«Il canottaggio? Faccio il prof in Usa»

Gilardoni sogna l'Olimpiade ma è in rotta con la Federazione. A ottobre darà lezioni alla Berkeley University

«Il canottaggio? Faccio il prof in Usa»

È sul tetto del mondo da sempre, ha vinto titoli a ripetizione, è a due ori da Valentina Vezzali e con ben sette davanti a Federica Pellegrini, ma le Olimpiadi resteranno per lui un sogno. Daniele Gilardoni, 37enne lecchese, è l'atleta più iridato nella storia del canottaggio mondiale ma i cerchi olimpici li ha soltanto sfiorati come riserva e ora, proprio per prendersi un anno sabbatico, si è trasferito a Manchester per insegnare canottaggio all'Agecroft Club e in ottobre andrà in California alla Barkeley University per far capire ai talenti made in Usa come si può vincere e, soprattutto, durare così tanto con due remi in mano.

«La mia specialità è il quattro di coppia pesi leggeri dove ho vinto tutto, ma purtroppo la categoria dei pesi leggeri non è prevista alle Olimpiadi e mi devo accontentare del ruolo di riserva come nel 2008 a Pechino. E pensare che proprio quello è stato il mio anno perfetto», afferma Gilardoni che si toglie anche un macigno dalle scarpe: e accusa la Federcanottaggio: «A Roma previlegiano altri equipaggi e si dimenticano di noi “leggeri” malgrado tutte le medaglie che portiamo a casa».

Già, ma perché la Federazione si dimentica di un talento come Gilardoni che, seppur nella parabola discendente della carriera, può dare ancora tanto? E' proprio il Gila, tifoso juventino che a Manchester si è portato una sciarpa bianconera per festeggiare il prossimo scudetto della Vecchia Signora, a trovare la causa di tanta ostilità: «Non appartengo a un corpo militare, non sono inquadrato in certi ambienti federali, il mio è un club privato, seppur glorioso come la Canottieri Milano e quindi vengo emarginato».

Ma il Gila non demorde. A Manchester prepara la prestigiosa Henley Regatta, in singolo e in doppio con il talentuoso 23enne Zak Lee-Green, poi a fine luglio a Eton sul bacino olimpico si batterà nei campionati inglesi e nel contempo allena gli equipaggi juniores, femmine comprese, dell'Agecroft Club. A fine settembre sarà a Sabaudia per i tricolori (e quanti ne ha vinti non se lo ricorda nemmeno più), spera di diventare Direttore Sportivo della Canottieri Milano, per poi partire per altri tre mesi destinazione California. E nel contempo è componente della Giunta Coni della Lombardia, docente della Scuola dello Sport (complice il prof. Marco Riva) e, perché no, si attrezza anche a fare il politico sulle orme dei colleghi Antonio Rossi (assessore regionale allo sport) e Carlo Mornati (braccio destro di Giovanni Malaga nuovo presidente Coni).

«Si, la politica mi tenta», afferma Gilardoni, «e farei di tutto per creare infrastrutture in Lombardia, punto debole della nostra

regione e per entrare nelle scuole perché il reclutamento arriva da lì». Ma gli resta un chiodo fisso: «Voglio andare a Rio 2016, a costo di ingrassare e togliermi di dosso questo maledetto peso leggero».

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