Stellantis vede nero e precipita in borsa. Il tonfo è micidiale: dopo aver rivisto in negativo le stime sui risultati del 2024, la multinazionale guidata dall'Ad Carlos Tavares è crollata a Piazza Affari, dove il titolo ha subito una brusca frenata e - dopo un avvio in flessione - ha chiuso le contrattazioni lasciando sul terreno il 14,72% a 12,40 euro. È la prima volta da ottobre 2022 che le quotazioni scendono sotto la soglia dei 13 euro per azione, segnando così un allarmante slittamento verso il basso che conferma la difficoltà del momento sia per la holding sia per il settore automobilistico in generale. Stellantis brucia cassa; si stima siano 40 i miliardi andati in fumo in soli sei mesi.
Così Stellantis è scesa a poco meno di 44 miliardi, circa la metà di Ferrari. Per il Gruppo, gli esperti di Intesa Sanpaolo prevedono una revisione al ribasso del consensus sul margine operativo adjusted 2024 tra il 20% e il 40%. Un aggiustamento ancora più marcato sarà necessario sul fronte del free cash flow, dato che il consensus prevedeva un dato positivo pari a circa 4,8 miliardi.E adesso il timore - già manifestato più volte anche dal governo italiano - è che a rimetterci siano i lavoratori del Gruppo.
Nel dettaglio, Stellantis ha rivisto la guidance sui risultati del 2024 per "riflettere le decisioni di ampliare significativamente le azioni a fronte dei problemi di performance in Nord America, così come del deterioramento nelle dinamiche globali del settore". Il dato nordamericano è significativo perché quello era uno dei mercati dai quali l'azienda otteneva i migliori riscontri. Dal punto di vista gestionale, Stellantis ha "accelerato il piano di normalizzazione dei livelli di stock negli Stati Uniti con l'obiettivo di non più di 330mila unità in giacenza presso la rete entro la fine del 2024 rispetto al precedente termine del primo trimestre 2025". Le azioni includono "una riduzione delle consegne alla rete di più di 200mila veicoli nel secondo semestre del 2024 (un incremento rispetto alla riduzione di 100mila riflessa nella precedente guidance) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un aumento degli incentivi sui modelli del 2024 e degli anni precedenti e iniziative di incremento della produttività che contemplano aggiustamenti sia sui costi che sulla capacità produttiva".
La multinazionale ha quindi comunicato che il deterioramento nelle condizioni globali del settore "si traduce in una previsione di mercato per il 2024 a un livello inferiore rispetto all'inizio dell'anno, mentre le dinamiche competitive si sono intensificate per effetto sia della maggiore offerta sia dell’accresciuta concorrenza cinese". Il gruppo - si legge ancora - "continuerà a far leva ed espandere i propri differenziatori competitivi ed è convinto che le azioni di recupero poste in essere si tradurranno in performance operative e finanziarie più robuste nel 2025 e oltre". Al momento, tuttavia, le aspettative ottimistiche per il futuro sono soltanto tali e i segnali del presente non incoraggiano. Lo dimostra la stessa reazione della Borsa alle vicissitudini dell'azienda.
La politica italiana, intanto, continua a seguire con apprensione gli andamenti finanziari del Gruppo, avviato verso un lento addio all'Italia. Tra le voci più critiche sollevatesi nelle ultime ore si registra quella del segretario di Azione ed ex ministro Carlo Calenda. "Una gestione arrogante e disastrosa quella di Stellantis caratterizzata da perdite, mancanza di trasparenza, impianti chiusi e pochi investimenti di prodotto.
Tutte le forze politiche di opposizione hanno ribadito venerdì la necessità che Elkann e/o Tavares vengano in Parlamento a spiegare cosa sta accadendo in Italia. L'assenza di risposta da parte di Stellantis ad una richiesta mandata da mesi dimostra un'inaccettabile protervia e mancanza di rispetto per le istituzioni", ha scritto sulla piattaforma X l'esponente politico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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