
Finalmente la verità, tutta la verità. Grazie a Walter Veltroni, ex segretario del partito democratico ed ex di altre cose, oggi consulente di Urbano Cairo. Una lunga intervista, due pagine sul Corriere della Sera, riservate a Thiago Motta. Domande tipo Fabio Fazio 2.0, risposte tipo Bambi 1.0 Walt Disney, riassunto: per l'ex allenatore della Juventus non è successo nulla, tutto andava bene, a parte gli infortuni, l'ambiente era il favoloso mondo di Amélie Thiago, il gruppo squadra, poi, una scolaresca diligente e disciplinata, mai un litigio, mai un contenzioso, altroché le balle messe in circuito dai giornalisti, cito a caso Massimiliano Neirozzi proprio della stessa testata cairense (anonimo bianconero «Non sopporto Thiago Motta e non sono l'unico»), guarda che scherzi fa l'incomunicabilità tra i reparti. Come cantavano Alberto Lupo e Mina Mazzini, parole, parole, parole, nessuna analisi, nessuna spiegazione seria, non un perché profondo.
Thiago Motta si gode, finalmente, la famiglia in Portogallo, i ragazzi della via Paal della Juventus cercheranno di migliorare la classifica; a Motta, come dice lui, non è stato dato il tempo necessario per insegnare, figuratevi a Tudor. Ma questa è un'altra storia, con ansia e curiosità aspettiamo di conoscerne la verità.
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