Bellissime, biondissime, molto intelligenti e molto giovani: sono le primedonne europee di altri tempi diventate superstar nel cinema e nella tv di oggi, personaggi che si sono presi la rivincita sulla storia e sui corrispettivi maschili che al loro cospetto fanno la figura degli scemi e dei codardi.
La prima fu Maria Antonietta secondo Sofia Coppola, regina punk e irriverente interpretata da Kristen Dunst nel 2006. Di recente Emma Stone, nella Gran Bretagna del 700, è stata la cugina Abigail ne La favorita di Yorgis Lanthimos che tenta la spregiudicata scalata sociale sotto la regina Anna. Tocca ora a Elle Fanning nel ruolo dell'imperatrice Caterina di Russia, protagonista di The Great, la serie in dieci puntate dirette da Tony McNamara (peraltro sceneggiatore de La favorita) e distribuite da Starz Play sulla piattaforma Rakuten TV.
Non sarà tutto veritiero - non è certo l'obiettivo - ma resta comunque un ottimo modo per avvicinarsi alla storia, anche se in questo caso risultano evidenti (e indovinate) le digressioni sul presente, a cominciare dal linguaggio giovanilistico e dai tanti personaggi multiculturali inseriti nel sottotesto a sottolinearne così la forza paradigmatica e simbolica nel presente. In tal senso gli slittamenti temporali, oltre ad accentuare il tono di commedia scherzosa e grottesca, recuperano lo stile di un grande autore come Derek Jarman (in Sebastiano, Caravaggio, Edoardo II) specialista negli spostamenti improvvisi al fine di calare i libri di storia negli anni 80.
Rispetto all'altra serie, quella con Ellen Mirren, che ha rappresentato il personaggio Caterina al culmine del suo potere, The Great analizza il tempo dell'ingresso della giovane imperatrice alla corte di Pietro, capriccioso, stupido, impotente, interpretato dall'ottimo Nicholas Hoult che modella il suo ruolo sul Tom Hulce nell'Amadeus di Milos Foreman. Siamo attorno al 1760 quando la ragazza che legge i filosofi francesi e detesta le dame di corte, disprezza la violenza e odia l'ignorante marito, ordisce il colpo di stato che porterà alla destituzione del sovrano e condurrà la Russia verso la modernizzazione.
Il palazzo è descritto come il teatro in cui vanno in scena gli ultimi giorni dell'impero: decadenza, corruzione, promiscuità sessuale, arroganza del potere senza limiti. Girato con maestria, con diverse scene ambientate alla Reggia di Caserta, The Great, pur attardandosi qua e là in dialoghi troppo verbosi, risulta divertente, frizzante e merita di essere seguito.
Bravissimi i due protagonisti, molto interessanti i personaggi secondari, gradevole mix di storia e finzione con l'aggiunta degli ingredienti necessari (sesso, violenza, un po' di splatter, intrighi borgeschi, scenografie accurate). C'è una sensazione di già visto ma può comunque valerne la pena.
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