La Spagna va in Qatar e deve rinunciare al prosciutto: ecco perché

I prodotti di derivazione suina non possono essere importati nemmeno dalle delegazioni ufficiali e la Roja resta senza jamòn. Vietata anche la vendita di birre negli stadi

La Spagna va in Qatar e deve rinunciare al prosciutto: ecco perché

Per la Spagna, quello in Qatar non sarà un Mondiale come gli altri. Le Furie Rosse dovranno infatti fare a meno di un elemento imprescendibile, un pezzo pregiato irrinunciabile in tutte le competizioni, a cui ha partecipato la nazionale spagnola. Non si tratta di un calciatore bensì del jamon, il pregiato prosciutto iberico, tradizionalmente inserito nella dieta dei calciatori in occasione di tornei lunghi, quali europei e appunto mondiali.

Secondo le ultime rivelazioni, infatti nella lista di merci proibite presente sulla Media Guide di Qatar 2022 ci sono 9 punti. Si parte da narcotici e sostanze psicotrope, a meno che l’uso necessario non sia documentato da ricette mediche, poi ci sono le armi con le rispettive munizioni, quindi il materiale per scommettere (però i soldi sono ammessi), e poi sostanze radioattive, prodotti falsificati, oggetti che possano risultare offensivi per altre religioni e culti, immagini di estrema violenza, crudeltà o pornografia, bevande alcoliche. E fin qui nessuna sorpresa.

L’ultimo pallino però dice: "Pork product". E quel 'prodotti di derivazione' suina rappresenta una vera mazzata per la delegazione spagnola perché significa niente jamon. I cuochi della Roja per tornei lunghi sono abituati a mettere nei contenitori alimentari un centinaio di prosciutti di grande qualità, pezzi pregiati di 'jamón iberico de bellota', insaccati sopraffini da 120 euro al chilo. Ma questa volta le patas, o zampe, non possono accompagnare la spedizione guidata da Luis Enrique. Un vero handicap per la Spagna, vittima di un’assenza vitale. Vedremo che impatto avrà questa privazione, a partire dal debutto contro il Costa Rica, in programma mercoledì 23 novembre.

Niente birra negli stadi

Quello del prosciutto non sarà l'unica privazione di questi Mondiali. I padroni di casa del Qatar e la Fifa hanno vietato la vendita di birra negli otto stadi della Coppa del Mondo. Dozzine di tende da birra erano già state allestite negli stadi in vista della prima partita di domenica tra Qatar ed Ecuador. Budweiser è uno dei maggiori sponsor Fifa, ma dovrà trasferire gli stand che vendono i suoi prodotti negli stadi in luoghi più defilati. La birra rimarrà disponibile nelle aree vip negli stadi, vendute dalla Fifa, nella fan zone principale della Fifa a Doha, in alcune fan zone private e in circa 35 bar di hotel e ristoranti.

Come noto in Qatar l'alcol non è illegale, ma la vendita di prodotti alcolici è consentita solo in luoghi appartati, all’interno di hotel o negozi lontani dagli occhi della gente comune.

Secondo volontari e personale dell’organizzazione a Doha, sarebbero stati esponenti del governo qatarino a fare pressioni sulla Fifa per vietare l’alcol non soltanto negli stadi ma anche nei dintorni in occasione delle partite dei Mondiali.

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