
Stando ai risultati di un recente studio, non sarebbero solo i cibi zuccherati a favorire l'insorgere della carie dantaria, come si pensava fino ad oggi: ad essi, infatti, si aggiungerebbe anche una serie di alimenti ricchi di amidi rapidamente digeribili (RDS), tra cui ad esemio il pane, il riso bianco o le patate.
Il rischio di sviluppare la malattia degenerativa, comunque, cambia da persona a persona, e sono una serie di elementi a intervenire: in parte dipende dalle nostre buone abitudini, come quella di lavare i denti dopo mangiato, in parte da questioni genetiche, dal momento che la capacità di digerire correttamente questi cibi in bocca è connessa all'intervento della ptialina, uno specifico enzima prodotto da alcune ghiandole salivarie. Questo, noto anche come "amilasi salivare" è determinato dal gene AMY1 le cui copie, che oscillano da 2 a 20, paiono connesse con la salute dentale.
"Probabilmente quasi tutti sanno che, quando si mangia molto zucchero, bisogna lavarsi i denti", spiega l'autrice dello studio Angela Poole, "abbiamo però scoperto che il numero di copie di AMY1, correlato con la concentrazione dell'amilasi nella saliva, influisce sulla quantità dei batteri orali associati alla carie o alle malattie gengivali". "Ecco perché alcune persone dovrebbero essere particolarmente attente a lavare i denti dopo aver mangiato gli amidi rapidamente digeribili", puntualizza ancora la titolare della cattedra di nutrizione molecolare presso il College of Agriculture and Life Sciences e il College of Human Ecology della Cornell University.
Quindi è il numero di copie del gene preposto alla ptialina a determinare la maggiore o minore capacità dell'individuo di proteggersi dall'insorgere della carie causata dall'assunzione di cibi ricchidi amidi rapidamente digeribili. A riprova del fatto che la genetica possa influire in modo determinante vi sono situazioni diverse in pazienti che hanno le medesime abitudini per quanto concerne l'igiene orale. Come detto, il numero di copie presenti negli esseri umani oscilla da 2 a 20: chi ha un numero più alto riesce a produrre una quantità maggiore di amilasi salivare e a scomporre rapidamente e in modo più efficace questi cibi. "Ciò che abbiamo scoperto è che l’effetto degli amidi sulla salute orale è mediata da batteri che sono più abbondanti in presenza di un alto numero di copie di AMY1", considera ancora l'esperta.
A quali cibi stare attenti, quindi, oltre che quelli zuccherati? Per quanto concerne in generale l'amido, lo si ritrova in numerosi alimenti, quali cereali o derivati (pasta, pane, riso, biscotti, crostini o crackers), legumi, tuberi, noci o semi.
Bisogna, tuttavia, fare una distinzione: quelli a cui prestare maggiormente attenzione sono gli RDS, ovvero gli amidi rapidamente digeribili, che vengono scomposti all'interno del cavo orale dalla ptialina: tra di essi il pane, il riso bianco bollito, gli alimenti tipici della colazione come biscotti o cereali, e quelli a base di patate, purè e patatine fritte comprese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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