Bonolis solito mattatore si riprende «Affari tuoi»

Ieri sera il debutto di «Fattore C», il nuovo game show di Canale 5 che richiama il programa di Raiuno

Roberto Levi

L'esordio è nel tipico slang made in Bonolis: pistolotto iniziale con velleità metafisico-letterarie per introdurre un semplice quiz, i concorrenti che diventano «una teoria infinita di esseri umani», le vallette descritte ampollosamente come «sipario di carne femminile», il vezzo di sostituire l'avverbio lentamente con un più compiaciuto «lento pede», il solito vizio di infierire ironicamente sui difetti della gente comune, qualche facezia scambiata con il fido Luca Laurenti e il giudice Santucci. Passa mezz'ora e sembra di risentire l'eco delle critiche che l'anno scorso accompagnarono Bonolis nel suo programma calcistico in cui i filmati delle partite non arrivavano mai e ci si annoiava un po'. In questo caso tardano ad arrivare le domande, il gioco, il quiz insomma, che è quello per cui siamo stati chiamati a raccolta come spettatori del Fattore C, nuovo game show di Canale 5 (domenica, ore 20.40). Poi per fortuna si comincia lentamente a carburare, e si scopre che al posto dei pacchi che fecero la fortuna di Affari tuoi qui ci sono quaranta busti di personaggi famosi che nascondono ciascuno un premio più o meno importante, fino a 1 milione e cinquecentomila euro. Le somiglianze con Affari tuoi sono evidenti, dal meccanismo del gioco alle offerte e all'eliminazione progressiva delle cifre in palio, ma l'impressione è che si sia voluto ricalcare quel modello appesantendolo con una serie di scelte opinabili che stiracchiano troppo il gioco: molte domande, troppi interventi di Santucci, Laurenti chiamato non si sa perchè al tavolo a fare da spalla sia a Bonolis che al concorrente. Ci sarà tempo per snellire il tutto e farlo sembrare meno macchinoso, ma la sensazione di poca immediatezza e scarso pathos (utile quando sono in palio cifre così alte) resta forte. Il produttore di Affari tuoi Paolo Bassetti (Endemol), irritato, ha commentato a caldo: «Se il diritto d’autore non viene rispettato, la Tv diventa una giungla». Del resto il destino di Paolo Bonolis è quello di far discutere sempre, ben oltre i meriti effettivi delle sue trasmissioni. Questa volta le discussioni hanno riguardato il giorno di messa in onda del Fattore C, che dapprima sembrava indirizzato al martedì e poi, per impuntatura del suo potente manager Lucio Presta, ha preso la strada della domenica sera. Anche se, per gli inguaribili maligni, dietro la decisione di andare in onda la domenica sera ci sarebbe in realtà non solo un motivo strategico legato alla concorrenza esterna ma anche interna: la domenica è l'unico giorno della settimana in cui non andrà in onda Striscia la notizia, e in questo modo i «separati in casa» Ricci e Bonolis eviteranno, oltre al fastidio di doversi passare la linea, qualsiasi pericolo di comparazione seppur indiretta legata agli ascolti nella stessa serata. Proprio i responsi dell'audience, tra l'altro, hanno rappresentato una spina nel fianco di Bonolis non appena il passaggio dalla Rai a Mediaset è sembrato ridimensionare «l'effetto Re Mida» che lo aveva contraddistinto nella sua carriera alla Rai.

L'esperienza alla guida del programma calcistico della domenica pomeriggio su Canale 5, oltre a ottenere ascolti inferiori alle aspettative, aveva provocato una rottura dei difficili e permalosi equilibri giornalistici della redazione sportiva di Mediaset, e la successiva esperienza con il programma Il senso della vita era stato apprezzabile per il tentativo di innovare i contenuti ma non aveva comunque «fatto la differenza» secondo le aspettative legate al faraonico contratto strappato da Bonolis. Per tutti questi motivi il ritorno in video del conduttore a cominciare da questo nuovo quiz show dovrà chiarire, risultati alla mano, se il matrimonio tra Mediaset e Bonolis è stato davvero di reciproco interesse.

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