Il carrello della spesa racconta 150 anni di abitudini italiane

Ci sono molti modi per celebrare l’Unità nazionale. Il più originale, finora, è quello proposto dal Comune di Melzo in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Milano Est: una mostra che racconta i 150 anni d’Italia attraverso un gesto semplice e quotidiano, il rito della spesa. Dietro al quale, però, emergono tracce delle profonde trasformazioni economiche, sociali e culturali che hanno accompagnato la nascita e l’evoluzione del nostro Paese. «Fare la spesa 1861-2011» è appunto il titolo dell'esposizione, curata dall’antiquario milanese Andrea Tomasetig (fino al 13 marzo al Cinema Arcadia di Melzo, info: 02-95738856, 02-95712871), che anticipa di qualche giorno il programma ufficiale delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, presentato oggi a Palazzo Marino. Le fonti utilizzate per questo «racconto» sono perlopiù carte di uso quotidiano (pieghevoli, cartoline, locandine, fatture commerciali, ma anche giornali illustrati, riviste e libri) selezionate dall’immensa raccolta (oltre 12mila pezzi) del collezionista milanese Michele Rapisarda. Alcune immagini sono opera di illustratori famosi, da Beltrame a Cappiello, da Bioletto a Molino, passando per Plinio Codognato, Primo Sinopico, Aldo Mazza, Leo Longanesi, Antonio Rubino. Altre, considerate a torto «minori», sono altrettanto importanti per tracciare la storia dell’industria e del commercio, e per ripercorrere i consumi e le abitudini che hanno mutato la vita delle famiglie italiane.
Un esempio? Fino al 1861 l’Italia era divisa in otto stati, ognuno con proprie monete e tariffe doganali. Ecco allora che a Piacenza, nel 1853, si stampa un «Listino delle monete d'oro e d'argento e loro corso»; mentre a Milano si producono volantini sul «ragguaglio plateale fra la valutazione milanese e la valutazione italiana». Segue la nascita dei primi mercati (quest’anno ricorre il centenario del mercato ortofrutticolo milanese, celebrato da una copertina della Domenica del Corriere del Beltrame del 1911) e della produzione industriale con le prime Esposizioni internazionali (tra queste, la cartolina sul padiglione dei fratelli Branca all’Expo di Milano del 1906, o il «Calendario elettro-domestico per l’anno 1931- Ricordo della Fiera Campionaria di Milano»). Si prosegue con l’avvento delle confezioni e dello scatolame, con il conseguente miglioramento dell’igiene e della distribuzione (si va dal «Catalogo delle conserve» di inizio ‘900, con la copertina di Cappiello, alle immagini pubblicitarie, degli anni ’50, dei formaggi Invernizzi e della carne in scatola Simmenthal). Con il passare degli anni, si sviluppano le moderne tecniche di vendita e di promozione, nascono i concorsi a premi, i primi tentativi di fidelizzazione, la stagione epica delle figurine (tra cui spicca il mitico album «I Quattro moschettieri» di Nizza e Morbelli, promosso da Buitoni-Perugina e illustrato da Angelo Bioletto nel 1936). Si arriva agli anni del boom economico, con la nascita degli elettrodomestici (emblematica la pubblicità del frigorifero Fiat, tratta dal Borghese del 1°febbraio 1957) e dei supermercati, che rivoluzionano i tempi e i modi del consumo.

La mostra, che si apre con le immagini delle monete preunitarie, si chiude con il manifesto di un grande centro commerciale: un carrello pieno sul quale campeggia l'Euro, nuova moneta capace di unificare un intero continente, e soprattutto simbolo di una società del benessere e globalizzata, ma incapace di far fronte ad altri problemi, prima impensabili, come quello dei rifiuti e degli sprechi.

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