Calendari col Duce, bufera su Celori Sinistra all’attacco: «Non candidatelo»

Per qualcuno folclore, per altri apologia del fascismo: quindi un reato. Fa discutere il calendario del Duce regalato ai propri simpatizzanti dal consigliere regionale uscente nonché candidato del Pdl Luigi Celori: un’iniziativa certamente discutibile, ma subito cavalcata dalla sinistra, che ha immediatamente chiesto al Pdl di escludere Celori dalle liste per il voto di marzo.
L’improvvido omaggio è stato rivelato ieri da un quotidiano. E Celori ha capito subito che sarebbe stato una giornata lunga e difficile. Così si è affrettato a minimizzare: «Il calendario di cui parla oggi un quotidiano non ha niente a che vedere con la campagna elettorale. Lo hanno fatto alcuni miei sostenitori in occasione del 70° anniversario dell’inaugurazione della città di Pomezia dove risiedo. Sul mio sito internet non vi è alcun riferimento al calendario». Poi, in serata, un cambio di tattica: «Pensiamo ai temi concreti: allo sfascio della sanità, alla mancanza delle infrastrutture e ai 200 mila disoccupati del Lazio. Queste sono le autentiche vergogne di cui si dovrebbero occupare i miei colleghi di sinistra».
Argomentazioni che non hanno certo fermato gli strali della sinistra: «Di fronte all’esaltazione di un regime dittatoriale - ha denunciato il deputato Roberto Giachetti- non sono ammissibili mezze misure o esitazioni. La candidata Polverini non ha niente da dire visto che sarà lei a tenere insieme le liste nelle quali sarà presente anche Celori?». Chiama in causa la candidata presidente anche Enzo Foschi, consigliere Pd: «Celori imposta la sua campagna elettorale nemmeno tanto più sull’ambiguità e sul filo di rigurgiti di estrema destra ma su vera e propria apologia di fascismo, facendoci rimpiangere chi, come Achille Lauro a Napoli, regalava la pasta. Sarebbe interessante sapere se la Polverini giudica opportuna questo tipo di pubblicità».
E la Polverini? Si avventura cauta: «Se le notizie corrispondessero al vero si tratterebbe di demenziale folclore». Prendendosi della «Bella addormentata» da Stefano Pedica dell’Idv. Molto più decisa la difesa di Celori da parte di Ludovico Todini, consigliere comunale del Pdl: «Le spiegazioni fornite da Celori appaiono sufficienti a fugare ogni dubbio.

A chi vorrebbe il ritiro della sua candidatura, chiedo se non sia il caso di estendere questa richiesta a tutti coloro che ancora oggi si definiscono vicini a ideologie che hanno privato persone della propria libertà, così come è accaduto nei regimi comunisti».E Antonella Brancati, capogruppo dei Repubblicani, liberali e riformatori in Consiglio regionale: «L’amico Celori almeno non rinnega la sua estrazione ideologica e politica».

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