La nazionale italiana torna da Cracovia. Atterra all'aeroporto romano di Fiumicino, da dove si avvia verso il Quirinale, per incontrare il Presidente della Repubblica. Atterra tra due ali di folla, circa mille persone, che accolgono gli azzurri tra gli applausi scroscianti al terminal 1.
Poi via sul pullman. Intorno a loro gli striscioni recitano quello che pensano tutti: "Grazie, bravi ragazzi". Perché forse nessuno si aspettava, alla partenza, di giocarci una finale europea con i campioni in carica. "Hai ridato fiducia a tutti", grida qualcuno, all'indirizzo di Prandelli, a suggellare il miracolo compiuto dal ct azzurro, in grado di far tornare la nazionale - retorica a parte - nel cuore dei tifosi, che al posto di recriminare riconoscono il lavoro del commissario tecnico e della squadra.
Gli azzurri arrivano al Quirinale, accolti nel Salone delle Feste, guidati dal capitano, Gigi Buffon. Dietro di lui Giorgio Chiellini, poi Pirlo, De Rossi e tutti i calciatori della nazionale. Con loro anche Giancarlo Abete, presidente della Figc, che rivolgendosi a Napolitano esprime il pensiero di giocatori e non: "Abbiamo fatto il nostro dovere, abbiamo onorato il paese e abbiamo dato un’immagine costruttiva. Pensiamo di aver fatto il massimo, siamo qui per dirle grazie, grazie, grazie"
"Avevamo l'obiettivo di arrivare il due luglio", aggiunge Abete. Obiettivo centrato. "Siamo delusi, perché quando si gioca si ha l'obiettivo della vittoria". Ma non del tutto, perché un secondo posto contro la Spagna di ieri sera si può accettare tranquillamente.
A Napolitano la nazionale offre come ringraziamento il gagliardetto italiano e il pallone con le firme di tutti, in segno di ringraziamento "per la fiducia con cui ci ha accompagnato in questa avventura europea". Buffon rinuncia alle grandi parole. Si limita a presentare uno per uno "i compagni d'avventura". E Prandelli consegna a Napolitanom che "ha aiutato a sopportare la sconfitta, grazie ai valori espressi nella lettera che ci ha inviato" la medaglia d'argento, segno di un secondo posto meritato e che fa tutti "contenti e orgogliosi".
Napolitano ringrazia e tenta il parallelismo.
Gli azzurri sono come l'Italia, la rappresentano bene: "Avete ottenuto risultati straordinari che pochissimi potevano mettere nel conto". E le sue parole "valgono dopo Kiev esattamente come valevano prima di Kiev". Certo, la strada da fare è tanta. "Sto parlando del calcio o dell’Italia? I discorsi si assomigliano molto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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