Non s'è ancora sopito il polverone sul caso del «Va' pensiero» suonato prima dell'Inno di Mameli all'inaugurazione, sabato scorso, di una scuola primaria a Fanzolo di Vedelago (Treviso). Nella giunta del presidente del Veneto Luca Zaia c'è chi non ne può già più delle discussioni, e azzarda un paragone pallonaro: «Ci sono polemiche strumentali, create ad arte, che suonano proprio come le vuvuzelas ai mondiali in Sudafrica, cioè rompono le scatole: più che fare futuro qui, si fa casino e basta. Ci vorrebbe il silenziatore, per le une e per gli altri...», cerca di chiuderla qui l'assessore al Bilancio della Regione, Roberto Ciambetti (Lega Nord), in un sfogo a margine dei lavori sulla manovra di bilancio in corso a Roma.
«Il caldo fa brutti effetti a personaggi che hanno mandato il cervello in ferie durante il weekend - continua Ciambetti - finendo per far scoppiare polemiche pretestuose e fastidiose, né più né meno delle micidiali trombette sugli spalti, che danno l'idea di uno sciame di calabroni impazziti». La verità, per l'assessore del team di Zaia, è che «in tanti si buttano nelle polemiche per gettar fango su un uomo che porta risultati. Siamo sicuri che l'ordine di esecuzione dell'Inno nazionale con il "Va' pensiero" di Verdi sia veramente un problema? O sono altri i temi che dovrebbero campeggiare in prima pagina?».
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