New YorkDiciamo la verità. Neanche la crisi ha scosso le certezze di «Joe l'idraulico», il signor Rossi d'America, in fatto di mezzi di trasporto. Sicché il veicolo più venduto negli Stati Uniti era ed è rimasto un voluminoso pick-up della Ford e il podio delle automobili continua a essere appannaggio delle grandi berline giapponesi. Mentre in Europa una compatta, la Volkswagen Golf, mette in fila una pletora di utilitarie. Ma non è solo questione di misure.
Da sempre, i due mondi sono diversi in tutto: dalle abitudini dell'industria ai gusti della clientela, e al modo in cui si comprano, si guidano e si cambiano le auto. Ma la globalizzazione avanza anche sulle quattro ruote e l'inarrestabile successo dei Suv, nati in NordAmerica ma sempre più apprezzati anche nel Vecchio continente, ne è il più lampante esempio.
E guarda il caso, al Salone internazionale dell'auto che ha celebrato ieri la sua giornata conclusiva a New York, tengono banco proprio le anteprime di due modelli a ruote e guida alte che uniscono idealmente le due sponde dell'Atlantico. Sono la nuova Jeep Cherokee, prima vettura dell'iconica marca americana realizzata su una piattaforma di origine Fiat (quella dell'Alfa Romeo Giulietta allargata) che già dà i natali alla berlina Dodge Dart, e la seconda generazione della Range Rover Sport.
Una rivoluzione di stile, esercizio in cui i designer italiani sono da sempre maestri, ma anche di tecnologia quella che ha portato la prima Jeep dell'epoca Fiat a dominare la scena del Jacob Javits Center. Debutta infatti sulla nuova Cherokee, in contemporanea con la Land Rover Evoque, un inedito cambio a ben nove marce che si annuncia come l'ultima frontiera delle trasmissioni automatiche tanto amate dagli americani, ma sempre più diffuse anche sulle vetture che vanno per la maggiore in Europa. E guarda il caso, ha il suo quartier generale nel Vecchio continente il produttore di questa nona meraviglia, la tedesca Zf.
A stupire i newyorkesi - e non solo - ha provveduto pure la nuova Range Rover Sport, ancor più grande e grossa della precedente, come piace oltre Atlantico, ma al tempo stesso molto più leggera (ha perso oltre 400 chili) e più efficiente dal punto dei consumi, un argomento che con la crisi scoppiata nel 2008 ha cominciato a pesare anche nella considerazione degli automobilisti americani.
Una conferma significativa arriva, sotto questo profilo, dall'ampliamento dell'offerta e dalla diffusione crescente delle motorizzazioni a gasolio: il 10% sul totale del venduto di Mercedes nel 2012 e probabilmente ancora di più quest'anno, dopo il lancio anche della Glk in versione diesel. Ma non è da meno la rivale Bmw, che a New York ha presentato, oltre alla Serie 3 Gt, una variante a gasolio (la 328d) della sua berlina di riferimento.
Anche il tema dell'efficienza energetica ha cominciato dunque a fare breccia negli Usa. E non solo con il diesel o l'ibrido, ma anche con la propulsione elettrica pura, di cui ancora Mercedes si farà pioniera con la Classe B Ed, al debutto in pubblico a New York accanto alla Cla 45 Amg, versione ipervitaminica della nuova berlina media della Stella.
Una sportiva in lungo, quest'ultima, che coniuga potenza ed eleganza al pari della Xjr, variante pepata dell'ammiraglia Jaguar, e di un'altra classica tre volumi, stavolta tutta a stelle e strisce, la nuova Cadillac Cts che all'inizio del 2014 sbarcherà pure in Europa.
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