Rispetto a soli dieci anni fa, c'è una presa di coscienza molto forte, sia sui benefici, ma anche sui danni che il sole, soprattutto in estate, può portare alla pelle. In particolar modo a quella dei bambini, estremamente delicata che va protetta in maniera adeguata non soltanto per evitare scottature ed eritemi solari, ma per prevenire la possibilità di sviluppare tumori alla pelle in età adulta. Al contrario degli adulti, i bambini sono più esposti proprio perché quando sono al mare il loro primo pensiero è divertirsi, giocare entrare ed uscire dall'acqua e in questo modo, ancora più degli adulti, vanno protetti facendo una maggiore attenzione soprattutto ai prodotti che si usano e ai fattori di protezione giusti da utilizzare.
I consigli dell'esperto
A parlarne il dott. Andrea Diociaiuti, responsabile del Centro dermatosi complesse e genodermatosi dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma che in'intervista al Corriere della Sera ha spiegato le motivazioni per cui porre estrema attenzione quando si è al mare con i bambini. "La loro pelle è più delicata per una minore produzione di melanina, il pigmento con effetto protettivo che si accumula nelle cellule più superficiali della cute in seguito all’esposizione al sole. Perciò si raccomanda di non esporre in modo diretto ai raggi solari i bambini nei primi sei mesi".
I danni di una scottatura solare
La conseguenza più immediata di una esposizione senza protezione è la scottatura o l'eritema solare: "Numerosi studi hanno evidenziato che l’esposizione intensa e le frequenti scottature prima dei 15 anni aumentano molto il rischio di tumori della pelle nelle fasi successive della vita. Il rischio di melanoma sembrerebbe associato soprattutto a esposizioni violente e intermittenti, come accade durante la classica vacanza estiva", spiega il dottore.
Cos'è un eritema solare
È sufficiente un’esposizione al sole senza un’adeguata protezione per un periodo anche molto breve, dai 15 ai 30 minuti, perché un bambino possa presentare un eritema solare, una vera e propria ustione provocata da un'esposizione eccessiva. "Al momento il bimbo non avverte fastidi, ma dopo 2-6 ore, si presentano arrossamento, gonfiore, dolore e bruciore della pelle o prurito che raggiungono intensità massima nel giro di 24 ore".
La sovraesposizione ai raggi solari è più dannosa nei bambini rispetto a quanto lo sia negli adulti perché lo strato corneo più superficiale e più protettivo della pelle è più sottile. Nei casi più gravi possono essere presenti vescicole e, se l’ustione è particolarmente estesa, il bambino può avere brividi, febbre, debolezza, mal di testa, nausea, vomito e stato confusionale (in questi casi è opportuno confrontarsi con il proprio pediatra. Entro 4-7 giorni scompaiono i segni e la zona ustionata comincia a desquamarsi, formando la classica spellatura che molti adulti ricorderanno quando non esistevano le adeguate protezioni solari e si utilizzava una semplice maglietta per proteggersi dai raggi del sole nelle ore più calde.
Le precauzioni da usare con i bambini
Il dermatologo consiglia ovviamente di tenere i bambini lontani dall'esposizione diretta nelle ore centrali del giorno, quando i raggi sono perpendicolari. Vanno poi applicate, già da quando si arriva in spiaggia, creme con fattore di protezione molto alto, in commercio si trovano le 50+ che proteggono dai raggi Uvb, e che vanno applicate ogni due ore, perché con il caldo e il sudore si rischia di perdere la loro efficacia. Assolutamente anche dopo il bagno, visto che l'acqua di mare tende a togliere la protezione, ed inoltre nell'acqua il rischio di scottarsi è maggiore.
La crema va messa anche in caso di tempo nuvoloso, perchè i raggi solari filtrano comunque attraverso le nuvole. Le protezioni con schermo solare non vanno invece messe ai neonati al di sotto dei sei mesi, che per nessun motivo devono essere esposti al sole, ma rimanere sempre all'ombra protetti anche da indumenti leggeri e un cappellino in caso di passeggiata in braccio alla mamma o al papà.
Quali protezioni usare
"Quando si ha a che fare con un bambino, soprattutto se sotto i tre anni, la prima regola da seguire è scegliere un antisolare con filtri fisici che non hanno rischi di tossicità. I filtri chimici potrebbero invece interagire con la cute.
Altra indicazione è scegliere un fotoprotettore impermeabile o resistente all’acqua, con un fattore di protezione 30 o più elevato che protegga sia dagli ultravioletti A (Uva) sia dai B (Uvb)", raccomanda il dermatologo, che ricorda di mettere la crema anche se i bambini non sono al mare ma ad esempio al parco giochi, o in luoghi con esposizione diretta al sole.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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