Beach volley in città: ecco dove sono le spiagge

Sono sempre di più a Milano i centri sportivi dove si può giocare a volley sulla sabbia. Alcuni hanno palloni aerostatici per la stagione invernale con sabbia riscaldata. Più di duemila i giocatori e per iniziare ci si può iscrivere a speciali corsi

Ma chi l’ha mai detto che per giocare a beach volley servano a tutti i costi sole e mare? Per chi ancora non lo sapesse, le spiagge a Milano sono già arrivate da tempo. Sull’esempio di altri stati europei come Germania, Svizzera e Svezia negli ultimi anni sono spuntate un po’ come funghi numerose strutture che permettono ai milanesi di giocare a beach volley in tutti i mesi dell’anno. Si va dall’A.S.D. Open Beach (www.openbeachvolley.it) - che ha campi in via Washington 33 e in via Lorenteggio 238 - al Palauno di Largo Balestra 5 (www.palauno.it), passando per il Beach Volley Marconi (a Segrate, in via per Mirazzano 1, www.ipanemabeachvolley.it), il Quanta Village di via Assietta 19 (www.quantavillage.it), il Centro Sportivo Mc2 di via Aldo Moro 1 a Buccinasco (www.mc2sportway.it), e l’Ipanema Beach Volley di viale Lombardia 17 a Monza (www.ipanemabeachvolley.it).
Campi all’aperto che nei mesi invernali vengono coperti con palloni pressostatici che ne consentono l’utilizzo «in costume e maglietta» anche mentre fuori la temperatura scende sottozero. È forse anche questo il segreto nascosto tra le pieghe di questo sport che in città può contare già su un paio di migliaia di aficionados: la possibilità di staccare completamente dalla routine quotidiana e, per un paio d’ore, immergersi in un mondo quasi vacanziero, fatto di sabbia e divertimento.
I campi di «Open Beach» e del neonato «Beach Volley Marconi» (che verrà ufficialmente inaugurato il prossimo 11 settembre con un torneo di solidarietà organizzato in favore dell’Amref), inoltre, sono gli unici ad offrire ai propri beachers un particolare tipo sabbia riscaldata: delle serpentine che corrono sotto il terreno permettono di poter giocare a piedi nudi senza dover utilizzare calze o calzari. Ma non solo: esiste sabbia e sabbia. Quello che bisogna sapere è che non arriva direttamente dai litorali italiani, ma è prodotta da una società, la Sibelco, che dal 2004 fornisce la sabbia per i campi da beach volley utilizzati alle Olimpiadi e sarà fornitore ufficiale dei mondiali che si stanno svolgendo in questi giorni a Roma. Granellini sferoidali di quarzo lavorato, il tutto studiato nei minimi dettagli: il colore bianco riflette i raggi del sole e in estate non scotta i piedi dei giocatori; la particolare forma arrotondata evita le escoriazioni tuffandosi per terra; la resistenza del materiale utilizzato permette infine di giocare senza sollevare polveroni: fatto quasi ininfluente se si è all’aperto, ma pensate cosa potrebbe essere giocare al chiuso in una vera e propria «tempesta di sabbia»? In questo modo, problema risolto.
Una passione che col tempo sta avvolgendo una cerchia sempre più ampia di sportivi. «Ci sono corsisti - racconta Riccardo Del Puppo, 28 anni, ex pallavolista e ora istruttore al Beach Volley Marconi di Segrate - di tutte le età: dai 20 ai 50 anni». E per iniziare non serve molto: basta iscriversi ai numerosi corsi settimanali che i centri sportivi offrono. Ce n’è per tutti i gusti: dai corsi base per chi vuole iniziare, a quelli avanzati per chi vuole affinare la propria tecnica. E il compagno di squadra? Niente paura, lo si trova in fretta. «Anche se si è da soli a voler iniziare - continua Del Puppo - non c’è nessun problema: i corsi sono generalmente composti da otto persone ed è facilissimo conoscere nuovi compagni di squadra».

Nei week-end, poi, spazio ai tornei (si gioca generalmente in squadre di due persone): maschili, femminili o misti, divisi anch’essi per livello di gioco, in modo tale che anche una coppia alle prime armi, confrontandosi con i propri pari, possa ambire a qualche vittoria.
Manca soltanto il mare...

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