La Vecchia Signora si presenta ad Udine e risponde a tono agli squilli di Napoli ed Inter. All’undici di Allegri basta un primo tempo micidiale per sotterrare l’Udinese con tre gol e portare a casa la prima vittoria in trasferta. Prestazione davvero ottima quella dei bianconeri, trascinati da un Chiesa rinato e da un sorprendente Cambiaso. L’Udinese si rende pericolosa solo dalla distanza ma non può bastare. Buonissima la prima, quindi, specialmente dopo i passi falsi delle romane.
Al pronti via si capisce subito che la Vecchia Signora ha pochissima voglia di scherzare. 20 minuti nei quali l’Udinese ha a malapena il tempo di respirare prima di raccogliere due volte il pallone in fondo al sacco. Al gran gol di Chiesa si accompagna il rigore impeccabile di Vlahovic, per un 2-0 che è frutto di una manifesta superiorità. L’Udinese prova a reagire ma non riesce ad andare oltre a qualche tiro dalla distanza. La gara si incattivisce un attimo ma nel lungo recupero c’è anche spazio per il gol della sicurezza. Cambiaso, uno dei migliori, recupera palla e la mette in area: Silvestri cicca l’uscita e Rabiot lo beffa. Secondo tempo all’insegna della gestione e dei tentativi dei padroni di casa per trovare almeno il gol della bandiera.
La partita
In un’arena che ha cambiato nome, si riparte da dove l’undici di Allegri si era fermato qualche mese fa, con la vittoria di misura grazie al gol di Chiesa. Se il mercato ha consegnato pochissime facce nuove al tecnico della Vecchia Signora, il dirimpettaio Sottil ha diverse modifiche da fare al suo undici per affrontare una delle candidate d’obbligo per lo scudetto. L’Udinese ha perso Udogie e Becao, potrebbe dire addio a breve a Pereyra ed è ancora ai ferri corti con Samardzic, dopo il caos relativo al passaggio all’Inter. Scelta quindi conservativa di Sottil, che in avanti si affida a Thauvin e Beto: a sinistra, invece, Kamara vince il ballottagio con Zemura, mentre sull’altra fascia spazio ad Ebosele.
Samardzic fa compagnia a Lorenzo Lucca, appena arrivato dopo una stagione dimenticabile ad Amsterdam. Allegri, invece, decide di cambiare specialmente sulle fasce: a destra il nuovo arrivato Timothy Weah, a sinistra Antonio Cambiaso, rientrato dal prestito al Bologna. Per la difesa a tre, dopo la rottura con Bonucci, si ritorna al trio verdeoro Danilo, Bremer e Alex Sandro. Attacco, invece, all’insegna della sicurezza, con Vlahovic e Chiesa a svariare su tutto il fronte offensivo.
Chiesa-Vlahovic, è grande Juve
Neanche il tempo di mettersi a sedere che il pubblico della Udinese Arena è costretto a subire l’acuto di uno dei protagonisti più attesi di questa nuova stagione. Allegri l’aveva detto più volte nel pre-campionato ma a decidere sono le due stelle reduci da un’annata certo non brillantissima. Palla recuperata a centrocampo che alimenta la corsa di Dusan Vlahovic: il serbo fornisce un passaggio preciso all’azzurro al limite dell’area dei padroni di casa. Chiesa si sposta la palla sul destro e la piazza tra le mani protese di Silvestri ed il palo lontano. Gran gol quello del laterale, cui Allegri aveva affidato la responsabilità dell’attacco, una rete che ha il sapore di una liberazione dopo i tanti problemi della scorsa stagione. La marcatura, però, non spegne l’entusiasmo della Juventus, che ha davvero una gran voglia di chiudere in fretta i conti con l’undici di Sottil. Quattro minuti dopo, tocca ad un altro dei nuovi arrivi in casa bianconera a provare a farsi sentire: Cambiaso mette un’azione insistita al centro, riesce a farsi varco in area di rigore e scarica un gran tiro sul primo palo. Stavolta Silvestri ci arriva ma l’Udinese fatica maledettamente ad uscire dalla grande pressione dell’undici di Allegri.
L'Udinese mostra sulle maglie il logo della regione Friuli Venezia Giulia, visto l’accordo appena firmato ma, almeno finora, l’unico a dover fare gli straordinari è Marco Silvestri, chiamato in causa spesso e volentieri dagli ospiti. I padroni di casa, però, riescono poco alla volta a riordinare le idee. I centrocampisti ospiti, però, sembrano davvero in gran giornata, causando più di un grattacapo in ripartenza. Uno dei fedelissimi di Allegri, Adrien Rabiot, si lascia prendere dall’entusiasmo e prova un cucchiaio per imbeccare Miretti. Il compagno non ci arriva ma, comunque, è segno di gran fiducia da parte del transalpino. La Juventus, però, attacca convinta e affolla spesso e volentieri l’area friulana. Alla fine, però, le barricate dei padroni di casa devono crollare: fallo di mano di Ebosele e Rapuano non ha nessun dubbio, indicando subito il dischetto. Dagli undici metri si presenta Vlahovic e realizza con flemma olimpica un rigore quasi perfetto: assolutamente niente da fare per Silvestri, costretto a raccogliere per la seconda volta il pallone in fondo al sacco.
Udinese spuntata, Rabiot la punisce
Dopo 20 minuti davvero da incubo, i padroni di casa provano finalmente ad impensierire la difesa bianconera. Ci prova dalla distanza Wallace ma il pallone sorvola di parecchio la traversa. I tifosi friulani protestano vivacemente quando un’incursione di Thauvin in area di rigore viene chiusa in maniera decisa da Rabiot. Rapuano prima considera di intervenire ma, alla fine, lascia correre. La partita, però, sembra incattivirsi un attimo e, come al solito, uno dei più sconsiderati è proprio Alex Sandro: fallo del tutto evitabile su Beto a metà campo ed il terzino brasiliano finisce nel taccuino dei cattivi dell’arbitro. I ragazzi di Sottil l’impegno ce lo mettono ma raramente riescono a portarsi in avanti in maniera organizzata e coerente. Il nervosismo in campo è parecchio e spinge Kabasele ad un intervento scomposto: l’entrata su Vlahovic è decisamente in ritardo, ancora giallo.
Alla lunga, però, i carichi degli allenamenti e le trasferte estive chiedono il conto all’undici di Allegri. La Juventus inizia a subire la pressione crescente dei padroni di casa. Quando Kamara si mette in movimento, Danilo è costretto ad esagerare un attimo per fermarlo. Tocco di mano chiarissimo, inevitabile anche in questo caso il cartellino giallo. L’Udinese ora ci crede ma trovare spazi nell’area juventina non è mai semplice. Beto è costretto ad arretrare sulla tre quarti per gestire un pallone interessante: il brasiliano passa la sfera a Zarraga che non ci pensa due volte prima di rientrare sul sinistro e sparare dal limite. Mira ancora rivedibile ma l’Udinese almeno si fa vedere dalle parti di Szscesny. Thauvin ha da farsi perdonare una stagione storta ma non riesce ad andare oltre a qualche tiro dalla lunga distanza che non impensierisce il guardiameta polacco. Il francese dell’Udinese, però, sta mettendo a punto la mira: la sua cannonata in ripartenza costringe il portiere bianconero ad un intervento non banale. Cambiaso riconquista bene un pallone e prova ad imitare il transalpino, senza però avere fortuna. I cinque minuti di recupero vedono una Juve che prova a gestire il risultato ma pronta ad approfittare delle disattenzioni dei padroni di casa. Palla recuperata, Cambiaso mette un cross invitantissimo, dal nulla spunta Rabiot che batte l’uscita sconsiderata di Silvestri e insacca il gol del 3-0.
La Juve gestisce, poca Udinese
I due tecnici hanno avuto risposte molto chiare dal primo tempo, anche se di verso decisamente opposto. Allegri decide di far tirare il fiato alla sua mediana, che ha faticato davvero molto nei primi 45 minuti: fuori, quindi, Miretti e Weah, spazio a Fagioli e McKennie. Sottil, invece, è costretto a cambiare parecchio, dimenticare l’arrabbiatura per la disavventura di calciomercato ed inserire Samardzic al posto di Zarraga e Zemura al posto di Kamara. Dopo un primo tempo giocato a ritmi elevati nonostante il caldo, l’intenzione della Juventus è quella di sfruttare la superiorità nel palleggio ed addormentare la partita. In campo, insomma, non si vede un granché ma questo non vuol dire che i padroni di casa abbiano smesso di provarci. Ancora una volta, il più propositivo è Thauvin: ennesimo tiro da fuori area ma, stavolta, arriva una deviazione beffarda. Szscesny è fortunato, visto che la sfera sfila di poco sopra la traversa.
Il caldo si fa sentire sui giocatori che hanno corso di più, tanto che al 57’ Ebosele si accascia a terra, bloccato dai crampi. Sottil non ha scelta ed è costretto a far entrare Joao Ferreira. Il momento però è abbastanza positivo per i friulani, che continuano a provare a pungere la Vecchia Signora dalla lunga distanza. Lovric è tra i più convinti e un paio di volte fa partire botte interessanti: se la prima sibila alla sinistra del guardiameta polacco, la seconda lo costringe alla parata. Samardzic, poco alla volta, sta entrando in partita e potrebbe essere pericoloso nel finale. Lo slavo è pescato da Beto ma il suo sinistro è troppo centrale per impensierire Szscesny. Thauvin non ne ha più e Sottil lo richiama in panchina, dando spazio a Success ma la trama offensiva dei padroni di casa non cambia. Stavolta Samardzic s’inventa un lancio dalla tre quarti; la retroguardia della Juve si dimentica Lovric, prova il colpo di testa ma, ancora una volta, è poco preciso. Allegri richiama in panchina Cambiaso, dando 20 minuti ad Iling Junior per provare la sua forma. Il giovane ha subito l’occasione per mettere il marchio alla partita: bel cross dal fondo di McKennie ma il colpo di testa finisce sopra la traversa.
Al 75’ in campo c’è davvero tanta stanchezza, tanto che Sottil è costretto a richiamare Beto e far debuttare Lorenzo Lucca. Neanche i padroni di casa riescono ad imbastire azioni complesse, lasciando spazio alle soluzioni da calcio piazzato: Samardzic ci prova da buona posizione ma prende in pieno la barriera. Allegri concede uno scampolo di partita a Milik, sostituendo un ottimo Chiesa ma, per poco, non arriva il 4-0: azione insistita, assist invitante di Iling Junior sul quale si avventa Vlahovic, che incorna in porta. La festa, però, dura poco, visto che l’avanti inglese era in fuorigioco. Gol sbagliato, gol preso: Perez va vicinissimo alla marcatura di testa ma il portiere juventino smanaccia. Lucca prova a ribadire in porta di potenza e Szcsesny è costretto a metterci letteralmente la faccia per deviare il pallone in angolo. A cinque minuti dalla fine Allegri mette in campo il giovane Yildiz al posto di Vlahovic ma i padroni di casa vogliono ad ogni costo il gol della bandiera. Le energie sono pochissime ma la Juventus si difende con ordine, giostrando a piacimento il pallone. I sei minuti di recupero non cambiano il risultato: all’Udinese Arena finisce quindi con un netto 3-0 per la Juventus.
Il tabellino
UDINESE (3-5-2): Silvestri; Kabasele, Bijol, Perez; Ebosele (57’ Ferreira), Zarraga (46’ Samardzic), Wallace, Lovric, Kamara (46’ Zemura); Beto (75’ Lucca), Thauvin (66’ Success). A disposizione: Piana, Malusà, Guessand, Success, Quina, Ferreira, Abankwah, Aké, Lucca, Semedo, Camara, Samardzic, Zemura, Pejicic, Nwachukwu. Allenatore: Andrea Sottil
JUVENTUS (3-5-2): Szczesny; Danilo, Bremer, Alex Sandro; Weah (46’ McKennie), Miretti (46’ Fagioli), Locatelli, Rabiot, Cambiaso (70’ Iling Junior); Chiesa (77’ Milik), Vlahovic (85’ Yildiz). A disposizione: Pinsoglio, Perin, Gatti, Pogba, Kostic, Huijsen, Milik, Yildiz, McKennie, Iling Junior, Fagioli, Rugani, Soulè, Nicolussi Caviglia. Allenatore: Massimiliano Allegri
Marcatori: 2’ Chiesa (J), 20’ Vlahovic (Rig) (J), 45+3’ Rabiot (J)
Ammoniti: 27’ Alex Sandro (J), 31’ Kabasele (U), 35’ Danilo (J), 90+5' Locatelli (J)
Espulsi: n/a
Arbitro: Antonio Rapuano (Sez. Rimini)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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