Ci vuole una "FolleMente" per sbancare al botteghino

L'esordio del nuovo film di Paolo Genovese è il migliore per una pellicola italiana post pandemia

Ci vuole una "FolleMente" per sbancare al botteghino
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Tutti pazzi per FolleMente, verrebbe da dire, con un gioco di parole. La nuova commedia romantica diretta da Paolo Genovese ha esordito come mai nessun film italiano nel post pandemia. Nell'ultimo fine settimana, infatti, l'incasso è stato di 3.958.917 euro, con una media per sala (602) di 6.576 euro. Dato che, a lunedì, era salito a 4.360.889 euro, grazie ai quasi 600.000 spettatori che sono andati subito al cinema per vederlo. Per capirsi, C'è ancora domani, il film campione di incassi della Cortellesi, aveva esordito, a fine ottobre 2023, con 1.644.784 euro. Genovese ha dimostrato, ancora una volta, che è il numero uno quando c'è da dirigere un film corale. Basti pensare a Perfetti Sconosciuti, la commedia italiana più bella dell'ultimo decennio, che, non a caso, è entrata nel Guinness dei Primati come il film con più remake (oltre 25) nella storia del cinema mondiale. Eppure, in quel lontano 2016, era partito con un dato più basso, di 3.404.531 euro (anche se si deve tener conto del costo del biglietto). Ebbene, FolleMente potrebbe seguirne le orme per la sua struttura. È la storia di un primo appuntamento tra Piero (Edoardo Leo) e Lara (Pilar Fogliati, foto), che lo spettatore vive, nel suo dipanarsi, attraverso i pensieri che si alternano nella testa dei due protagonisti, rappresentati da varie personalità che ne condizionano scelte e parole, cui danno volto Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta dalla parte di lei e Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Claudio Santamaria e Rocco Papaleo nella testa di lui.

Si sorride, si riflette e ci si identifica, indipendentemente dalla carta di identità dello spettatore. Un film universale e, forse, il suo segreto è proprio questo. La critica che è stata fatta è che sia troppo simile al disneyano Inside Out.

Sicuramente l'ispirazione c'è, ma poi bisogna essere bravi a dirigere coralmente un gruppo di attori veri, senza che uno prevalga sull'altro. Dino Risi non direbbe «Spòstati e fammi vedere il film», come fece con Moretti. Ci lamentiamo sempre che il cinema italiano insegue quello europeo, ma, con Paolo Genovese, siamo noi a comandare.

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