Per tutto l'anno non si vede l'ora di partire per le vacanze, e soprattutto quando si hanno bambini, è il momento in cui ci si riunisce riunisce e si può passare molto tempo in famiglia, a differenza del resto dell'anno dove, tra asilo, scuola e lavoro si sta insieme solo poche ore al giorno. Sembra quindi strano ma i bambini, soprattutto se sono piccoli, possono soffrire di una sindrome passeggera definita "mal di vacanza".
Questo accade per il cambiamento di ambiente e la perdita di punti di riferimento abituali dei piccoli. A raccontarlo il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria all'Università Ludes-United Campus of Malta, che nella sua lunga esperienza si è trovato a dover tranquillizzare molti genitori preoccupati per la difficoltà di addormentarsi, l'inappetenza, l'irritabilità o il mal di pancia dei bambini in vacanza. Questi infatti sono solo alcuni dei sintomi riscontrati nei più piccoli.
Quali sono i disturbi del "mal di vacanza"
"Iniziamo con il dire che si tratta di una sindrome passeggera - spiega Farnetani all'Adnkronos Salute - e prevenire questi piccoli fastidi è possibile". Basta seguire alcuni semplici consigli da mettere in pratica. "In genere i sintomi del mal di vacanza non si presentano tutti insieme, ma a seconda del bambino ne prevale uno o più". Il disturbo più frequente: "la difficoltà ad addormentarsi, o o i risvegli durante la notte e prima al mattino. I piccoli possono mostrare inappetenza, accentuata anche dal fatto che il caldo deprime l'appetito".
Inoltre: "Possono essere presenti irrequietezza, talvolta crisi di pianto, e anche una maggior aggressività. Altri sintomi potrebbero essere anche un mal di testa che il bambino di meno di 6 anni riferisce come sensazione di giramento di testa. O dolore addominale, che però non è mai duraturo, ma si presenta con crampi, crisi acute di dolore che regrediscono rapidamente e non durano mai più di mezz'ora. In genere questo fastidio è riferito intorno all'ombelico. In alcuni casi può essere presente anche vomito e stipsi".
Cosa fare
"I bambini - spiega il pediatra - impiegano 5 giorni ad adattarsi alla nuova situazione e ai nuovi ambienti. Se incrociamo questo dato scientifico con il dato socio-economico relativo all'estate 2023, in base al quale la vacanza media dura 7 giorni e in molti casi si riduce anche al fine settimana, è evidente il rischio che il piccolo non riesca a usufruire completamente del piacere, della gioia e dei benefici di una vacanza. Trascorsi infatti i primi 5 giorni canonici di adattamento, è già arrivato il momento di ripartire. Il mal di vacanza è più intenso nei primi 10 anni di vita, ma è anche più facile cercare di prevenirlo e mitigarlo. Bisogna agire - consiglia l'esperto - proprio sull'ambiente che troveranno in vacanza".
Questo accade perché i bambini sono estremamente abitudinari e si trovano meglio nei luoghi che conoscono: "Una buona idea, sarebbe quella di tornare negli stessi posti già visitati negli anni precedenti. Questo renderebbe più facile l'adattamento. Così come ricostruire quanto possibile i luoghi e gli ambienti frequentati in precedenza. Chi va in albergo potrebbe chiedere la stessa camera dell'anno precedente, lo stesso tavolo in sala da pranzo, o scegliere lo stesso stabilimento balneare e lo stesso ombrellone. Più situazioni si riuscirà a replicare, più breve sarà il periodo di adattamento del bambino e in molti casi potrà essere anche evitato completamente", spiega Farnetani.
I piccoli rituali che fanno sentire i bimbi tranquilli
E' importante anche "ripetere i piccoli riti delle vacanze, il gelato e la passeggiata dopo cena. Anche l'abbigliamento può aiutare: ciabatte, cappellini, magliette uguali a quelli dell'anno precedente. Così anche se la vacanza sarà 'mordi e fuggi' il bambino avrà i suoi punti di riferimento e la vacanza al mare sarà qualcosa di conosciuto e consolidato che permetterà al piccolo di inserirsi nella sensazione piacevole di questa esperienza, godendo appieno di benessere e divertimento".
Viaggiare con un neonato
I bambini molto piccoli, hanno esigenze particolari, anche se in confronto a quelli più grandi sono più facili da gestire. Una delle domande più frequenti dei genitori è quando il neonato può iniziare a viaggiare. La risposta è che non esiste un'età minima, ma è comunque opportuno aspettare almeno i 10 giorni di vita, dopo essere usciti dall'ospedale. Questo perché c'è bisogno di "prendere mano" con il piccolo, quindi con l'allattamento o con il calo ponderale. Passato questo periodo, con le dovute cautele e una buona organizzazione, si può partire tranquillamente. Anzi è cosa buona per i genitori abituarsi il prima possibile a spostarsi in tre.
Dove portarlo
Altra domanda è dove portare il neonato. Mare, campagna o montagna? L'ultima rappresenta una buona scelta per una vacanza con un neonato. Il clima è più fresco rispetto alla città o al mare e aiuta anche il rilassamento e il sonno. L'importante è non superate i 2500 metri di altitudine. È consigliato inoltre, rimanere qualche giorno nello stesso posto, piuttosto che un weekend che non permetterebbe al piccolo di abituarsi. Anche il mare è un'ottima scelta con un neonato, l'importante anche qui è l'organizzazione. Benissimo la spiaggia ma non nelle ore più calde (questa in ogni caso è una buona regola anche per i bimbi fino a 4 anni). Utilizzare un ombrellone per poter tenere la carrozzina sempre all'ombra.
L'abbigliamento del neonato non deve essere troppo ingombrante, i bambini non sono molto diversi da noi, se i genitori sentono che è molto caldo va bene lasciarli solo con un body, quando invece la temperatura scende, un lenzuolino è la giusta alternativa. Inoltre fare una passeggiata in riva al mare al tramonto, può essere una rilassante occasione per addormentarsi. Da non escludere neanche la campagna, un posto rilassante pieno di verde, dal clima mite. Tutti elementi che un neonato apprezzerà sicuramente e lo renderà sereno e tranquillo.
Come viaggiare?
Non esistono controindicazioni per nessun mezzo di trasporto, quindi spesso sono più i genitori a farsi problemi piuttosto che le reali necessità di un neonato. Se si sceglie l'auto, fondamentale è il seggiolino o l'ovetto ben ancorato, con il sistema antiabbandono. Si possono usare i parasole per creare una costante zona d'ombra e non esagerare con l'aria condizionata. Non c'è bisogno che la mamma o il papà viaggino nel sedile posteriore vicino al neonato, questi sono solo timori dei genitori. Il bambino sarà serenissimo anche se i genitori sono entrambi sui sedili anteriori. Se dovesse piangere, per nessun motivo cercare di tranquillizzarlo con l'auto in movimento, magari la mamma spostandosi sul sedile di dietro o togliendosi la cintura di sicurezza per girarsi.
Trovare una piazzola di sosta, un autogril o il primo luogo dove fermarsi in sicurezza, e solo dopo averlo fatto, scendere e occuparsi del piccolo. Va bene anche l'aereo, nonostante si pensi che sia troppo stressante con luci e rumori. A bordo ci sono tutte le necessarie precauzioni di sicurezza per far stare tranquilli i genitori e anche il piccolo. Usare l'accortezza di portare una copertina visto che l'aria condizionata è solitamente alta e allattarlo o dargli il ciuccio nelle fasi di decollo e atterraggio, per evitare fastidi all'orecchio. Per il resto nessun problema.
Ottimo viaggiare anche in treno, dove il piccolo, che non paga biglietto, può stare in braccio ai genitori, ma offre anche lo spazio per potersi alzare e passeggiare magari per farlo addormentare utilizzando il passeggino o l'ovetto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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