Ieri. Qui non esiste l`età pensionabile, c`è un crollo motivazionale, un cedimento strutturale, più probabile un contratto agli sgoccioli che chiude tutte le strade. Leonardo Bonucci è al passo d`addio e non vuole andare su piazza, ha ancora un anno, ha chiesto di farglielo giocare ma non ha garanzie, Massimiliano Allegri gli ha promesso un posto in panchina e magari qualche spicciolo in campo, forse. Il 3 maggio, un nanosecondo dopo l`aritmetica certezza del Napoli campione d`Italia, Cristiano Giuntoli ha iniziato a lavorare per la Juventus con la lista degli esuberi in mano e il suo nome in cima. La BBC, 12 stagioni di gloria assoluta e 36 anni che all`improvviso pesano come quella fuga a Milano che ha minato la sua storia, il tempo di un giro in metrò, poi ritorno da mamma Madama: Voglio chiudere qui, in fondo me lo dovete.
L`altro ieri. Qualcosa ha raccontato, adesso che si sente tradito, ha fatto la storia e indietro non si torna, uscite improvvide, contraddizioni, la Juventus sempre, razza padrona, quello sguardo di sfida a occhi stretti: Ma ho sempre rispettato tutti, se ami il calcio devi fare così, poi sul campo dai più ancora di quanto hai e non devi guardare in faccia nessuno, non ho rimpianti, ho fatto quello che dovevo. Milano una buca, da una parte e dall`altra, all`Inter è arrivato nel 2005 per 40mila euro, due scudetti, una coppa Italia e una Supercoppa senza mettere piede sul prato, o quasi: Unico juventino in una famiglia di interisti, mai stato un tifoso nerazzurro, ho amato solo due maglie, quella bianconera e quella azzurra.
Come sia andata si sa, o Ranocchia o lui, e l`Inter sceglie l`altro. Al Bari sono tutti per Ranocchia, ragazzo pulito, ordinato, rispettoso. Bonucci si sente scavalcato, lui viene dalle giovanili dell`Inter, e adesso ecco che arriva quest`altro. In quei giorni prende una decisione che condiziona il suo carattere, si affida alle cure di un motivatore che gli tira fuori un superego coi fiocchi, giusto, per carità, basta saperlo gestire. Al Milan una fuga: Una scelta dettata dalla rabbia e quindi in parte anche mia. Quella poi di tornare alla Juventus è stata una decisione d`amore, per me quei colori sono sempre stati tutto. Me ne ero andato perché rimanere contro la voglia di qualcuno non mi piaceva. Non mi sentivo più importante come lo ero fino a poco tempo prima. Una separazione che forse nessuno voleva ma necessaria per ritrovarci dopo, più innamorati di prima.
Al Milan mai accettato, durissima per un bianconero la Madonnina, errore clamoroso dargli la fascia, una parte della tifoseria entusiasta, l`altra lo accoglie con fischi a palla. Ha vinto la seconda, quello che in fondo desiderava, lì cosa ci faceva? Uno fuori posto e a fine corsa, chi si crede di essere? Quella stagione in rossonero inevitabilmente segna la sua carriera, all`Inter era un bambino, al Milan un totem mai accettato nello spogliatoio. Arriva e detta le sue condizioni, fascia di capitano e maglia numero 19, quella di Franck Kessie. Tutto concesso e manciata di punti simpatia nel gruppo: Lì non c`entravo niente, la società mi ha voluto ma i tifosi mi hanno fatto capire subito che aria tirava. Sono tornato alla Juventus e sapevo che andavo incontro a gente che non aveva compreso il motivo del mio addio. La società aveva deciso di mettermi sul mercato perché alcune cose non erano andate come loro si aspettavano. Come se tutto fosse dipeso da me, ma non ho mai avuto reazioni sgradevoli, contro la Juventus mai, dopo un primo momento di rabbia e delusione per quanto avevo vissuto mi sono fatto scivolare tutto addosso. Quell`anno lontano è stato difficile e ho fatto il possibile per tornare, per me la Juve è sempre stata tutto.
Torna e comunque paga, Allegri gli toglie la fascia di vicecapitano. Col tecnico toscano sfuriate a cielo aperto: Ha detto che i punti di penalizzazione in classifica sono stati una mazzata? No, al contrario, erano uno stimolo, bastava capirlo. Virale lo sketch dello sgabello, fuori lista ma a bordo campo seduto sul medesimo con le telecamere che non smettono di inquadrarlo. Gara di Champions, il filmato fa il giro d`Europa, e poi il cognato che replica all`uscita infelice del tecnico che nel dopo partita di Milan-Juventus dice che se avesse voluto continuare a vincere mai sarebbe tornato alla Juventus: Mai visto un talento così spiccato nel trovare alibi.
Difficile ricucire, gira la voce che Bonucci sia il leader di quella parte di spogliatoio favorevole al siluramento del tecnico, vero o falso le chiacchiere restano. Così come la gloria ha il suo prezzo, molto social e attento a quanto si dica su di lui, Leonardo ha sempre messo davanti il suo nome a tutto, Giorgio Chiellini il fabbro, lui il Franz Beckenbauer della difesa. Carattere duro eppure sensibile, le sue ultime uscite un disastro, in Nazionale e nella Juventus, è arrivato il momento di darci un taglio perché poi le ultime mosse sono quelle che lasciano il segno nei ricordi.
Oggi. Fuori rosa, ufficialmente per motivi tecnici, niente tournée, meccanicamente su piazza.
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