«Un internauta piccolo piccolo»: giocando con il titolo del suo primo romanzo, si potrebbe definire così il protagonista del racconto che Vincenzo Cerami proporrà questa sera al Festival internazionale Letterature. Non un borghese come quello del suo libro di esordio (Garzanti, 1976), da cui Monicelli ha tratto lomonimo film, ma un navigatore della rete. Non a caso di «naufragio nella rete» è lo stesso scrittore (difficile inquadrarlo: è romanziere, poeta, saggista, sceneggiatore e giornalista) a parlare, presentando il poemetto inedito Viaggio nel silenzio.
«Il testo che ho appena finito di scrivere per il Festival ha per protagonista un uomo che non riesce a dormire e quindi trascorre la notte davanti al computer acceso mentre la moglie dorme. Scrive a un giovane misterioso che abita lontano, addirittura in un altro emisfero, e in alcuni momenti naviga perdendosi nei mille siti di Internet. La storia risponde appieno al tema proposto dalla manifestazione ideata e diretta da Maria Ida Gaeta, il rapporto parola/silenzio, nel senso che affronta il tema della comunicazione e soprattutto dellidentità, ritenuto fondamentale fin dai primi passi nel mondo della letteratura, del cinema e del teatro.
«Il binomio parola-silenzio è il tema del nostro tempo - spiega -. Ho sempre meno fiducia nella comunicazione diretta mentre credo in quella trasversale, che attraversa i deragliamenti della metafora». Una comunicazione particolare è quella che ha luogo tra la voce narrante di Viaggio nel silenzio e il suo interlocutore. «Il narratore ha una rappresentazione del mondo solo virtuale e schiacciata sul presente. Ciò rappresenta la sensazione che cerco di descrivere da vari libri a questa parte: quella di un mondo in cui si va un po alla cieca e in cui lidentità è un problema ingombrante, anzi è il vero problema di tutti noi«. Il computer, internet, il cellulare stimolano poi secondo lo scrittore romano la costruzione del «mito di noi stessi»: «davanti a uno schermo siamo spinti al narcisismo, a raccontare senza aspettarci una risposta. Siamo anche portati a estremizzare, come le prefiche che si battevano il petto e si strappavano i capelli: è la cosiddetta crisi della presenza».
Basilica di Massenzio, Clivo di Venere Felice (via dei Fori Imperiali), ore 21. Informazioni: 060608.
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