Cielo terso, ora di pranzo, mercoledì lavorativo. Al Comunale di Firenze, futuro Artemio Franchi, si disputa una gara senza pretese: campionato Cadetteria, l'antenato dell'odierno Primavera. Non ci sarebbero dunque le premesse per attirare un grande pubblico, ma la Viola in città resta un culto in ogni sua declinazione e poi un derby richiede sempre di gonfiare il petto. In campo scendono quindi Fiorentina e Pistoiese, accolte da diecimila persone. Fuori si dipana placido il 27 ottobre del 1954.
La folla accorsa ancora non può saperlo, ma quei ragazzini che compongono la squadra di casa faranno più avanti da pilastri nella formazione campione d'Italia e finalista in coppa dei campioni. Circostanze futuribili destinate a sorprendere, ma comunque con una forza d'urto minore rispetto a quello che sta per succedere.
Fiorentina in controllo. Non c'è proprio partita. La Pistoiese ha approntato una tattica sbilenca, non tiene le distanze tra i reparti, affonda vorticosamente sotto i fendenti gigliati. Poi però arrivano le 14.30. Un gong fatidico, perché d'un tratto la folla cessa di mirare al campo e si mette tutta col naso all'insù. Dopo poco lo fanno anche l'arbitro, i calciatori, le panchine. Nel cielo sopra allo stadio sta succedendo qualcosa di inedito. C'è un oggetto che fluttua sopra il campo, ma non è un aereo, né un aliante, tantomeno un dirigibile.
Il pubblico si alza in piedi. In pochi minuti si crea una specie di ressa per guadagnare i gradoni più in alto. Decifrare quello che sta succedendo pare intricato. Ad un certo punto qualcuno indica la soluzione più plausibile: "Gli Ufo! Sono gli Ufo!". E non si tratta di un banale agit - prop del "C'è vita nell'universo". Perché davvero tutti la pensano allo stesso modo. Negli anni Cinquanta, del resto, dilaga la cultura degli avvistamenti alieni. Ma qui c'è qualcosa che travalica la suggestione.
L'arbitro sospende la partita. Diecimila persone osservano questo oggetto che sembra avere le sembianze di un grande uovo scintillante. Poi se ne aggiungono altri. Dall'alto iniziano a cadere centinaia di sottilissimi filamenti luccicanti. L'intrigo si fa ancora più evidente. Pupille sgranate, bocche spalancate. Poi gli oggetti riprendono la corsa e se ne vanno. Dopo lo stordimento collettivo la gara riprende. La Fiorentina vincerà 6 a 2, ma non sarà questa la notizia sui giornali del giorno dopo.
"Ufo su Firenze", titolano i principali quotidiani, riferendo di dischi volanti che sono transitati sopra lo stadio per poi svignarsela. E aggiungendo che la cosa possiede un fondamento di verità difficilmente scardinabile, dato che non si tratta del solito testimone isolato e discutibile. Qui parliamo di 10mila persone e 20mila occhi. In seguito il fenomeno viene sviscerato. I più razionali, i boiardi del terracentrismo, escludono che si tratti di navicelle aliene che si erano fermate per godersi la partita.
Avanza, piuttosto, la singolare teoria dei ragni migratori. Ragni volanti, a tutti gli effetti. Una minuscola specie di aracnidi in grado di librarsi in aria formando grossi gruppi e di percorrere decine di migliaia di km producendo filamenti che, irrorati dalla luce del sole, diventano scintillanti. Peccato che i materiali raccolti e analizzati non c'entrino nulla con le bave degli amabili insetti.
In seguito si affastellano i documentari postumi, alla ricerca della
verità. Che fino ad oggi ancora langue. Nessuno sa ancora fornire una spiegazione plausibile. Nessuno, probabilmente, ci riuscirà più. Così può valere ancora tutto. Compresi gli alieni appassionati di pallone.
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