Milano - Quella di Bpm è una rivoluzione lenta, da inquadrare nelle mosse con cui i sindacati nazionali stanno «ghigliottinando» le rispettive sigle milanesi e nella lotta a distanza tra Matteo Arpe e la cordata di Andrea Bonomi (benvista da Mediobanca). Tutto sotto l’occhio vigile di Via Nazionale che, se sarà insodisfatta della governance, congelerà i diritti di voto dei dipendenti-soci riuniti negli Amici: il vice dg Anna Maria Tarantola ha già ordinato un’altra ispezione «mirata» in Piazza Meda. L’assetto duale, digerito martedì notte a maggioranza dal cda, assesta comunque una prima spallata: lo statuto ( «bozza aggiornata al 26.9.11 con mark up 27.9.11 v.2») fa infatti largo ai fondi di investimento e introduce il concetto della «doppia maggioranza » per la scelta del team di gestione da parte del consiglio di sorveglianza. L’articolo 49 stabilisce il voto favorevole dei tre quarti dei consiglieri meno uno (quindi 13 su 19), e la condizione che ci sia l’ok di «almeno la metà» dei rappresentanti dei fondi e di uno tra CariAlessandria e Mutuel.
C’è però una via di uscita perché«se dopo la terza seduta» il cds fosse in stallo, «pur in presenza di proposte diverse», basterebbe la maggioranza ordinaria. Un azzardo che potrebbe fare storcere il naso a Bankitalia, così come il «pre-accordo» con cui Bonomi avrebbe diviso le poltrone del cds con i sindacati interni prima dell’ok del cda allo statuto. In sostanza Via Nazionale, davanti al permanere delle logiche di potere interne a Bpm e di irregolarità al limite della «sana e prudente gestione », potrebbe congelare gli Amici ( articolo 20 del Tub), malgrado la nuova governance recepisca molte delle indicazioni suggerite. I fondi hanno infatti un accesso agevolato al cds (è sufficiente che la lista ottenga «almeno 100 voti») o, in deroga al voto capitario, assensi pari al 2% del capitale. E hanno un esponente nel comitato nomine. Aumenta poi il peso specifico del cds che assume il potere di esprimere un «parere obbligatorio ma non vincolante » sulle grandi decisioni strategiche, come compravendite che incidono sul perimetro della banca, fusioni, acquisizioni o l’adeguamento dello statuto alla normativa. Al contempo è però meno difficile l’accesso al cdg: scende da 5 a 3 anni l’esperienza richiesta. Una soluzione a metà, su cui infuria il corpo a corpo sindacale, con la Fabi nazionale che sconfessa gli «Amici» per la «lottizzazione » del cds e la logica delle promozioni: è l’anticamera del commissariamentodella squadra Bpm che sarà valutato mercoledì. Sulla stessa linea la Fiba che «in tempi brucianti» cambierà il gruppo dirigente, la Fisac e la Uilca, la cui presa di distanza potrebbe però risultare più virtuale che sostanziale, visto che non può che appoggiare la promozione, prevista dal piano Bonomi, di Enzo Chiesa a consigliere delegato. Alcune indiscrezioni, rimaste senza riscontro, indicavano invece il fondo Amber al lavoro su un’azione di responsabilità. Gli eserciti, intanto, si preparano allo scontro finale. Da una parte Arpe che è pronto a puntellare l’aumento Bpm con 200 milioni e punta a prendere le redini di Piazza Meda come consigliere delegato con il placet di Bankitalia: l’ex ad di Capitalia potrebbe essere appoggiato dai soci non dipendenti di Piero Lonardi.
Sull’altra l’esercito di Bonomi, che ha prenotato la presidenza del consiglio di gestione, con Chiesa, Dante Razzano (Investindustrial), Davide Croff (che ha già tentato di cambiare Bpm come presidente dell’Associazione Bpm 360, a sua volta vicina ad Amber) e Maurizio Dallocchio (già consigliere di Akros). Nella sorveglianza la Fabi Bpm aveva invece indicato Onofrio Amoruso Battista e Marcello Priori; la Fisac Mario Mazzoleni, Giuseppe Coppini ed Ezio Simonelli; la Fiba Sergio Schieppati e Carlo Dell’Aringa; la Uilca Maurizio Cavallari, Michele Zefferino e Umberto Bocchino. Alla Fabi spetta il presidente, identificato in Carlo Salvatori, che entrerebbe però in gioco solo se ci fosse un accordo molto ampio per svolgere un ruolo di garanzia o operativo. I giochi si faranno comunque a ridosso del 7 ottobre, data ultima per la presentazione delle liste in vista dell’assemblea.
Allo stesso appuntamento guarda l’attuale presidente Massimo Ponzellini che, nelle scorse settimane, ha incontrato Arpe e martedì ha portato il cda all’ok allo statuto.Il banchiere avrebbe vinto anche i dubbi del Mutuel sulla fusione Alessandria-Legnano, che oggi riunisce il cda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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