Tour, sul Massif Central Vingegaard batte Pogacar: Evenepoel e Roglic non reggono

Dopo una tappa massacrante i due dominatori del Tour de France dimostrano di averne ancora più di tutti. A sorpresa, però, il danese batte in volata la maglia gialla. Perdono terreno gli altri due rivali

Tour, sul Massif Central Vingegaard batte Pogacar: Evenepoel e Roglic non reggono

Appena la strada inizia a salire, i due dominatori del Tour de France non si lasciano sfuggire l’occasione di far capire di averne più di tutti. Nel nervoso finale sul Massif Central, con cinque salite concentrate in soli 50 chilometri, Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard si scambiano attacchi su attacchi, staccando i rivali e confermando di essere i più forti. Il verdetto, però, è quello che non ti aspetti: nonostante abbia finora dominato, la maglia gialla non riesce a schiantare il danese, venendo beffata sul traguardo in volata. Segnale preoccupante da parte dello sloveno, che è arrivato al finale molto stanco: Evenepoel non perde tantissimo mentre Roglic incappa in una caduta a pochi chilometri dall’arrivo, perdendo altri 30 secondi. Non male il finale di Ciccone, che regola in volata gli inseguitori e rientra nella top 10 della generale.

Tante fughe ma la Uae è attenta

In una giornata che potrebbe vedere attacchi importanti, pochi sono sorpresi nel vedere come, fin dalla bandiera verde, gente come Abrahamsen e Carapaz provino già a salutare il gruppo, senza molta fortuna. Migliore fortuna ha l’azione di Pacher, Vauquelin e Johannesen, ma le cose si movimentano quando un gruppo più nutrito di ciclisti cerca di riprenderli. A 190 chilometri dall’arrivo, il gruppo di Wout Van Aert, Carapaz, Pidcock e Healy riesce a riprendere il trio di testa ma il peloton non ne vuole sapere di lasciarli andare. Grazie all’azione della Uae Team Emirates, la fuga è riassorbita nel giro di pochi chilometri: stesso succede quando Laporte prova un’azione solitaria o quando Bettiol ci prova con la Ef. Dopo un’ora di corsa, Carapaz e Rodriguez se ne vanno con altri sette ciclisti ma a 150 chilometri dall’arrivo hanno solo 15 secondi di vantaggio. La situazione si movimenta sul traguardo volante, che vede Turgis prendersi i 20 punti in palio mentre la maglia verde Girmay marca stretto il rivale Philipsen.

Tour tappa 11 gruppo

La Uae al massimo consente ad un gruppetto di 12 ciclisti di guadagnare una decina di secondi di vantaggio ma non di più. Il ritmo imposto dalle squadre top è forsennato ed i ciclisti non hanno ancora affrontato la prima salita, la Côte de Larodde, sulla quale arriva un sestetto di ciclisti con una ventina di secondi di vantaggio. Il punto per la classifica scalatori va a Lazkano ma i fuggitivi, trascinati da Healy e Carapaz, riescono ad allungare sul gruppo, arrivando ad 1’30” di vantaggio. A 110 chilometri dall’arrivo, un gruppetto di inseguitori francesi riesce a riportarsi sul gruppo di testa e, finalmente, il ritmo di questa tappa può calare, consentendo alla fuga di guadagnare ulteriormente. La strategia della Uae è abbastanza chiara: tenere i fuggitivi a meno di due minuti di vantaggio per poterli riprendere nel finale. A 70 chilometri dal traguardo, grazie all’azione di Wellens e Politt, la squadra di Pogacar sta già iniziando a riportarsi sui fuggitivi, che ora hanno circa 90 secondi di vantaggio.

La zampata di Pogacar

La strada inizia a salire progressivamente fino all’inizio della salita di 2a categoria del Col de Neronne, un’ascesa di solo 4 chilometri ma molto ripida. I fuggitivi, con solo 2 minuti di vantaggio, sanno che potrebbero essere ripresi a breve dagli scalatori veri. Quando la fuga perde secondi su secondi in salita, Lazkano ed Healy se ne vanno da soli ma il peloton è ora sotto il minuto di ritardo ed inizia ad averli nel mirino. A 500 metri dal GpM l’irlandese riprende lo spagnolo e si porta a casa il massimo dei punti per la classifica scalatori: se Carapaz è solo 30 secondi indietro, il gruppo guidato dalla Uae è un minuto indietro. La maglia gialla ha recuperato il gregario Juan Ayuso e sembra chiaro che Pogacar voglia attaccare sulla salita del Puy Mary, l’ascesa più dura di giornata, 5,3 chilometri al 7,9% di pendenza media. Il ritmo della Uae è forsennato, ma è solo l’antipasto all’attacco di Tadej Pogacar, che arriva subito dopo aver ripreso i fuggitivi, a 31,5 chilometri dal traguardo. La maglia gialla se ne va da sola, ma nel giro di pochi minuti al suo inseguimento di lanciano Vingegaard, Roglic ed Evenepoel. Il momento cruciale della tappa è arrivato.

Tour tappa 11 Pogacar LaPresse

Lo strappo della maglia gialla è secco ma non schianta del tutto i suoi rivali: Vingegaard è dietro di un paio di secondi, mentre Roglic ha perso un po’ più di terreno. Allo scollinamento i quattro favoriti viaggiano da soli, con Pogacar che accumula 15 secondi di vantaggio sul quarto, Remco Evenepoel. In discesa soffre come sempre Evenepoel, raggiunto dal gruppetto di inseguitori che contiene anche l’azzurro Ciccone mentre Pogacar spinge troppo, fino a rischiare di finire per terra quando blocca la ruota posteriore. La mossa è azzardata ma sembra pagare, visto che la maglia gialla accumula circa 21 secondi su Vingegaard e Roglic ma le cose cambiano sul Col du Perthus, con il campione danese che aumenta il ritmo per andare a riprendere il rivale. Sulla penultima salita Vingegaard attacca e si lascia alle spalle Roglic, che viene rapidamente recuperato da Evenepoel. Grandissimo il passo del danese che, nonostante abbia da recuperare 15 secondi nei confronti del rivale, va davvero forte.

Sorpresa, vince Vingegaard

Gli ultimi chilometri vedono il recupero di Vingegaard che, nonostante il grande sforzo, ha ancora le forze di sprintare per i secondi di accredito sul GpM: il danese non ce la fa, ma è comunque un segnale importante lanciato allo sloveno. In salita, anche quest’anno, io ci sarò sempre. Sulla discesa verso l’ultima salita, il Col de Font-de-Cère, il duo di testa accumula circa 35 secondi di vantaggio sui rivali ma a 5 chilometri dall’arrivo, i due campionissimi hanno circa 40 secondi su Evenepoel e Roglic, alle cui spalle stringono i denti Rodriguez, Almeida e l’azzurro Ciccone. I due arrivano al GpM insieme ma sicuramente si batteranno all’arrivo, visto che in palio ci sono alcuni secondi di accredito: trenta secondi dopo ecco che arrivano Evenepoel e Roglic ma lo sloveno fatica molto a tenere il passo del belga, tanto da cadere a terra e perdere ancora terreno.

Tour tappa 11 Pogacar 2

A 400 metri dall’arrivo, inizia la battaglia psicologica tra i due campionissimi, con Vingegaard che parte in anticipo per rallentare, come ad incoraggiare il rivale al contrattacco: la vera sorpresa è che il cannibale Pogacar, almeno oggi, non ne ha più ed è costretto a lasciare la vittoria a Vingegaard. Evenepoel arriva a 25 secondi di distacco mentre Roglic è riuscito a risalire in bici e chiudere la tappa, purtroppo perdendo una trentina di secondi dal belga. Alle loro spalle, l’azzurro Ciccone riesce ad avere la meglio su Rodriguez, Almeida e soci, dimostrando di avere ancora una buona gamba.

La classifica

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La tappa di domani

Il prologo ai veri e propri tapponi dolomitici è una tappa ancora una volta divisa in due: colline e qualche montagna per i primi 135 chilometri che portano ad un finale decisamente più pianeggiante. La cosa, ovviamente non sarà passata inosservata alle squadre dei velocisti, che potrebbero approfittare del finale per portare a casa un’altra tappa.

Tour 2024 tappa 12 altimetria
Fonte: ASO

D’altro canto, però, ultimamente non abbiamo visto fughe particolarmente fortunate e diverse squadre che non hanno velocisti sono ancora

a secco di vittorie. Le due volte che una tappa del Tour è finita a Villeneuve-sur-Lot, nel 1996 e nel 2000, a trionfare sul traguardo era stato un fuggitivo. Chissà, magari anche stavolta le cose finiranno proprio così.

Tour 2024 tappa 12 planimetria
Fonte: ASO

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