Una casa in bianco e nero? È una domanda che fa meravigliare, ed in effetti se tutta la nostra abitazione fosse realizzata giocando soltanto su questi due colori, sarebbe qualcosa di incredibile ma al tempo stesso dotata di una caratteristica un poco lugubre.
Il bianco fa ormai parte del nostro modo di abitare, dalle pareti, che hanno visto la scomparsa in Italia di decorazioni in carta per favorire in molti casi il mosaico, ai mobili, realizzati laccati o in legni sbiancati, alle lampade, le cui versioni in bianco sono le più vendute, ai tendaggi, ai soffitti, alle coperture dei divani e dei letti, alle porte stesse, che oggi si cerca, con nuove tecnologie, di inserirle «a filo» con la parete in maniera che davvero «scompaiano». In effetti il bianco, una volta simbolo di semplicità e di pochezza, ed in effetti trionfava soltanto nei cosiddetti ambienti di «servizio», oggi è divenuto simbolo di eleganza, di raffinatezza, di rigore, di minimalismo. Il nero al contrario non ha mai avuto un grandissimo ruolo nell'arredamento, forse in certe epoche dove il «classico» imperava, ma ci dobbiamo per forza rifare solo a determinati Paesi. Nell'epoca moderna la «pop art» lo riscoprì, creando tutta una serie di pezzi giocati proprio sul contrasto con il bianco, aiutata anche dalla moda dell'epoca che con questi due colori realizzò non pochi capi d'abbigliamento, dando vita a quell'effetto «optical» che ebbe una lunga vita. Oggi il nero rientra nella casa come quasi fosse un complemento, in misura molto contenuta, soprattutto inserendo in un ambiente non più di in pezzo in questo colore.
Diventa quindi una ricerca di effetti raffinati, di accostamenti inconsueti, dai piani dei tavoli a certe basi di lampade, dalle seggioline a certi dettagli nel letto, dal cassettone lucido dalle linee un poco ibride a certe trame di tessuto. Un gioco che se condotto con gusto dona alla casa certamente una grande personalità ed unicità.
(hanno collaborato:
Albino Boffi
e Gabriella Kurovilla)
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