Brera, quei talenti dall’accademia

Piccoli talenti crescono. Con la collettiva «Brera Contemporanea» (fino al 20 giugno allo Spazio Taccori, corso Garibaldi 2), nove giovani artisti, allievi dell’Accademia di Brera, presentano alla città le loro opere, offrendo uno spaccato della creatività giovanile sul territorio e della situazione artistica di una delle più importanti realtà accademiche italiane. La mostra, che attraversa e fa dialogare i linguaggi della pittura, della fotografia, dell’installazione e dell’arte performativa, è stata pensata e organizzata dagli iscritti al corso di Editoria per l’Arte (Martina Barbaro, Michela Bravo, Angela Capillo, Marianna Cipolla, Giorgia Coeli, Daniela Colajanni, Danica Hlavajova, Vera Lazzarini, Alessandra ed Enrica Loda, Paolo Paggi, Andrea Pasotti, Valentina Porro, Lorenza Scardovi, Giorgia Usai, Renata Valagussa e Anna Vassilenko). Gli studenti si sono sperimentati nel ruolo di «curatori» selezionando gli artisti (a loro volta allievi dell’Accademia) e occupandosi dell’organizzazione dell’evento e dell’allestimento dello spazio. Il progetto nasce all’interno del corso di Editoria d’Arte del biennio specialistico dell’Accademia, in collaborazione con il collezionista e mecenate Ivano Taccori. Lo scopo, infatti, è da un lato di offrire ai giovani laureandi l’opportunità di organizzare una mostra in tutti i suoi aspetti pratici e teorici, dall’altro di fare il punto sulla creatività al di fuori dei canali di mercato e della globalizzazione culturale.
Le opere esposte si articolano in un percorso che collega idealmente i «paesaggi del corpo umano», per riprendere un concetto del critico Pierre Restany, con quelli della città contemporanea, crogiuolo di etnie, segni urbani e sottoculture metropolitane. Il tema del corpo è al centro delle fotografie di Alice Loda e Daniela Ardiri: visioni macroscopiche di forme femminili che sono il risultato della contrapposizione tra luce, materia e texture; mentre Paolo Paggi, autore di una singolare performance di “body art”, ha lavorato sul corpo come indice di un rapporto quotidiano tra l’io e l’inconscio. Dai paesaggi del corpo a quelli del tessuto urbano: le fotografie in bianco e nero di Alessandra Loda mostrano alcuni esempi di architettura urbana e di un passato rurale ormai destinati a scomparire; mentre nelle installazioni di Danica Ondrejovic le case sono rappresentate da «scatole» in cartone che lasciano intravedere da una finestra una dimensione più intima e privata, illuminata da una lampadina.

Le «scatole» sono un tema ricorrente anche nelle opere di Tiziana Leopizzi, popolate da personaggi che ricoprono le superfici di carta incastrandosi e adattandosi uno all’altro. Completano il percorso gli scatti paesaggistici di Lucia Barbagallo che ritraggono l’uomo e il suo mondo, e il reportage fotografico sulla città di Istanbul realizzato da Simona Obino.

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