata dal motore, all’aumentare della velocità di rotazione in uscita, diminuisce la coppia disponibile alle ruote. Ecco perché le marce basse (1 a e 2 a ) hanno una bassa velocità, ma hanno grande coppia motrice. Perché invece nelle vetture con motore elettrico, solitamente, il cambio non è necessario? Il motivo è che il motore elettrico non ha un regime minimo sotto il quale non riesce ad autosostenersi, ma è ‘acceso’ anche quando è fermo. Inoltre, il motore elettrico è in grado di fornire coppia a tutti i regimi di funzionamento (con il vantaggio che la coppia massima si ha proprio allo spunto, cioè nella partenza da fermi). Per tali motivi in un veicolo elettrico si eliminano sia la frizione che il cambio. Dopo aver quindi chiarito perché è indispensabile introdurre il cambio a bordo delle vetture, bisogna sottolineare che, come probabilmente molti già sanno, esistono due principali tipologie di cambio: il cambio manuale e quello automatico.
Oggi le vetture con un cambio automatico sono diffuse al punto da quasi superare in numero quelle con cambio manuale. Basti pensare al fatto che nelle vetture di gamma medio-alta l’opzione del cambio manuale non è nemmeno più contemplata. Ormai il cambio manuale è rimasto principalmente sulle utilitarie e su alcuni modelli di auto sportive per i ‘puristi’ della guida. Senza entrare troppo nel dettaglio nelle differenze dal punto di vista meccanico, possiamo dire che mentre nel cambio manuale siamo noi a decidere il rapporto di trasmissione desiderato (andando ad "ingranare" la marcia corretta), nella versione automatica è la centralina della nostra auto a scegliere qual è il rapporto di trasmissione corretto in base a vari parametri di guida come: velocità, richiesta di accelerazione, pendenza della strada, ecc. Adottando quindi un cambio automatico non ci dovremo più preoccupare di scegliere la marcia corretta, ma dovremo soltanto premere il pedale dell’acceleratore e goderci la guida. La maggior parte dei cambi automatici presenti sul mercato hanno cinque possibilità di funzionamento, indicate dalle lettere P R N D S. Ci possono essere anche L oppure M/S.
Ma cosa indicano queste lettere?
Non resta che vederle una per una.
P = Parking. Ovvero la “marcia” da inserire quando l’automobile è parcheggiata. Non si tratta di una marcia vera e propria, ma di un meccanismo che blocca l'albero di trasmissione e le ruote. In P, la vettura non si muove, quasi come se avessimo inserito il freno a mano.
R = Reverse. La lettera è identica a quella che nel cambio tradizionale indica la retromarcia, ed infatti il significato è proprio quello.
N = Neutral. Anche sulle auto con il cambio automatico c’è la posizione di folle, anche se non si usa quasi mai. Va usata solo per le soste lunghe, avendo l’accuratezza di tirare il freno a mano. Può essere utile quando è necessario, ad esempio, riscaldare o viceversa raffreddare l’automobile prima di mettersi in viaggio. D = Drive. È la più usata, perché che è quella che inseriamo per la marcia normale su strada.
L = Low. Non c’è sempre, ma corrisponde alle marce corte, ovvero le “ridotte” nel campo fuoristradistico. Si usano nelle salite e nelle discese con grande pendenza, quando c’è bisogno di tenere basse le marce del cambio automatico.
S = Sport. Anche questa può essere un optional. È una modalità più scattante, che porta la cambiata tra una marcia e l’altra ad un numero più alto di giri e con tempi più rapidi rispetto alla modalità di guida classica. Rende l’auto più divertente da guidare, ma a risentirne sono i consumi di carburante.
M/S = Manual/Sport. Selezionando questa modalità si torna praticamente al cambio manuale, nel senso che siamo noi a decidere la marcia da usare. I sistemi utilizzati possono essere diversi ma, in ogni caso, non prevedono la frizione. Possono esserci le palette al volante, oppure è possibile fare piccoli scatti in alto o in basso con la leva del cambio, tante volte quante si vuole far salire o scendere la marcia. Si parla in questa situazione di cambio sequenziale.
Vantaggi e svantaggi del cambio automatico
Guidando in città è capitato a chiunque di noi, dovendo schiacciare continuamente il pedale della frizione, di pensare quanto dovrebbe essere comoda una macchina dotata di cambio automatico. Sicuramente, infatti, il primo tra i vantaggi del cambio automatico è il confort che si ha durante la guida, in particolare quella cittadina. Se poi concentriamo l’attenzione su auto sportive, un buon cambio automatico robotizzato a doppia frizione avrà tempi di cambiata nettamente più brevi rispetto ad uno manuale. Dal punto di vista della sicurezza, inoltre, il cambio manuale obbliga il guidatore a staccare una mano dal volante per effettuare il cambio marcia. Con il cambio automatico, invece, il guidatore può costantemente tenere entrambe le mani sul volante. Ne deriva che il cambio automatico è meglio per quel che riguarda la sicurezza stradale. Veniamo però ai difetti. I veicoli con cambio automatico hanno generalmente un costo di acquisto maggiore per via della complessità aggiuntiva della trasmissione. Per lo stesso motivo, anche la manutenzione sui cambi automatici è più cara e deve essere effettuata più frequentemente. Per quanto riguarda il piacere di guida c’è sempre molta diatriba.
C’è chi apprezza notevolmente i benefici del cambio automatico anche quando alla guida si vuole divertire, e chi invece è un vero “purista” e non rinuncerebbe mai alla risposta pronta, rigida e scattante del cambio manuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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