Adesso non è più una favola, un terno al lotto, un’una tantum da pagare alla retorica glam. Adesso è un numero periodico, una moda per tutte le stagioni, un incubo per chi non ce la fa, anche se è pur sempre una su mille che ce la fa. L’ultima della lista è Jetsun Pema. Ha ventun’anni, una vaga somiglianza con la Kaori del formaggio Philadelphia e un papà pilota di linea. Non vola basso però. Ha sposato sua maestà Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, sovrano del Bhutan, il «principe charmant dell’Himalaya», praticamente uno sciupafemmine di dieci anni più vecchio, ed è l’ultima noiosa Cenerentola borghese che sposa il solito Principe azzurro.
Dopo la giornalista, la nuotatrice, la cameriera e la bambocciona (perchè Kate Middleton cos’era secondo voi prima di sposare William?) adesso tocca alla studentessa. Non c’è niente di peggio che realizzare i propri sogni e infatti Kaori nell’album di nozze ha la stessa faccia felice che ha Sean Penn nelle locandine del film di Sorrentino. Una vita, la sua, di quelle che ogni vicino di casa definisce normale, perché così ci piace pensare che sia il mondo fuori dalle nostre certezze, se non fosse che la ragazza studia al Regent’s College di Londra ed è lì, a Londra non a scuola, che ha incontrato il suo maturo Philipe Junot. «È stato amore a prima vista» giura lei con la mano sul cuore.
Sull’altare si è inchinata tre volte davanti al proprio sposo, vestito con una fusciacca gialla e con in testa la corona imperiale, offrendogli dell’ambrosia, simbolo della vita eterna, dentro un calice dorato. Proclamata regina, si è seduta sul trono accanto al re. Poi di nascosto deve essersi messa le dita nel naso.
E lui? Educato a Oxford, buon giocatore di basket, Jigme Khesar Namgyel Wangchuck, è da tre anni il quinto sovrano del «Paese del Dragone tuonante» come è soprannominato il Bhutan, 70mila sudditi, che pare uscito dalle cronache di Narnia, dove il telefono è arrivato solo negli anni Sessanta, il semaforo è considerato un nemico pubblico, il primo turista è sbarcato trent’anni fa e al posto del Pil si misura il Fil, la felicità interna lorda, un indice ispirato dalla filosofia buddista. Non è un tipo che se la tira Sua Maestà: ha infatti scelto come dimora un semplice cottage a Thimphu e spesso invita i sottoposti a bere il tè e a conversare amabilmente. Poi però ognuno a casa sua.
Sarà la globalizzazione, sarà il decadentismo della monarchia, sarà che le principesse di sangue blu non ci sono più ma ormai la nobiltà si accoppia solo con la plebe. Se il trend è questo c’è speranza anche per i ranocchi da baciare di ogni ordine e grado, visto che non si sono ancora sposate Charlotte di Monaco, Madeleine di Svezia e Alexandra del Lussemburgo purchè non vi facciate idee sbagliate sulla contessina Beatrice Borromeo che a un deskista del Fatto, a un un pasionario indignado o a un cervellone precario, preferisce, non si capisce perchè, il principe Pierre Ranieri Stefano Casiraghi di Monaco.
Punite dal protocollo di corte più che dalle sorellastre le principesse borghesi comunque si vendicano come possono: Masako del Giappone ha messo su una piva lunga così, Dona Letizia di Spagna è dimagrita che pare Fassino e Mette-Marit di Norvegia, che pure ha una bella collezione di canne,
fidanzati maneschi e monolocali di periferia, va a prendere il tè nelle case degli immigrati clandestini per la Giovanna d’arco antirazzista. Del resto non c’è bisogno di essere reali per far sognare. La donna è nobile di suo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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