Continua la crisi della Lazio, dopo la quarta sconfitta cosnsecutiva tra campionato e Champions. Stavolta però l'ultimo passo falso contro l'Udinese potrebbe portare a sviluppi inattesi in casa biancoceleste con la posizione di Maurizio Sarri, sempre più in bilico.
Serviva una vittoria per continuare a sognare la Champions, arriva una sconfitta che mette in pericolo anche l'Europa League. In un Olimpico gelido, non solo dal punto di vista climatico, è l'Udinese a fare festa battendo 2-1 la Lazio e facendo un passo avanti notevole in chiave salvezza. Succede di tutto in quattro minuti con le reti di Lucca e di Zarraga (nel mezzo l'autorete di Giannetti) a decretare una sconfitta senza appelli, che mette in pericolo inevitabilmente le ambizioni europee dei biancocelesti.
Il post partita è stato tutt'altro che tranquillo come raccontato dal Messaggero. Il ritiro ordinato ieri notte dal presidente Lotito - con tanto di battibecco negli spogliatoi - è ufficiale e confermato. È una soluzione tampone per fronteggiare la crisi di risultati. E Sarri? Nonostante la società lo abbia confermato, il tecnico è sceso nello spogliatoio e ha ripetuto al gruppo:"Se non mi volete più, parlate chiaro". L'allenatore ha dato tempo fino a oggi pomeriggio (scatta alle 15 il ritiro), sta riflettendo in queste ore se fare addirittura un passo indietro immediato, molto dipenderà dalle risposte della squadra nell'ennesimo confronto.
Cosa non va
La crisi è tutta nei numeri. Quindici sono i punti in meno dalla Lazio che arrivò seconda. il quinto ko casalingo contro l'Udinese, il dodicesimo di questo campionato, peggior risultato dal 2009/10, stagione finita col dodicesimo posto. Un trend di risultati nettamente al di sotto del valore della squadra. I problemi riguardano un po' tutti i reparti. La difesa ha perso solidità nonostante l'esplosione di Gila. Il centrocampo, a parte la sorpresa Guendouzi, è sempre troppo dipendente dalla vena di Luis Alberto, con il giapponese Kamada ormai fuori dai radar. Il problema principale riguarda però l'attacco. Immobile e Pedro in parabola discendente, la discontinuità di Felipe Anderson, Isaksen e Castellanos entrambi bravini ma non ancora pronti per trascinare il reparto. Un quadro generale che ha reso la stagione laziale una vera delusione.
Le responsabilità dei giocatori
Il presidente Claudio Lotito è furioso. Per lui la rosa non è certo da nono posto e dopo aver riflettuto a lungo, ha deciso di tenersi Sarri. Pesa un contratto da 10 milioni lordi da qui al 30 giugno 2025, un dettaglio non di poco per un club che ama tenere i conti in ordine. Secondo il patron, la colpa principale è dei, non della guida tecnica. Non che sia totalmente soddisfatto di Sarri, visti i risultati in questo campionato e la mancanza di un piano alternativo al 4-3-3. Senza dimenticare i dissidi sul mercato, con le richieste del tecnico (Berardi, Zielinski, Ricci, Milik o Sanabria) totalmente ignorate. Per la società le responsabilità più evidenti sarebbero dei calciatori, che resteranno in ritiro a Formello da oggi fino alla trasferta di Frosinone, sabato.
La frattura Sarri-squadra
Il feeling tra Sarri e la squadra sembra svanito da tempo. I calciatori imputano al tecnico un integralismo tattico che non valorizza a pieno la rosa. Immobile e compagni non sembrano più interpretare con spensieratezza i concetti di calcio del Comandante al quale imputano anche modi un pò troppo burberi all’interno dello spogliatoio. Dal suo canto l'allenatore non riesce a rianimare un gruppo, che sembra avere una crisi di rigetto.
In particolare il fatto che critichi (eufemismo) pesantemente la squadra nelle riunioni tecniche, è un segnale davvero preoccupante. Quando mancano dieci giornate dalla fine del campionato con la Coppa Italia rimasta come ancora di salvezza, rimettere insieme tutti i cocci sembra ormai quasi impossibile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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