Cresce la tensione attorno all'eredità di Leonardo Del Vecchio, accettata con riserva da tre figli (Clemente, Luca e Paola) sugli otto indicati quali eredi nel testamento dell'imprenditore di Agordo. Dopo le anticipazioni del Giornale sul faro che il fisco francese avrebbe acceso sull'ultima residenza dell'imprenditore di Agordo, ieri si è appreso che il confronto è tra Francia e Italia visto che Del Vecchio avrebbe pagato tasse nel nostro Paese su una parte degli utili realizzati.
Dunque, la sua permanenza a Montecarlo sarebbe irrilevante ai fini fiscali, mentre l'indagine tende a chiarire se Beaulieu-sur-Mar sia stato o meno l'ultimo domicilio abituale dell'imprenditore. Se così fosse, invece di una tassa complessiva dell'8% sul patrimonio indicato nel testamento come previsto dalle leggi italiane, gli otto eredi di Del Vecchio potrebbero essere chiamati a versare nelle casse del fisco francese fino al 60% del valore del patrimonio ereditato, con grave rischio per il controllo di EssiLux attualmente nelle mani di Delfin ma che per paradosso potrebbe finire sotto il controllo dello Stato Francese.
Sotto alcuni aspetti sembra di assistere alle prime mosse dello scontro che ha visto Margherita Agnelli opporsi alle disposizioni della madre Marella Caracciolo, una controversia ancora in corso dopo anni di confronti dilanianti in tribunale. Intanto ieri Poste Italiane, «in relazione a notizie apparse sui media» ha chiarito in una nota i termini della partecipazione al capitale di Mediobanca. «Per quanto concerne gli investimenti effettuati da Poste Vita, la compagnia detiene oltre 150 miliardi di euro di investimenti, tra questi anche titoli bancari e quotati, incluso Mediobanca. L'azienda, come da prassi consolidata, non eserciterà il diritto di voto nell'assemblea del 28 ottobre dell'istituto milanese», si legge ancora nella nota.
Sicché, nessuna manovra misteriosa dietro alla partecipazione dell'1% circa in Mediobanca dichiarata da Poste Vita, la cui mission prevede investimenti finanziari tra i più sicuri e redditizi a beneficio dei suoi sottoscrittori. Per quel che si sa, nel portafoglio di Poste Vita figurano quote attorno all'1% nel capitale di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Bper.
Partecipazioni, come ricorda implicitamente la nota della capogruppo Poste, che hanno la sola finalità di contribuire a corroborare la redditività degli investimenti realizzati a beneficio dei titolari delle polizze. Infine, oggi si riunirà il cda di Delfin per definire la lista dei candidati da proporre per il cda di Mediobanca: si tratterà di cinque consiglieri e due sindaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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